Lo sviluppo tecnologico ha permesso l’evoluzione in diversi campi, fra questi anche quello dello sport. Dall’automobilismo fino al mondo del calcio, sono numerose le novità introdotte in questo mondo nel corso dell’ultimo secolo. Anche il ciclismo ha subito un’evidente evoluzione, e continua di mese in mese a portare novità che sorprendono corridori e appassionati, aggiornamenti che fino a poco tempo fa non ci si poteva neanche immaginare. Parliamo ad esempio dei ciclocomputer di ultima generazione, del sistema che regola le pressioni degli pneumatici, di gomme tubeless e di biciclette aerodinamiche e super leggere.
1817, arriva la draisina
In un anno in cui l’estate effettivamente non arrivò mai, scarseggiavano anche gli alimenti per i cavalli. Siamo nel 1817, in Germania, e Karl Drais inventa un mezzo molto elementare per ovviare alla moria di equini. Si tratta di un telaio in legno con due ruote, un manubrio e persino un freno posteriore. Ancora nessun pedale in quella che verrà chiamata draisina (in tedesco draisine), ma si andava avanti con la spinta delle gambe direttamente sul suolo, un po’ come un monopattino.
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Tra velocipede e biciclo: arriva la ruota smisurata all’anteriore
Arriva nei primissimi anni ’60 del XVII secolo il primo velocipede, chiamato poi in Italia velocipede biciclo proprio per via delle due ruote. Questi mezzi avevano come caratteristica un diametro della ruota anteriore leggermente superiore a quello della posteriore. È però con l’arrivo del vero e proprio biciclo che la differenza si fa eclatante, ai limiti dell’immaginabile.
Bisogna tenere presente che, in base all’altezza del ciclista e alla lunghezza dei suoi arti inferiori, il diametro della ruota anteriore poteva misurare anche 1,5 metri, rendendo ovviamente la bicicletta molto insicura. Ecco allora che nel giro di poco tempo, nonostante la buona velocità che si riusciva a percorrere, queste biciclette non vennero più utilizzate a vantaggio di mezzi più simili a quelli che conosciamo oggi.
Bici da corsa, l’evoluzione di telai e non solo
Se pensiamo al lavoro che oggi sta dietro allo sviluppo di una bicicletta, non andiamo tanto lontani se pensiamo a cosa svolgono gli ingegneri di Formula 1, ad esempio, all’interno delle gallerie del vento. Senza ombra di dubbio, il peso è una delle caratteristiche estremizzate nel corso di questi ultimi anni, al punto che l’UCI abbia imposto un limite minimo al di sotto del quale i costruttori non possono scendere: una bicicletta troppo leggera sarebbe infatti poco sicura sia a livello di resistenza strutturale, sia per quanto riguarda eventuali buche sul manto stradale o folate di vento che metterebbero a rischio il ciclista.
La direzione degli sviluppi è stata quindi quella verso biciclette più aerodinamiche, ovvero con una resistenza all’avanzamento minore. Sono così nate, oltre alle classiche biciclette adatte alla salita, anche quelle aero, particolarmente performanti in corse con un dislivello contenuto, specialmente nelle volate. È grazie a questi aggiornamenti infatti che, a parità di watt impressi sui pedali, si riesce ad andare ad una velocità maggiore, facendo quindi meno fatica.
Ad oggi ci sono decine e decine di costruttori. Bianchi, Pinarello, Wilier, Colnago e Merida sono solamente alcuni dei marchi italiani più noti, ma negli ultimi anni hanno preso piede anche Specialized, Scott, Trek e Cannondale. Ognuna di queste vende i propri telai con delle determinate caratteristiche, che all’apparenza possono sembrare superflue, ma che alla guida si riescono bene a percepire.
La trasmissione, gruppi di alta qualità
Siamo arrivati al punto che le trasmissioni possono avere una cambiata elettronica oltre a quelle con cambiata tradizionale, meccanica. Questi ultimi gruppi arrivati nel panorama, come Shimano Dura-Ace Di2, rappresentano il top di gamma: non è presente infatti alcun cavo, ma è la batteria wireless a dare l’impulso al deragliatore, il tutto azionato come consuetudine dalle leve poste sotto il manubrio.
Biciclette da cronometro: quando il decimo di secondo conta
Negli ultimi tempi, i grandi giri hanno costantemente ridotto i chilometri a cronometro nei propri percorsi. Questo però non ha assolutamente portato ad un arresto degli sviluppi delle bici da crono, veri e propri concentrati di aerodinamica. Gli ingegneri hanno fatto (e continuano a fare) degli studi nelle gallerie del vento per far sì che queste particolari biciclette vadano avanti con il minor attrito con l’aria. Una delle biciclette più vincenti negli ultimi anni è stata indubbiamente la Pinarello Bolide di Filippo Ganna, con la quale è riuscito a vincere anche i mondiali di questa disciplina nel 2021.