Back to back di weekend di gara, back to back nella penisola iberica per il round sei del Motomondiale. La MotoGP fa tappa nel tempio di Valentino Rossi e nella valle maledetta dei fenomeni, è il momento di Jerez de la Frontera. L’Europa è tornata nel calendario gare ed ospita la seconda tappa consecutiva dopo il GP di Portimao. In una settimana tanto è cambiato nella top class, sfortunatamente meno in Moto3, dolce conferma invece è quella della Moto2, al rientro da una gara folle con il maxi crash di curva 2 in Portogallo.
Se l’Europa è quanto di più vicino al Mondiale “classico” possa esserci, i Mondiali di scena nelle tre classi sono, al momento, quanto di meno solito ed usuale visto negli ultimi anni. Se in Moto3 il mini crollo azzurro sta favorendo l’armata spagnola, in Moto2 abbiamo vincitori multipli, peraltro inaspettati, così come in top class. La sensazione che un leader definito a questo Mondiale non ci fosse sembra ormai scemata con i ritorni di Bagnaia e Quartararo, così come anche quella che potesse essere un Mondiale di piazzamenti e di clamorosi outsider. L’Europa rimescola e ridefinisce equilibri, Jerez aiuta la continuazione del processo.
Moto3, doppia coppia GasGas, crollo Migno-Foggia, brilla Bertelle
QUALIFICHE – Gli unici lampi d’Italia sono stati in un Q1 con ospiti d’eccellenza. Al primo tempo di Kaito Toba sono infatti seguiti Ogden, Matteo Bertelle ed Artigas. Restano invece out dal turno successivo Holgado, Tatsu Suzuki e Stefano Nepa, ma per Bertelle è il trailer di un grande weekend, forse il migliore nella pur breve carriera. Ad attenderlo nel secondo turno di qualifiche sono Migno, Foggia e Ricky Rossi. Se per il primo Jerez sembra proprio risponder no ad ogni minimo tentativo sia nel sabato che nella domenica spagnola, per Dennis le cose sembrano poter andare un filo meglio. Strappata la terza piazza dopo un tempo senza riferimenti né scie, si vede retrocesso di una posizione quando Masia inforca la scia di Andrea Migno e viene risucchiato sino all’ultima posizione della prima fila. È doppietta GasGas davanti a tutti con Guevara a precedere il collega Garcia; Oncu, Artigas e Sasaki precedono Rossi ottavo, solo diciassettesimo il qualificato Bertelle.
GARA – Ad un grande scatto dai blocchi di partenza non segue una gara sugli stessi livelli per Dennis Foggia. Presosi subito la terza piazza viene poi risucchiato persino dal secondo gruppone, restando poi definitivamente invischiato nel ventre della gara. A guidare la corsa è il gruppo dei soliti noti nonché beniamini del pubblico di casa. Masia guida per lunghi tratti, seguito a ruota da Oncu, Garcia, Artigas, Guevara e Sasaki. Tra di loro vi è spesso stato anche Rossi, nonostante il long lap scontato per il crash nel warm up, salvo poi cadere rovinosamente a terra e salutare la compagnia. Per numerose tornate sul traguardo nulla accade, salvo piccoli mutamenti nel gruppo di testa in termini di posizioni. Studiato a più riprese l’evolversi del ventaglio di piloti apertosi in curva Lorenzo, ultima ad immettere sul rettilineo finale, Guevara comprende al meglio la situazione fiondandosi dal lato esterno per prendersi la leadership. Da quarto a primo grazie ad una sola staccata, peraltro pulitissima, Izan guida e vola dinanzi la bandiera a scacchi, lo seguono Garcia, Masia, Oncu ed Artigas. Bertelle primo degli italiani in 12° piazza, seguito da Andrea Migno, 16° Bartolini, 18° Foggia.
Moto2, prima perla Ogura: Canet duro a morire prima di Arbolino
QUALIFICHE – Il Team Asia diviene re delle qualifiche di Jerez tra Q1 e Q2. Nel primo turno Somkiat Chantra stampa il miglior tempo del weekend prendendosi il primo ticket per il turno successivo, con gli altri tre destinati ad Jorge Navarro, Albert Arenas e Bo Bendsneyder. Il secondo turno è invece affare di Ai Ogura, con la nuova stella del sol levante che si prende la prima pole in carriera. Lo seguono a ruota i due piloti di Marc VDS Tony Arbolino e Sam Lowes, seconda fila d’eccellenza con Aaron Canet, Aldeguer e Vietti, scivolato più in basso rispetto alle buone abitudini di inizio stagione.
