MotoGP, Bastianini corona un Qatar tricolore nel segno di Valentino

Nicola Liberti A cura di Nicola Liberti
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Il round 1 del Mondiale MotoGP 2022 si consuma tra le dune di Losail. Il suggestivo teatro entro il quale si snodano le curve del tracciato qatariota regala gioie ai colori azzurri. La condizione dei piloti italiani è andata in crescendo sin dal primo turno di libere. La triade romagnola getta le basi per la domenica da sogno già nel tardo pomeriggio di sabato: Migno, Vietti e Bastianini si prendono la prima fila. Gara di testa sin dallo spegnimento dei semafori per tutti e tre, sino al passaggio davanti a tutti dinanzi la bandiera a scacchi. Se il buongiorno si vede dal mattino, grandi annate e campioni si vedono dalla buonanotte del Qatar.

Valentino Rossi
Valentino Rossi

Eredità azzurra nel segno di Valentino Rossi. Il destino di Valentino s’intreccia con la storia della MotoGP. Abbandonato il mondiale la scorsa stagione, al primo giorno della nuova nasce la figlia Giulietta. Come evidenza l’amico Pecco il venerdì: “I segni non sono mai lì per caso“. La profezia Bagnaia si avvera. Tripletta storica a monopolizzare il Qatar. Alla prima gara della storia senza il 46 in pista la sua eredità, la sua Academy, fa doppietta. Nella notte ci pensa la Bestia a trasformare il sogno in realtà. È tripletta. Il tricolore svetta sempre sul gradino più alto del podio. Tricolore tre volte primo in gara ed in campionato. Non accadeva che tre piloti italiani fossero primi nelle tre classi del Motomondiale dal 1996, anno d’Esordio di Valentino…

Andrea Migno
Andrea Migno

Moto3, Migno per l’atto I azzurro

QUALIFICA – Andrea Migno e Dennis Foggia giungono al secondo turno di qualifica con il mindset di chi sa di potersi prendere la prima fila. I due sanno di poter e dover dire la loro nella contesa Mondiale e, dunque, necessitano di un messaggio forte al resto della griglia sin dal primo weekend di gara. Dopo un primo non esaltante time attack, il gruppone rientra ai box per il cambio gomme. Trascorsi gli interminabili secondi, sfociati quasi nel minuto, di strategica attesa dell’uscita degli avversari, i piloti rientrano in pista per l’ultimo attacco. Le strategie si rivelano non molto fruttuose per diversi piloti in griglia, al termine della Q2 verranno infatti penalizzati dalla direzione gara il duo Leopard (Suzuki, Foggia) ed Izan Guevara. Il trio è costretto ad iniziare dal fondo dello schieramento ed a compiere un long lap penalty, salvo Dennis costretto al doppio della pena. Un Ayumu Sasaki in stato di grazia coglie il secondo miglior tempo alle spalle di Guevara, Migno primo degli italiani 4° (scattato in terza piazza grazie alla penalità inferta allo spagnolo). Foggia conquista una buona quanto inutile quinta posizione.

GARA – Con tre dei principali protagonisti della categoria costretti al fondo della griglia, le prime file pregustano il sapore della vittoria. Sasaki fa saltare il banco scattando impeccabilmente e prendendo il comando della corsa. Per diverse tornate impone un ritmo infernale che gli avversari non sembrano in grado di reggere. Profilatasi come una delle più insolite gare di Moto3, il giapponese riporta la normalità contro ogni proprio volere. Salvato in extremis un rischioso high side, il pilota del team Sterilgarda finisce per atterrare sulla propria carena staccandola di fatto dal corpo del veicolo. Salutato ormai il concetto di aerodinamicità con il fianco sinistro della carena a fare effetto vela, il rider scivola inesorabilmente verso il fondo della classifica. A cogliere la chance è Andrea Migno che prende il comando della corsa senza più lasciarlo. Inutili i tentativi d’attacco di Garcia, Oncu e Masia. Un sontuoso lavoro invernale degli Snipers consente al pilota di Saludecio di non essere superabile sul rettilineo, nemmeno a favore di scia. Andrea Migno, divenuto un tutt’uno col Mig-16, si impone in volata per soli 37 millesimi davanti a Sergio Garcia. Solamente tezo Kaito Toba, settimo Foggia autore di una clamorosa rimonta.

Celestino Vietti
Celestino Vietti

Moto2, È Celestino il cielo sopra il Qatar

QUALIFICA –  È ancora Italia anche in Moto2 sin dal sabato qatariota. Dopo discreti turni di libere, è dominio azzurro in qualifica. L’attesa del rookie maravilla Pedro Acosta rimane tale, il tiburon spagnolo rimane sempre sotto il livello dell’acqua. A qualche minuto dal termine perde l’anteriore nell’ultima curva rischiando di far perdere anche il tempo ad Arbolino, è decimo. Quest’ultimo, l’altro tiburon, quello italiano, si prende inizialmente la pole salvo poi cederla al nuovo compagno di box Sam Lowes. A bandiera a scacchi già esposta Celestino Vietti pesca dal cilindro un t4 irreale e conquista la seconda piazza. Conclusosi anche il Q2 la direzione gara cancella il giro del poleman inglese. Ridisegnata la griglia là davanti: Vietti apripista, 2° Tony Arbolino davanti al compagno Lowes. La doppietta tricolore lascia più speranze al pilota della VR46 per la domenica. Intorno a Tony inizia ad aleggiare l’aria dell’impresa in qualifica, prontamente scacciata con dichiarazioni decise, dichiarazioni di chi è conscio del proprio enorme potenziale: “Non potevo desiderare inizio migliore, queste sono le posizioni dove voglio stare e dove starò“.

