Aerodinamica, la nuova frontiera del ciclismo: risultati da paura

Il ciclismo si è trasformato negli ultimi anni grazie anche agli sviluppi nel campo dell'aerodinamica: i risultati sono sensazionali

Luigi Falqui A cura di Luigi Falqui
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“Alla fine contano le gambe” è la classica frase sentita e risentita che al giorno d’oggi continua a girare nelle strade di tutto il mondo. Ma siamo ancora sicuri che le gambe siano davvero così importanti? Grazie agli sviluppi tecnologici giunti negli ultimi anni nel mondo del ciclismo, abbiamo assistito a dei cambiamenti repentini anche per quanto riguarda gli allenamenti e le prestazioni. Ad esempio, con l’arrivo dei potenziometri, si è in grado di calcolare alla perfezione i watt espressi dal corridore sui pedali. Le biciclette aero prodotte dai costruttori hanno invece permesso delle performance decisamente migliori, soprattutto nelle strade dove è possibile tenere alte velocità.

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Posizioni più aggressive, maggiore resa

La resistenza all’avanzamento è la forza più grande con cui il ciclista deve fare i conti una volta superati i 14 km/h. In questa condizione, offrendo all’aria una minore superficie, si avrà una minore opposizione che, di conseguenza, permetterà di portare più velocità a parità di watt espressi sui pedali. Proprio per questo motivo, oltre a biciclette che offrono una resistenza all’avanzamento inferiore, si sono sviluppati studi anche su tessuti aerodinamici come i body da cronometro e da corsa in linea e sulle posizioni dei ciclisti in galleria del vento per avere un CdA inferiore.

Cos’è il CdA? Semplicemente il coefficiente della resistenza all’avanzamento, detto anche drag area. Si tratta dunque della superficie che, incontrando l’aria, tende a rallentare la nostra corsa anche quando camminiamo. Come detto in precedenza, in bicicletta la questione diventa particolarmente importante perché il suo valore cresce esponenzialmente all’aumentare dei km/h. Uno dei ciclisti con un CdA più efficiente in questo periodo è sicuramente Remco Evenepoel, fresco campione del mondo nonché vincitore dell’ultima Vuelta a España.

Record dell’ora detenuto da un amatore: la chiave è l’aerodinamica

Il belga ha una quantità di watt nelle sue gambe davvero considerevole che, aggiunta all’ottimo coefficiente della sua drag area, gli permette di avere ottimi risultati nelle corse a cronometro. Per questo motivo è uno degli indiziati numero uno per battere il record dell’ora attualmente detenuto da un amatore. Dan Bigham è infatti riuscito nell’agosto 2022 a conquistare il nuovo record con 55,548 km percorsi in 60 minuti. Il britannico è un ingegnere di professione che ha studiato tutti i dettagli del caso che gli hanno permesso di fare la migliore prestazione fino ad oggi registrata secondo il regolamento UCI. I suoi calcoli gli hanno permesso di avere una resistenza all’avanzamento minima, grazie ad un CdA già di base ottimo, nonostante i watt sicuramente non siano importanti come quelli dei professionisti.

Questo episodio segna la storia del ciclismo e sicuramente invoglierà moltissimi professionisti a tentare il record con i migliori materiali in circolazione. Il primo di questi sarà il nostro Filippo Ganna, già due volte campione del mondo a cronometro. Il prossimo 8 ottobre il ciclista di Verbania tenterà dunque l’assalto con la consapevolezza di aver tutte le carte in regola per poter infrangere il record dell’amatore Bigham. Questa vicenda ci insegna come l’aerodinamica nel ciclismo conti più di quanto si possa credere. Anche per questo motivo molti team sono sempre più alla ricerca della perfezione sotto questo aspetto, facendo dunque diversi test nelle gallerie del vento.

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