GARA – Allo start Tony Arbolino si ritrova nel panino tra Aldeguer e Canet, finendo per perdere due posizioni ad uscita di curva 1 rispetto a quella guadagnatosi in qualifica. Il gruppone si frammenta sin dalle prime tornate con Ogura, Canet e Tony che provano la fuga solitaria; Lowes, Chantra e Celestino Vietti provano a tenere il loro passo, salvo però non riuscirci e concretizzare il tentativo dei tre leader. A pagare più di tutti le conseguenze sono il britannico ed il thailandese che, non reggendo il forcing là davanti, finiscono parcheggiando le Kalex nella ghiaia spagnola. Cele si ritrova come d’incanto in una quarta posizione che, considerando l’andamento del weekend, appare come un risultato ben più che positivo. Dietro di sé va in scena lo strike di Jake Dixon ai danni di Fermin Aldeguer, con il talentino di casa che si ritrova incolpevolmente a terra. Il disastro spagnolo, con le cadute dei baby talenti Aldeguer ed Acosta, quest’ultimo down nei primissimi giri, viene rimediato da un aitante Aaron Canet che davanti vola infilando Arbolino dalla destra, salvo però non riprendere mai un Ogura dal passo gara inarrivabile.
Dopo la frattura di polso e dita della mano destra in quel di Portimao, il pilota del team Pons rientra in pista a soli quattro giorni dall’intervento alle parti in causa e regge un ritmo infernale in vetta. A 5 dalla fine Vietti perde la posizione vedendosi infilata da Schrotter, così come alla stessa maniera i due inseguitori perdono di vista il nipponico che si avvia al primo trionfo in carriera. Quando lo spagnolo in seconda piazza pare non averne definitivamente più, Arbolino tenta di risanare velocemente il gap, salvo poi incappare in un dolore che accende incubi di sindrome compartimentale. Ai Ogura è un nuovo race winner e precede Canet–Arbolino, Augusto Fernandez e Schrotter precedono Vietti che limita i danni di un secondo GP difficile consecutivo. Nota di merito per Ale Zaccone che sfiora la prima top-10 in carriera Moto2 terminando 11°. Vietti quota 100 in classifica Mondiale, a precedere un inaspettato Ogura a -19 ed Arbolino, che ancora una volta da conferma di grandi passi avanti, talento e costanza, a 30 lunghezze, una in meno di Canet.
MotoGP, Bagnaia è tornato: le perturbazioni della nuvola rossa tengono Quartararo a debita distanza
QUALIFICHE – È Q1 a stampo Ducati quello che va in scena ad Jerez: Zarco sul finale precede un Bezzecchi leader per tutto il turno, restano invece out Pol Espargaro, Alex Rins e Franco Morbidelli. Con un Marc Marquez conservatore nel venerdì di prove, il sabato di Spagna può ammirare la casella pole position a diverse trame di colori tra il pilota HRC, candidato naturale alle vette, Bagnaia e Quartararo. Quest’ultimo si prende la prima casella virtuale al primo tempo timbrato in Q2, prima di vedere Joan Mir scivolare in curva 1 ed ammirare il giallo della bandiera esposta nel primo settore a cancellare i giri dei piloti pronti a rilanciarsi. Non è un problema che tange Pecco Bagnaia questo, dopo tre folli caschi rossi firma in rosso Panigale anche un quarto settore d’autore stampando davanti a tutti un 1:36:170 inavvicinabile da ogni umano. Per un azzurro che sale se ne presenta un altro, rispondente al nome della Bestia che, dopo quella di Portogallo, assaggia il sapore anche della ghiaia di Spagna al momento di lanciarsi per il giro da prima fila. Ultimo sussulto di un sabato folle a firma Aprilia ed Espargaro, con Aleix che si posiziona al margine della prima fila alle spalle di Quartararo. A seguire la moto di Noale sono Miller e Marquez, da segnalare Bezzecchi in ottava a precedere Mir, Martin e Bastianini.
GARA – La sensazione che molto di Jerez possa essere deciso dal rilascio della frizione allo spegnimento dei semafori c’è. Quartararo prova sensazione e super start, Bagnaia però fa meglio di lui ed entra primo in curva 1, così come accade per ogni altra curva che lo separa dalla bandiera a scacchi. Quartararo ammira gli scarichi della Desmo per ogni centimetro di gara, spesso gli si avvicina, altre volte ne vede i contorni farsi meno definiti per via della guerra di centesimi che in alcune occasioni lo sfavorisce. Quello dei due è un mestiere diverso da quello dei seminati rivali, un gap di oltre 10 secondi concede ai fiumi di pubblico raccoltisi nei pressi della pista un breve e rapido respiro, prima del transito della carovana degli inseguitori, con in realtà ben poco da inseguire. Miller guida la lotta, ancora dalle acque tranquille, con Marquez ed Aleix. Dietro Bezzecchi mantiene l’ottava piazza davanti a Binder e Bastianini. Per il duo Pramac è notte fonda quando Jorge Martin precede il collega nell’ennesima caduta stagionale. A 5 dal termine Marquez decide che è il momento di porre fine a buone maniere e tranquillità infilando dunque il capogruppo australiano. Espargaro sente di seguire il Marc pensiero e, dopo un solo giro, infila a sua volta Miller.
