Sono tante le personalità italiane che hanno avuto successo in Inghilterra, patria del gioco del calcio da oltre un secolo. Tra i tanti protagonisti di quello che in molti definiscono il campionato più bello del mondo, la Premier League, spicca il nome di un tecnico d’altri tempi, uno che ha fatto della passione per questo sport il proprio lavoro e ha regalato gioie a milioni di appassionati negli ultimi anni: stiamo parlando di Claudio Ranieri. Ai tempi soprannominato Sor Claudio, oggi “Sir”, un’onorificenza guadagnata con merito dopo la vittoria della massima divisione inglese al comando del Leicester. Ripercorriamo la carriera del vincitore del premio Legend del Golden Foot 2016, Claudio Ranieri.
Golden Foot 2022, la nascita del “Principe” Claudio Ranieri
Il mito di Claudio Ranieri comincia nella Capitale, la sua Roma, città che tornerà spesso presente nella vita e nella sua carriera. Da ragazzo fu soprannominato “Er Principe de Testaccio“, per i suoi modi pacati e signorili che lo contraddistingueranno anche nel lavoro, ma anche per il luogo dove abitava. Il quartiere in questione è romanista per definizione, e così anche lui non può fare a meno di tifare la Roma. Comincia la sua avventura nel mondo del calcio da attaccante e supera un provino che lo porta a giocare nella Primavera giallorossa, dove però Antonio Trebiciani, allenatore dell’epoca, gli consiglia di cambiare ruolo: Claudio passa dall’attacco alla difesa e comincia a ingranare.
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La carriera da giocatore
Non è stato un percorso così ricco di successi con gli scarpini ai piedi, quello di Claudio Ranieri, ma qualche piccola soddisfazione arriva con il lavoro duro che è il centro del suo modo di vivere e intendere ogni cosa nella sua vita. Debutta a 22 anni in Serie A con la Roma e mette a segno 6 presenze in campionato prima di trasferirsi al Catanzaro, altra squadra giallorossa. In Calabria ottiene un discreto successo, tanto che dopo 225 partite e 8 gol si guadagna di diritto la cittadinanza onoraria e ancora oggi è ricordato con piacere dagli abitanti del posto. Dopo un’esperienza al Catania in cui riesce con i suoi compagni a salire in Serie A, già allora terra di conquista per molti dei protagonisti della Promenade di Montecarlo, appende gli scarpini al chiodo in quel di Palermo con un solo obiettivo: diventare allenatore.
Golden Foot 2022, il viaggio di Ranieri in panchina
Il percorso di Claudio Ranieri in panchina comincia con una vera e propria gavetta d’altri tempi, più precisamente sui campi regionali, allenando prima la Vigor Lamezia e poi la Puteolana in Serie C1 diventando un vero mito nella città di Pozzuoli in Campania. Arriva così il momento di giocarsi la chance con i professionisti. In Sardegna comincia a circolare il suo nome e il Cagliari finalmente sceglie di dargli fiducia, ripagata ampiamente dopo aver regalato ai rossoblù una storica promozione dalla C1 alla Serie A. Fino a quel momento, sia da giocatore che da allenatore, Sor Claudio aveva avuto esperienze solo in squadre a sud di Roma, e la tradizione continua. Il Napoli decide di puntare su di lui e per un uomo come Claudio è difficile rifiutare un’opportunità del genere. Nonostante il suo carattere pacato e i suoi modi da “principe” accetta la sfida e affronta con forza la piazza partenopea, storicamente una delle più complicate da gestire del nostro massimo campionato. Al primo anno porta gli azzurri di nuovo in Europa con un quarto posto conquistato, ma l’anno dopo verrà sostituito da Ottavio Bianchi, artefice di una delle pagine più belle della storia napoletana al fianco del vincitore del premio Legend Diego Armando Maradona ai Golden Foot del 2003.
Dopo l’esperienza in Campania, ha voglia di dimostrare di essere all’altezza di una squadra importante, così non può che accettare la proposta di una Fiorentina in crescita, che milita in Serie B. Centra la promozione in Serie A. Grazie alla classe e ai colpi del fuoriclasse Gabriel Omar Batistuta, inserito nella Promenade di Montecarlo nel 2021, riesce a conquistare una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una semifinale di Coppa delle Coppe, dove la sua Viola cade solo sotto i colpi di un Barcellona stellare guidato da Ronaldo, vincitore del premio Golden Foot nel 2006 e nel 2018.
