Dopo più di una settimana di incertezza e notizie contrastanti il caso relativo a Novak Djokovic e alla sua permanenza in Australia per prendere parte all’Australian Open, il primo torneo del Grande Slam dell’anno, sembra che si sia arrivati ad una decisione definitiva. Il ministro Alex Hawke, infatti, ha annunciato tramite un comunicato ufficiale di aver preso la decisione di annullare il visto del numero uno del mondo. Ecco un estratto del comunicato: “Oggi ho esercitato il mio potere per annullare il visto del sig. Novak Djokovic, a causa di motivi di salute e ordine e nell’interesse pubblico. Nel prendere questa decisione, ho valutato in maniera attenta tutte le informazioni che mi sono state fornite dal dipartimento degli affari interni, dall’Australian Border Force e dal sig. Novak Djokovic. Il governo si impegna in maniera importante a proteggere i confini dell’Australia e, in maniera particolare, in relazione alla pandemia dovuta al Covid-19″.
Il “caso Djokovic”
Djokovic si era presentato in Australia senza essere vaccinato, ma con un’esenzione medica, fin da subito bloccata dal governo australiano. Il tennista serbo, però, aveva ben presto fatto ricorso al Tribunale, vincendolo e rendendo noto che l’esenzione era dovuta alla positività al Covid nel mese di dicembre, anche se la presentazione dell’esenzione sarebbe giunta oltre il tempo limite stabilito. In aggiunta, negli ultimi giorni era emerso che quanto dichiarato da Djokovic non combaciava con alcune sue apparizioni in pubblico ed alcune sue interviste e, inoltre, erano sorti alcuni dubbi anche riguardo alla data del tampone risultato positivo, tutti aspetti che molto probabilmente hanno giocato un ruolo primario nella decisione del governo australiano.
Dal ricorso all’annullamento del visto per tre anni: tutti i possibili sviluppi
Adesso, quindi, Djokovic presenterà un ulteriore ricorso, anche perché, in alternativa, dovrebbe lasciare l’Australia immediatamente. Inoltre, visto che il torneo prenderà il via la prossima domenica, il tennista chiederà probabilmente un processo abbreviato che possa concludersi entro l’inizio dell’Australian Open. Se il ricorso non dovesse andare a buon fine per il numero uno al mondo, allora, oltre a dover rinunciare definitivamente alla sua permanenza nello stato, non potrebbe nemmeno richiedere il visto per il prossimi tre anni. Anche in questo caso, però, potrebbe esserci una via d’uscita, in quanto Djokovic potrebbe essere riammesso già dal prossimo anno se la sua presenza in Australia dovesse essere considerata benefica ai fini dell’Australian Open e, quindi, per l’economia dello stato. Nei prossimi due giorni, comunque, sarà deciso il suo futuro.