GARA – Domenica senza possibilità di appello alcuna ad un Vietti inavvicinabile per chiunque. Scattato dalla prima casella mantiene la prima piazza sino al traguardo. È doppietta Italia, è GrandCelinChelem. Il cielo sopra il Qatar si tinge di Celestino. Nulla può un Aaron Canet che per lunghi tratti di gara ha tentato di rosicchiare decimi al pilota della VR, salvo poi arrendersi a pochi giri dal termine. L’incessante lotta per il terzo gradino del podio si è consumata sino all’ultima curva, la quale ha visto Sam Lowes uscire più veloce dell’ex compagno di team Augusto Fernandez. La staccata infernale di un velocissimo Ai Ogura lo costringe alla sesta piazza, persa la quinta in favore di Tony Arbolino. Quest’ultimo, dipinto nel pre-gara come difficilmente in grado di mantenere il passo dei primissimi, ha sfoderato una grande prestazione lottando per il podio sino alla tornata finale. Ad inguaiarlo una folle ingranata inavvertitamente a pochi passaggi dal termine.

Enea Bastianini
Enea Bastianini

MotoGP, Bestia che gara

QUALIFICA –  Il rischio di perdere un protagonista del calibro di Fabio Quartararo non si concretizza, El Diablo si qualifica con l’ultimo slot della Q1. Nota di merito per Marco Bezzecchi, alla prima qualifica in carriera nella classe regina ne mette ben 9 alle proprie spalle. Q2 al via tra i punzecchiamenti Marquez-Mir, con il primo alle prese col solito mind game nei confronti dell’iridato nel 2020. La qualifica di Marc si articola nella solita ricerca di scie Ducati, poco male: conclude terzo. Jorge Martin conferma il gradimento per il tracciato e la scia di Pol Espargaro con la pole position, illude Miller col quarto tempo. Deludono gli attesissimi Bagnaia e Quartararo, rispettivamente 9° e 11°. Ultimo citato in quanto ultimo a registrare il tempo è Enea Bastianini. Alla prima Q nel Team Gresini inchioda un tempone secondo in classifica. La Bestia, conquistatosi il risultato senza ausilio di traini, fornisce il trailer di una domenica bestiale.

GARA – Un ottimo start di Pol Espargaro illude Honda della possibilità di una doppietta. Sfruttando la doppia soft Polyccio prova a fare la lepre, salvo non aver fatto i conti con la Bestia predatrice. Il distacco di quasi 1.5s resta costante per diversi giri. Nelle retrovie si consuma nel frattempo l’ecatombe Ducati. I problemi d’elettronica di Jack Miller aprono le danze per il disastro della rossa. A dargli seguito sono le cadute di Bezzecchi, autore sino ad allora di una prestazione inaspettata per un rookie, ed il rovinoso strike di Pecco Bagnaia che in un colpo solo mette out sé ed un Jorge Martin ugualmente arrancante. Il ‘Profondo Rosso’ viene cancellato dall’entrata in scena di Enea Bastianini. L’oculata scelta delle gomme, unita ad una gestione della gara da pilota navigato gli consentono di risalire saggiamente dalla quinta posizione sino alle spalle di Pol Espargaro. Eroso rapidamente il vantaggio del rider HRC si porta al comando della gara, poi vinta. Chiudono 5° Marquez, seguito dal duo Suzuki che ha illuso nelle prove del venerdì, solo 9° Quartararo, a punti Morbidelli, Marini e Dovizioso.

Capolavoro di classe e tecnica di Enea che s’intreccia con la storia. Debuttante in Moto3 nello Junior Team di Fausto Gresini, lascia la squadra per proseguire la scalata verso l’olimpo del motociclismo. Raggiunta la MotoGP torna nella famiglia Gresini, in un team che non sarebbe nemmeno dovuto nascere per via della scomparsa di Fausto. L’eredità la raccoglie la moglie Nadia, in lacrime durante gli ultimi due giri, i successi li raccoglie Enea. Questa è per Fausto.

Bastianini
Bastianini

MotoGP, Top&Flop

  • E. Bastianini 10: Sontuosa prestazione che tiene a galla la Ducati affondata nelle sabbie mobili del Qatar. Vittoria da pilota esperto, sfodera una gara clamorosa al debutto in Gresini. Questa è per Fausto.
  • A. Espargaro 8.5: Lampo Aprilia nella notte di Losail. Si contrappone ad un Viñales opaco come poche volte in carriera. Rischia di giocarsi il podio, conclude col minor gap dal primo nella storia della casa di Noale in MotoGP: +2.242s
  • P. Espargaro 7.5: Termina davanti al fratello ma ottiene un voto in meno. Paga la scelta errata delle gomme, come da sua stessa ammissione, con un paio di giri in più avrebbe perso il podio.
  • Quartararo 5: Meriterebbe un voto inferiore, prestazione opaca inaccettabile dal Campione del Mondo in carica. Salvato dal disastro di Bagnaia e dal duo spagnolo Marquez-Mir che non gli prendono troppi punti di vantaggio.
  • Ducati 4: Quattro come le Ducati giunte indenni sulla linea del traguardo. Ai problemi di elettronica di Miller si aggiungono la scivolata di Bezzecchi, comprensibile per un rookie autore di una grande gara sino ad allora, e lo strike di Bagnaia. Fossero giunti tutti al traguardo, le prestazioni sarebbero comunque state ampiamente insufficienti.
  • Bagnaia 2: Le difficoltà, già emerse già dalle prove del venerdì, si sono riconfermate e ripresentate nel finale del weekend. Lo strike verso il compagno di marca Martin è sacrilegio per chi punta con decisione al Mondiale. Un Pecco apparso disturbato psicologicamente in questo avvio.

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