Il ciclismo di oggi sta vivendo un periodo particolarmente florido. Dopo le bastonate prese negli anni passati a causa dei vari casi di doping, stiamo assistendo ad una vera e propria rinascita di questo sport. La stessa pandemia, per quanto abbia devastato per lungo tempo le nostre abitudini quotidiane, ci ha permesso di restare concentrati anche su noi stessi per un bel periodo, ed è in questi momenti che molte persone hanno deciso di tornare in bicicletta, saturando persino i meccanismi di produzione di fabbriche di livello globale.
Un altro motivo si trova però nelle corse vere e proprie, quelle dei professionisti. Per lunghi anni le tappe non presentavano nulla che potesse attrarre lo sportivo medio; oggi invece, grazie ad attacchi in solitaria dalla lunga distanza, grazie ai duelli testa a testa sulle salite più dure d’Europa e a volate serratissime, decise a volte da un paio di millimetri, il ciclismo su strada è completamente rinato. Il merito di tutto ciò è chiaramente dei protagonisti, fra questi Mathieu van der Poel, capace di dare spettacolo anche in coda al gruppetto.
Sangue francese e olandese con radici fiamminghe
Mathieu van der Poel nasce in Belgio, a Kapellen, il 19 gennaio del 1995. Suo padre era a sua volta un noto ciclista, capace di vincere persino una tappa al Tour de France, oltre ad un Giro delle Fiandre, una Amstel Gold Race, una Liegi-Bastogne-Liegi e ad assicurarsi anche il titolo di campione nazionale olandese del 1987. Adrie van der Poel non era uno qualunque sulla bici, e così non è Mathieu: lui è l’emblema della multidisciplina, capace di essere competitivo su strada, nel ciclocross e nella mountain bike.
MVDP è al contempo nipote del famosissimo Raymond Pulidor, corridore francese denominato l’eterno secondo a causa dei suoi numerosi piazzamenti alle spalle del piazzamento più pregiato. Mathieu ha dedicato proprio a suo nonno la vittoria della seconda tappa del Tour de France 2021, nella quale riuscì anche a conquistare la maglia gialla, mai indossata dal ciclista francese. Con questo sangue nobile era inevitabile che venisse fuori un fuoriclasse di questa caratura, e se aggiungiamo anche il luogo di nascita, una cittadina fiamminga, viene fuori una miscela praticamente perfetta.
Le qualità di MVDP, talento cristallino
Sin da giovanissimo, MVDP riesce ad impressionare tutti. A partire dal ciclocross, disciplina nella quale la capacità tecnica di guida è fondamentale, fino ad arrivare alla mountain bike, dove ha anche riscontrato una brutta caduta durante la gara delle Olimpiadi di Tokyo 2020, che gli impedì, per qualche settimana, di tornare sulla bicicletta. Il feeling con il ciclocross è sicuramente migliore: in questa disciplina ha vinto ben tre titoli mondiali consecutivi, dal 2018 al 2021. Van der Poel è stato anche protagonista di numerose gare, aggiungendo medaglie e trofei al suo palmares. Quando si fa il suo nome si parla di uno dei ciclisti più tecnici che la storia ricordi.
I successi sono arrivati anche su strada. Già nel 2013 riesce a conquistare il titolo di campione del mondo Juniores a Firenze, è soltanto il primo di tutta una serie di successi. Grazie anche alla sua potenza, van der Poel riesce a fare la differenza tanto in pianura quanto nelle salite pedalabili. Le sue doti da ciclocrossista gli permettono invece di essere molto abile nelle discese, dove spesso decide di attaccare per staccare il gruppo. Un repertorio così lo rende indubbiamente uno dei ciclisti più completi nel panorama internazionale, insieme al rivale Wout Van Aert. Un corridore da classiche da un giorno sensazionale.
Imperatore delle Fiandre
Tra le sue vittorie più importanti si trovano indubbiamente i due Giri delle Fiandre. Come già anticipato, nonostante corra sotto la bandiera neerlandese per seguire le orme del padre, van der Poel è nato in Belgio, esattamente nella regione dove la bicicletta non è solo un passatempo, ma si venera. Le Fiandre sono un po’ come la sua seconda casa (o prima, vedete voi), e i due successi in una delle corse più importanti al mondo non fanno altro che rendere più forte il legame con questa terra.
Il primo trionfo arriva nel 2019, dove, insieme a Van Aert e ad Alaphilippe, riesce a staccare il gruppo dopo diversi attacchi. Il francese colpirà una moto e sarà costretto al ritiro per infortunio. Restano allora van der Poel e Van Aert: il belga ha risparmiato più energie essendo rimasto a ruota del rivale; a poche centinaia di metri parte la volata, che l’olandese vincerà di pochissimi centimetri.
Il secondo successo è probabilmente ancora più bello perché ha dovuto reggere il confronto con un atleta con caratteristiche completamente diverse: Tadej Pogačar, vincitore del Tour 2020 e 2021, riesce a fare la differenza sui muri fiamminghi, ma MVDP riesce a stare a ruota nonostante la fatica immane. Arrivano così agli ultimi metri della corsa quando cominciano a rallentare: lo sloveno sa bene che van der Poel è superiore nello sprint, quindi dovrà giocarsi al meglio la sua unica carta. Nel frattempo sopraggiungono anche i due inseguitori ed è in quel momento lì che l’olandese si alza sui pedali per andare a conquistare il Fiandre 2022.
Parigi-Roubaix, odi et amo
Il rapporto di van der Poel non è ugualmente felice con la Parigi-Roubaix, la corsa più dura del mondo. È contraddistinta infatti da diversi chilometri di pavé che causano cadute, forature, rotture delle biciclette e danni fisici a tutto il corpo a causa delle eccessive vibrazioni. Quella del 2021 è stata poi particolare a causa della pioggia che ha riportato corridori e tifosi indietro nel tempo, nell’era del ciclismo eroico. L’arrivo a tre nel Velodromo di Roubaix ha poi emozionato tutti sulle tribune, a trionfare però è stato il nostro Sonny Colbrelli, solamente terzo MVDP. Grande assente invece nella Roubaix 2022, dove è arrivato quarto senza però sferrare alcun attacco significativo, motivo per cui possiamo credere che la gamba di quel giorno non era delle migliori.
Grandi giri, dal giallo al rosa e tanto spettacolo
Mathieu van der Poel non è sicuramente un corridore adatto ai Grandi giri da tre settimane per come essi sono strutturati: le lunghe salite con pendenze a doppia cifra gli impediscono di competere per la classifica generale. Quando però si è presentata l’occasione, come nella seconda tappa del Tour de France 2021 o nella prima del Giro d’Italia 2022, l’olandese è stato in grado di vincere. MVDP ha infatti messo in bacheca sia la maglia gialla sia quella rosa, trofei che arricchiscono ancor di più la sua bacheca già piena di successi.
Anche quando non è stato competitivo, come nelle tappe di salita nella Corsa rosa 2022, van der Poel ha regalato tanto spettacolo e divertimento agli appassionati presenti sulle strade. Nonostante si trovasse nelle retrovie, si esibiva in lunghe impennate che lo hanno contraddistinto insieme agli attacchi (spesso senza criterio), volti proprio ad accendere la corsa e a dare gioia a chi guarda il ciclismo. Un corridore come lui, che ha dichiarato espressamente diverse volte di correre per passione, non può essere altro che la meraviglia più totale in questo Rinascimento del ciclismo.