La parentesi Chelsea e la strada per Roma
Dopo l’esperienza sulla panchina della Fiorentina, Ranieri si sente pronto per provare un’esperienza diversa, accettando così la panchina del Valencia, dove conquista il suo primo trofeo all’estero, la Coppa del Re contro l’Atletico Madrid. I Colchoneros lo studiano e lo scelgono per l’anno successivo come allenatore, ma nella Capitale spagnola Sor Claudio non ha il successo che sperava. Arriva cosi a Londra, più precisamente a Stamford Bridge, dove guida il Chelsea fino al 2004, conquistando 107 vittorie in 199 partite ufficiali, lavorando a stretto contatto con il capitano dell’epoca, Marcel Desailly, inserito nella Promenade di Montecarlo dopo aver vinto il premio Legend ai Golden Foot del 2017. Durante l’esperienza sulla panchina dei Blues, si guadagna il soprannome “Tinkerman“, nomignolo inglese che sta a indicare una persona che spesso viene meno nei momenti cruciali, motivo per il tecnico italiano di dimostrare ancora una volta il suo valore.
Brevi parentesi al Valencia, Parma e Juventus, dove fa quello che è più bravo a fare, portare risultati importanti con i mezzi che gli vengono messi a disposizione. La sensazione per Claudio Ranieri è che il momento sia arrivato, la panchina che più ama, quella della Roma, è finalmente a portata di mano. Nel 2009 subentra a Luciano Spalletti alla guida dei giallorossi e da subito è chiaro che il legame tra lui e la città può regalare gioie ai tifosi della Magica. La squadra, capitanata da Francesco Totti, vincitore nel 2010 del premio Golden Foot, sembra rigenerata. Ranieri non sembra più essere il Tinkerman di Stamford Bridge, ma un allenatore che sa precisamente dove può arrivare la sua squadra. Così la Roma si ritrova a lottare per lo Scudetto, trovandosi prima in classifica fino alle ultime battute del campionato, quando un gol di Pazzini con la maglia della Sampdoria spegne definitivamente i sogni di milioni di sostenitori giallorossi.
Golden Foot 2022, il Principe Ranieri diventa Re
Chiusa la parentesi Roma, con l’amaro in bocca, Ranieri passa sulle panchine di Inter, Monaco e Grecia, dove nonostante alleni squadre competitive non riesce ad ottenere risultati. Nel 2015 accetta la panchina del Leicester, di nuovo in Inghilterra. In città è accolto con grande scetticismo, i tifosi ripetevano ad oltranza il motto: “Più probabile che Elvis sia vivo, che le Foxes vincano la Premier League“. Dati alla mano potrebbe anche essere vero, il massimo campionato inglese è un campo minato per via delle corazzate piene di campioni, come Harry Kane, candidato a vincere il premio Golden Foot 2022. Lavorare con uno scetticismo tale consente al Principe di Testaccio di mettere in atto una rivoluzione senza essere criticato, visto il blasone del club e le ambizioni dell’ambiente. Così tassello dopo tassello rende il King Power Stadium un vero e proprio fortino, e grazie ai colpi di Jamie Vardy ottiene sempre più credito e punti in classifica.
Dopo 10 giornate è primo da solo in Premier League e mantiene la vetta della graduatoria fino alla fine del campionato, ostacolato solo da un Arsenal voglioso di rivalsa che però come da tradizione non porta a casa il risultato. Nel maggio del 2016 il Leicester si laurea campione d’Inghilterra e Claudio Ranieri entra di diritto nella storia del calcio d’oltremanica, al pari di Carlo Ancelotti e Roberto Mancini, quest’ultimo inserito nella Promenade di Montecarlo dopo aver vinto il premio Leggende del Calcio ai Golden Foot del 2017. Ranieri viene soprannominato King Claudio, e diventa un vero e proprio idolo del calcio inglese, artefice di quella che da molti viene definita “la più grande impresa sportiva di sempre” e ufficialmente Leggenda del Calcio ai Golden Foot Awards del 2017.