Bologna fra top e flop, da Calafiori a Zirkzee: la vera stella è Thiago Motta

Tempo di tirare le somme in casa Bologna dopo una stagione memorabile, con tantissimi top ed un solo inaspettato flop: da Calafiori a Zirkzee, le note positive nei felsinei si sprecano, ma la vera stella è stata il direttore d'orchestra Thiago Motta

Lorenzo Zucchiatti A cura di Lorenzo Zucchiatti
11 Minuti di lettura

Riavvolgiamo il nastro al 2 agosto 2023, una data anonima presa così, ma che vuole essere il punto di partenza del nostro elogio al Bologna. La squadra ha appena battuto in rimonta l’Utrecht, in una delle classiche amichevoli estive, per 1-2, grazie alle reti di uno Zirkzee che, di lì a poco, si sarebbe rivelato uno dei crack più incredibili di questa Serie A, e di capitan De Silvestri. Così parlava Thiago Motta al termine della gara.

“Dobbiamo continuare a lavorare, ma è evidente a tutti cosa manca. Non possiamo dimenticare il contesto, questo entusiasmo e aspettativa dei nostri tifosi, non possiamo tradire quest’amore. È ovvio che mancano giocatori, manca grandissima qualità. Ad oggi il Bologna non è in grado di competere in Serie A. Il nostro obbiettivo è giocarcela con tutte le squadre del campionato, e ad oggi non siamo in grado”.

Parole che scossero non poco l’ambiente rossoblù, ma dopo un mercato d’agosto che vide partire, dopo Cambiaso e Sansone, anche i vari Arnautovic, Barrow, Dominguez e Schouten ed arrivare Beukema, Calafiori, Freuler, Fabbian, Kristiansen, Ndoye, Saelemaekers e qualche altra pedina, in pochi tendevano a vedere un Bologna più forte e competitivo. Una stagione dopo viene quasi da sorridere a leggere quelle dichiarazioni di Thiago Motta, e ci si chiede se fosse già un abile stratega o avesse semplicemente preso un grosso abbaglio.

Da quell’estate un po’ concitata, è partita una stagione memorabile per il felsinei, frutto dell’incredibile lavoro della società, dei giocatori e della stella Thiago Motta, direttore d’orchestra di una banda che suonerà in Champions League l’anno prossimo, anche se senza di lui. Fra top e flop, difficili quest’ultimi da trovare, il Bologna è la sorpresa più bella di questa Serie A.

Premesse e realtà: dal centro classifica alla Champions

Lo straordinario traguardo centrato in questa stagione chiude un cerchio di 10 anni, che ha visto il Bologna passare dalla retrocessione in B nel 2014 alla Champion League del 2024, in cui tanto è successo. Dopo la promozione con Delio Rossi, il mantra dei felsinei è sempre stato salvezza e campionato tranquillo, con i vari Donadoni, Inzaghi e Mihajlovic che si sono susseguiti sempre con quell’obbiettivo in testa. Dopo la scorsa stagione, la prima di Thiago Motta terminata al 9° posto, il centro della classifica stava un po’ stretto.

Le premesse della stagione dunque, benché i bookmakers piazzassero il Bologna a cavallo tra parte destra e sinistra della graduatoria e non oltre, erano di archiviare in fretta il discorso salvezza per poi provare a guardare timidamente all’Europa, in un campionato stile Torino di quest’anno. La realtà è invece la Champions League, in un’annata che ha visto i felsinei passare dai 54 punti della scorsa stagione ai 68 attuali, con ancora il Dall’Ara come arma in più.

Terza miglior difesa dopo Inter e Juventus e 41 punti registrati entro le mura amiche, come l’Atalanta e dietro solo alla banda di Inzaghi, dominante su ogni fronte. Che il Bologna di Thiago Motta avesse potenzialità interessanti era evidente anche l’anno scorso, ma la Champions era un traguardo impensabile al quale gli stessi giocatori hanno iniziato a credere piano paino, grazie ad idee chiare nella testa e nel gioco.

Gioco e personalità: le sfide chiave con le big

Meriterebbero un’analisi approfondita quasi tutte le gare disputate dal Bologna quest’anno per gioco e personalità messi in campo, ma questi due aspetti si sono resi palesi nelle sfide con le big. Già i numeri parlano chiaro: oltre ai 12 punti, il che vuol dire en plein, nelle quattro sfide con le romane e i 4 contro il Napoli, sono 11 quelli conquistati negli 8 confronti con le prime quattro della classe (Inter, Milan, Juventus, Atalanta).

Esultanza Bologna

Oltre ai dati però, come detto, sempre quella voglia di non adeguarsi e consegnarsi nelle mani dell’avversario forte, nel tentativo, spesso vincente, di imporre la propria manovra, tenere il pallone e creare spazi con un movimento continuo degli interpreti. La personalità della banda di Thiago Motta si vede già nelle prime battute del campionato, con il Bologna che pareggia prima allo Juventus Stadium, privata di un rigore netto per andare sullo 0-2, e poi a San Siro contro l’Inter dopo aver subito il doppio svantaggio.