La curva Lorenzo è teatro di stravolgimenti quando Aleix dapprima buca un pilota Ducati arrendevole e, notando le difficoltà di Marquez in uscita di curva, decide di riuscire nella doppia infilata valida per il terzo posto. Lo spagnolo, quello in Honda, è costretto a far perno sui propri arti superiori per non gettare la moto a poco dal termine della gara. L’opera di cui si rende protagonista è di quelle d’altri tempi, o meglio di quelli precedenti ad Jerez 2020. Per un istante i fantasmi dell’infortunio tornano, il gomito sinistro li scaccia rapidamente via prima che infestino pista e mente. Miller come detto non oppone grande resistenza, Espargaro saluta la compagnia e prenota un posto d’onore per il podio, Marquez fa sua una quarta piazza che, come da lui stesso annunciato prima della gara, era difficilmente raggiungibile.
Davanti Quartararo prova a beffare l’avversario sul finale, ma precisione, costanza ed equilibrio lunghi 24 giri + 1 non lasciano spazio a replica alcuna. Il Diablo si avvicina, ma l’inferno questa volta è tinto di rosso, come la nuvola che sospinge Bagnaia per tutta la gara. La MotoGP è back in red, Pecco è grande come lo slam, la nuvola rossa è tornata al tanto agognato dominio. Pole, vittoria, prima posizione mantenuta per ogni millimetro dipinto dalla sua Ducati in gara, giro veloce: cronaca di un dominio incontrastato inaspettato ma da lungo tempo atteso, Bagnaia c’è, ai lampi di rinascita di Portimao è seguito l’arrivare della nuvola rossa e la perturbazione scaccia-Quartararo. Al messaggio Mondiale di Pecco seguono come detto il Diablo, il terzo posto al sapore d’addio alle concessioni dell’Aprilia di Aleix, Marquez, Miller e Mir. Sul finale Bastianini buca un sontuoso rookie Bezzecchi e gli sfila l’ottava posizione. Vinales 14° precede il quartetto azzurro con Morbidelli, Marini, Dovizioso e Di Giannantonio.
MotoGP, Top&Flop
TOP –
- Bagnaia 10: Pecco is back. Per chi lo dava già per spacciato la prestazione sontuosa di Jerez servirà come prova in testimonianza del fatto che Bagnaia c’è, lotta e vince ancora una volta. Meravigliosamente Ducati e meravigliosamente Bagnaia sul tetto di Spagna per un giorno, non ancora del mondo in quanto il leader in classifica è il rivale Quartararo. La ricostruzione che ha avuto inizio a Portimao ha conosciuto un secondo mattoncino a tinte giallorosse, come la bandiera spagnola. Il tempo c’è, le gare anche, Pecco punta alla vetta.
- Quartararo 9: Il Diablo porta a termine un lavoro clamoroso lungo un weekend intero, un lavoro da dieci. A sottrarre uno al voto che dimostra di meritare è il rivale Bagnaia. In tre giorni gli sottrae l’1 della pole position, l’1 della gara e l’1 del podio. Il messaggio arriva forte e chiaro a Quartararo ed al Mondiale, con un Pecco in queste condizioni c’è poco da discutere, anche per un campione del mondo in un weekend perfetto, peraltro su uno dei propri circuiti.
- Bezzecchi 8: Primo anno in MotoGP, sesta gara e nona posizione su una pista piuttosto tecnica. Così si spiega l’8 di Marco Bezzecchi il quale, ad una grande prestazione in qualifica ne fa succedere una di altrettanto livello in gara. Bez c’è e manda un segnale forte a Ducati, Team VR46 e soprattutto al compagno di squadra, ancora una volta dietro, ancora una volta molto indietro, ancora una volta non a punti.
- Espargaro 8: Aleix a portato a termine un impresa made in Noale. Le concessioni sono andate, così come lui una volta infilati Miller e Marquez. Gara intelligente ed attenta, così come il progetto Aprilia che, da oggi, non potrà più far leva sulle concessioni per una moto che, quantomeno tra le mani di Espargaro, ha dimostrato di essere competitiva. Terzo podio in campionato, secondo consecutivo e secondo posto in campionato: ingredienti per una festa spagnola.
FLOP –
- Miller 5,5: La gara è comunque buona, ma non positiva. Si fa sfuggire troppo rapidamente via Bagnaia e Quartararo, che hanno comunque dimostrato di essere qualche gradino sopra la concorrenza se in giornata. Guida il gruppetto con Marquez ed Espargaro per lunghi tratti, salvo poi non riuscire a riprendersi il podio non appena infilato dal duo spagnolo. Poco mordente per un pilota che di questo si ciba e che, come accaduto ad Jerez, si trova in ottime posizioni ma, al momento di concludere, troppo spesso fallisce lo sparo decisivo.
- Martin 3: Gara opaca come qualifica e, più ad ampio raggio, come la stagione. Il peso della futura Ducati ufficiale grava sulle spalle sue e di Bastianini, che comunque chiude ottavo dopo due vittorie in stagione. L’ennesima caduta è l’emblema di un momento no, così come anche di un pilota che risulta essere troppo solito a non terminare i gran premi.