Il Derby d’Italia è la sfida più affascinante nel nostro Paese. Un’accanita rivalità nata nel lontano 1961 e protrattasi fino a oggi, che riscalda sempre le due tifoserie ormai da oltre mezzo secolo, sempre con la stessa intensità. Juventus-Inter è un dualismo intrigante e sempre ricco di polemiche, stoccate, che spesso e volentieri si è riflettuto in gare anche decisive per l’assegnazione di un campionato.
Non per nulla viene definito il Derby d’Italia, un appellativo che racchiude in sé tutta l’essenza di una rivalità nata in ufficio e sviluppatasi in campo, capace di andare al di là delle stracittadine. Dal famosissimo 9-1 al famigerato 5 maggio, passando per Calciopoli. Ma non è stato solo il rettangolo verde a rendere affascinante il duello Juve-Inter, probabilmente la partita più attesa ogni anno. Gli screzi e i colpi bassi si riflettono non di rado anche sul mercato, con continui scippi e colpi ad effetto, atti il più delle volte a danneggiare sportivamente i propri avversari.
Ed è proprio quello che accade in tutte le sessioni di mercato. Inverno o estate che sia, Juventus e Inter rimangono guardinghe, quasi prestando maggiore attenzione alle mosse rivali che alle proprie. E anche quest’anno, lo sgarbo non è mancato. La Vecchia Signora è stata capace di soffiare Juan Cabal ai nerazzurri, nella più classica delle entrate a gamba tesa. Per indebolire (e infastidire) l’altro, ogni mossa è consentita. Ma quello del colombiano è solo l’ultimo colpo basso, in una storia densa di ripetuti torti sul mercato, con l’unico, ben definito, scopo di arrivare davanti alla rivale a fine stagione.
Cabal l’ultimo scippo
Il gentlemen agreement passa in secondo piano quando la posta in palio è così alta. Perché diciamocelo chiaramente: ciascuno di noi è disposto a tutto, anche a mettere da parte la correttezza (in alcuni casi) pur di dare un dispiacere al proprio peggior nemico. Ragione per cui la Juventus non si è fatta problemi ad avanzare quando ha capito di poter mettere le mani su Juan Cabal, strappandolo alla rivale di sempre.
L’Inter ha corteggiato il difensore, uno dei perni del miracoloso Verona di Baroni, in grado di mettersi in mostra nella stagione appena trascorsa. Invece, nel pieno della trattativa, Cabal è stato sedotto dalla Juventus, una chiamata quasi irrinunciabile. Uno scatenato Cristiano Giuntoli non ha perso tempo, inserendosi senza troppi fronzoli e chiudendo un affare da 12 milioni complessivi.
Un ulteriore tassello va ad aggiungersi a una retroguardia che ha visto sfumare Calafiori in maniera inequivocabile. Un ripiego che però potrebbe giocarsi le proprie carte e crescere sotto la sapiente direzione di Thiago Motta. Come affermato in precedenza, Cabal è solo l’ultimo grande sgarbo in un’eterna guerra sportiva. Fra trattative sfumate e ripensamenti dell’ultimo minuto, Juventus-Inter ha trovato il modo di infiammare ogni sessione di mercato.
La beffa Platini
Uno dei maggiori What If della storia del pallone è il mancato passaggio di Michel Platini all’Inter. Corre l’anno 1978 e Le Roi è l’uomo copertina del Nancy e della Francia. Inoltre, in Italia si ventila la riapertura delle frontiere, chiuse dal 1966. I nerazzurri corteggiano il campione francese, anche se l’impossibilità di accogliere gli stranieri ritarda i piani della società meneghina.
Platini accetta la richiesta del club, pur fra lo scetticismo del tecnico Eugenio Bersellini. In attesa della riapertura delle frontiere, il presidente dell’Inter, Ivanoe Fraizzoli ottiene un sì preliminare da parte del giocatore. Ma la faccenda cambia nei mesi successivi, visto che il patron nerazzurro si lascia influenzare dalle voci che parlano di un Michel fragile fisicamente.
In questa situazione, l’Inter si defila, cosicché la Juventus ne approfitta, in virtù della riapertura delle frontiere e grazie anche alle entrature francesi di Gianni Agnelli. L’Avvocato avvicina Platini conducendo una trattativa sotto traccia fino al 30 aprile 1982, ultimo giorno utile per ufficializzare gli stranieri in vista della stagione seguente. Dapprima, Le Roi avvisa i nerazzurri, che però hanno ormai rinunciato al proprio diritto di prelazione sul fuoriclasse. Quell’affare riscriverà la storia bianconera.
Stankovic, il capolavoro di Moratti
E se Platini è considerato il capolavoro dell’Avvocato Agnelli, con l’immortale citazione del tozzo di pane e del caviale, l’Inter ha la sua parziale rivincita nel 2004. Massimo Moratti mette a segno una delle operazioni concretizzatesi nel mercato di gennaio.
Il patron nerazzurro vince la concorrenza della Juventus per Dejan Stankovic, strappandolo alla Lazio per 4 milioni di euro più la compartecipazione di Goran Pandev. Il serbo sarà uno dei pilastri dell’Inter, giocando un ruolo decisivo anche nella conquista del Triplete targato José Mourinho.
Guarin-Vucinic: la vittoria dei tifosi
Nel 2014 Juventus e Inter imbastiscono un maxi scambio che scatena curiosità e pareri contrastanti tra le due tifoserie. Per esigenze differenti, le società mettono sul piatto rispettivamente Mirko Vucinic, ai margini della rosa bianconera, e Fredy Guarin, titolare in pianta stabile nel centrocampo interista. Siamo a gennaio e il campionato è già indirizzato verso Torino, dove il rullo compressore di Antonio Conte ha fatto il vuoto alle proprie spalle.