La squadra dimostra di non abbattersi mai e di avere soluzioni diverse per aggirare gli ostacoli, e quando arrivano le gare decisive le gambe non tremano: tre trasferte determinanti, contro tre rivali come Lazio, Roma e Atalanta tutte terminate con i tre punti, con un Zirkzee d’antologia sempre a segno e dominando per ampi tratti tutte le partite. Una qualificazione Champions insomma ampiamente meritata per il Bologna.

Non solo grandi nomi: da Fabbian a El Azzouzi, i top insospettabili

Se il vero trascinatore della squadra questa stagione è stato colui che l’ha guidata, un Thiago Motta che ha dato un’identità ed una consapevolezza ad un squadra evidentemente non da metà classifica, gli interpreti degni di nota quest’anno sono tantissimi. Impossibile non partire da un Zirkzee letteralmente esploso grazie alla partenza a fine mercato di Arnautovic e alla mano del suo allenatore.

12 gol e 7 assist in 37 gare, e la sensazione di un potenziale inespresso ancora enorme, per quello che appare sempre di più il prototipo dell’attaccante moderno, non più solo concentrato sulla fase di finalizzazione ma capace di muoversi su tutto il fronte offensivo, tanto spalle alla porta quanto in profondità. Gli altri due simboli di questa memorabile stagione del Bologna sono stati sicuramente Calafiori e Ferguson.

Il primo, dopo i difficili inizi a Roma e la prima vera esperienza a Basilea, ha trovato in Thiago Motta l’uomo in grado di trasformarlo in un Bastoni 2.0, ottimo in fase difensiva e preziosissimo in impostazione, con licenza di sganciarsi in avanti. Il rischio cessione alla Juventus è reale, con il mister che vorrebbe portarselo a Torino. Il trequartista scozzese invece potrebbe rimanere, complice la lesione del legamento crociato, e conta di essere in piena forma a fine 2024.

Questi i grandi nomi del Bologna, ma non descrivono a sufficienza il capolavoro rossoblù. I top insospettabili non stanno sulle dita di una mano: dalla seconda giovinezza di Skorupski e Freuler, pilastri fondanti della squadra, alla conferma Orsolini (10 gol e 2 assist), fino alle mille risorse che, dalla panchina, si sono fatte trovare pronte. I due gol con contro Lazio e Roma di El Azzouzi, i 5 sigilli stagionali di Fabbian, la scoperta di Beukema, la freschezza portata da Ndoye, Saelemaekers e Urbanski nel periodo chiave della stagione. L’intera banda di Thiago Motta è stata top.

Solo cose belle, ma dov’è Karlsson?

Tessere le lodi del Bologna 2023/24, come potete vedere, è cosa assai facile e gratificante, anche per chi magari non è propriamente tifoso rossoblù. Solo cose belle insomma, o quasi, perché fa in effetti specie pensare che l’unico flop della stagione è l’acquisto più costoso della scorsa estate, nonché il 4° nella storia del club (dopo Orsolini, Barrow e Castro). La domanda è una: dov’è finito Jasper Karlsson?

Uno dei tanti talenti dell’accademia AZ Alkmaar il 25enne di Falkenberg, già in pianta stabile in prima squadra da tre anni e con anche 5 gol in 14 gare con la Nazionale svedese. Prelevato dal Bologna per 11 milioni di euro, e maglia numero 10 sulla schiena, si trattava dunque di un giocatore fatto e pronto, comprato per fare il salto di qualità sulla fascia sinistra visti gli imminenti addii di Sansone e Barrow. La realtà però racconta dell’unico attore non protagonista dei felsinei di quest’anno.

Sempre schierato nelle prime 5 di campionato (4 da titolare), ma di lui non c’è traccia, tant’è che arriva la panchina, senza mettere piede in campo, nelle successive 5. Poi il calvario: la lesione parziale del collaterale del ginocchio destro lo terrà out fino al nuovo anno, e tutto ciò che collezionerà nel 2024 sono 28′ tra Verona e Genoa all’ultima di campionato. Un’annata storta nell’apoteosi generale per Karlsson, che avrà magari modo di riscattarsi nell’anno della Champions.

Se arrivare in cima è fattibile ma rimanerci è la cosa complicata, ora viene il bello per il Bologna. Sarà un’estate di cambiamenti, con in primis l’addio di Thiago Motta direzione Juventus, e di scelte importanti, tra nuovo allenatore e costruzione della rosa, per far sì che questa stagione non rimanga un lampo del buio e porti ad un altro anno di tanti top e pochi flop.

Si Parla di:

Calciomercato, Pronostici e Consigli: seguici anche su ...