E lo status della Juventus non lascia troppo spazio alle discussioni quando si tratta di chiudere un affare, soprattutto in Italia. Trovato l’accordo fra le due dirigenze: Vucinic all’Inter e Guarin alla Juve. Finché non si alza una voce, anzi un coro. Il più importante nel mondo calcistico. I tifosi nerazzurri non digeriscono quello scambio, scendendo in piazza per trattenere il centrocampista colombiano.
Una protesta vera, rumorosa e decisa. Un’insurrezione che la dirigenza interista non può ignorare. Il presidente Thohir blocca una trattativa ormai chiusa, mandando su tutte le furie la Juventus, esterrefatta per quell’affare a cui mancavano solamente le firme. Il Derby d’Italia è anche questo.
L’enigmatico Lukaku
Con un salto in avanti nel tempo, ci rechiamo al 2023, quando la trattativa per Romelu Lukaku ha attirato i riflettori del mercato per circa un mese. Il belga è tornato al Chelsea dopo l’anno in prestito a Milano, anche se i nerazzurri proseguono nella loro opera di corteggiamento. Ma Big Rom tiene tutti sulle spine per svariate settimane, senza rispondere alle chiamate dei dirigenti dell’Inter.
Allo stesso tempo però, Lukaku dialoga con la Juventus, con la prospettiva di trasferirsi alla corte di Massimiliano Allegri come post Vlahovic. E nel momento in cui questo affare viene alla luce, l’Inter non vuole più saperne, chiudendo definitivamente la faccenda. Big Rom non andrà nemmeno a Torino, scegliendo infine di dire sì alla Roma.
L’affaire Bremer
Senza ombra di dubbio, una delle vittorie più clamorose della Juve sull’Inter negli ultimi anni è datata 20 luglio 2022. Non si tratta del risultato di un Derby d’Italia, bensì del trasferimento di Gleison Bremer. Il brasiliano ha raggiunto la consacrazione, dopo una sfavillante stagione con la maglia del Torino.
Le sue qualità lo rendono perfetto per la difesa a tre, utilizzata da Juventus e Inter, visto che al centro della retroguardia ha fatto sfoggio di eleganza, temperamento, abilità aerea e marcatura. Doti da difensore vecchio stampo, a cui si aggiunge un’ottima tecnica, ideale per la costruzione dal basso. Chiaramente, il Torino non intende svenderlo e gli appiccica una targhetta con su scritto “50 milioni”. In sostanza, chi lo vuole, deve pagarlo.
L’Inter vice-campione d’Italia è ormai a un passo dalla chiusura dell’affare, soprattutto con il vecchio volpone Marotta a trattarne di persona l’acquisto. All’ultimo momento però si inserisce la Juventus, fresca della cessione di Matthijs de Ligt al Bayern Monaco. Proprio questa operazione è la chiave di volta, dal momento che, con un autentico blitz, i bianconeri portano a casa Bremer, per l’ingente somma di 41 milioni più 8 di bonus.
Lo sgarbo Djalò
Meno nobile di Bremer, ma altrettanto rumoroso è stato invece l’affare che ha portato alla Continassa Tjago Djalò. Il difensore del Lille è da tempo nel mirino di Beppe Marotta, che però calibra bene le risorse economiche, tutt’altro che illimitate. Approfittando di un contratto in scadenza a luglio 2024, il dirigente nerazzurro si accorda (o perlomeno crede) per un passaggio all’Inter a parametro zero in estate.
Anche stavolta irrompe la Juventus targata Cristiano Giuntoli, il quale, in tempi brevissimi, raggiunge l’intesa con il Lille per acquistare il giocatore subito a gennaio. Chiaramente la società francese non ci pensa due volte a monetizzare la cessione del proprio difensore. Ed proprio così che Djalò si trasferisce alla Continassa, dove però non viene mai utilizzato da Massimiliano Allegri. Un’operazione più di disturbo che di reale necessità. Un ulteriore smacco all’immagine nerazzurra.
Derby d’Italia: questione di famiglia
Per quanto distanti e inimicate dall’appartenenza calcistica, Juventus e Inter sono molto più legate di quanto non si creda. Non dal punto di vista sportivo, sia chiaro, ma le loro storie, come abbiamo visto, si intrecciano spesso e volentieri. E la famiglia Thuram, a partire dal campionato 2024/25 potrà vivere un’autentica guerra (sportiva) civile. Anzi, si potrebbe affermare fratricida.
Se Lilian Thuram è uno dei simboli della Juventus di inizio XXI secolo, i suoi due figli sono attesi da due destini opposti, ma che (inevitabilmente) si incroceranno. L’Inter ha portato in Italia Marcus, il primogenito, ed è stata a un passo dall’acquisto di Khephren. Forse era troppo, vista la chiara fede bianconera del padre. Anche in questo caso, Giuntoli ha distrutto i piani di Marotta.
La Vecchia Signora ha sfruttato il momento di incertezza dilagante in casa nerazzurra, viste le pratiche da sbrigare dopo il cambio di proprietà, piombando sul giocatore e conducendo un blitz che ha indotto Khephren a dire sì alla Juventus, senza nemmeno troppa attesa. Un Thuram torna a vestire la maglia bianconera, e l’anno prossimo si prospetta un derby nel Derby, con i due fratelli protagonisti e avversari in campo. Chissà per chi farà il tifo papà Lilian.