Retegui all’Atalanta, Dea (nero)azzurra: Gasperini la guida di Spalletti

L'Atalanta ha trovato il sostituto di Scamacca, acquistando Mateo Retegui dal Genoa: un trasferimento dai molteplici significati, per la Dea e per la Nazionale. Spalletti osserverà con grande curiosità e interesse il lavoro di Gasperini

Lorenzo Ferrai A cura di Lorenzo Ferrai
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L’infortunio di Scamacca ha messo l’Atalanta spalle al muro. Dopo una stagione sfavillante, pur con un Europeo al di sotto delle aspettative, la Dea ha perso il proprio bomber, nonché miglior marcatore nell’annata appena trascorsa. Gli orobici si sono trovati così senza il centravanti pochi giorni dalla finale di Supercoppa europea contro il Real Madrid di Mbappé e Bellingham.

Un ulteriore colpo basso per una squadra che dovrà rimanere senza il giovane rampante Scalvini perlomeno sino a fine 2024.Ebbene, la disgrazia sportiva non ha minimamente scomposto la dirigenza orobica, in grado di muoversi tempestivamente e rimpiazzare in pochissimo tempo il proprio numero 90. L’Atalanta ha effettuato un autentico blitz, grazie a cui ha raggiunto un accordo-lampo col Genoa per Mateo Retegui.

Dopo un solo anno in Serie A, l’italo-argentino, già nel giro della Nazionale, ha dunque l’opportunità di compiere il salto di qualità tanto decantato, ma mai arrivato fino a questo momento. L’Atalanta ha scelto di credere in Retegui, nonostante le caratteristiche differenti da quelle di Scamacca. Ora tocca a Gasperini sgrezzare l’attaccante, mentre Luciano Spalletti dovrà solamente prendere appunti.

Scamacca con la maglia dell'Atalanta
Scamacca con la maglia dell’Atalanta

Eredità pesante

Retegui arriva a Bergamo in condizioni non proprio ideali. Il classe ’99 non avrà infatti modo di ambientarsi, dal momento che, presumibilmente, sarà lui il terminale offensivo di Gasperini nella finale di Supercoppa europea contro i campioni d’Europa del Real Madrid. Ma non solo. Il centravanti oriundo dovrà raccogliere fin da subito la pesantissima eredità di Scamacca.

Lo stop di sei mesi a cui va incontro il numero 90 della Dea, lascia ben poco spazio ai classici tempi di ambientamento. Retegui ha il compito di essere decisivo immediatamente, magari già contro i Blancos di Ancelotti. Per la verità siamo sulla Luna con questa ipotesi, ma va anche detto che Mateo da San Fernando è un attaccante che offre varie soluzioni.

La sua indole e il suo fisico non lo rendono un bomber di razza, benché abbia le caratteristiche dell’ariete. Retegui è piuttosto un centravanti boa “di fatica”, una sorta di sgobbone che si incarica di mettere pressione alle difese avversarie, così da eludere la costruzione dal basso e favorire il recupero palla alto, di cui l’Atalanta di Gasperini si è sempre cibata.

Pregi e difetti

Meno elegante e tecnico di Scamacca, Retegui conserva il grande pregio della tigna. Conscio dei suoi limiti qualitativi, l’italo-argentino è uno che non si risparmia, sempre pronto a dare l’anima in campo. Questa grande fatica lo porta non di rado a non essere troppo puntuale all’appuntamento con il gol. Lo dimostrano i 9 gol in 31 apparizioni con Genoa.

Un po’ pochini per un centravanti, benché la nuova avventura all’Atalanta potrebbe spalancare le porte a un nuovo Mateo. Sicuramente, Retegui ha le carte in regola per calarsi alla perfezione nella parte di “uomo di Gasperini“, visto che il Gasp è rinomato per i suoi allenamenti sfiancanti, volti a far andare u suoi giocatori a velocità doppia rispetto agli avversari.

E in questo Retegui ha ben poco da imparare. I movimenti ci sono, la verve e la garra anche. Mancano solamente il concetto del correre con intelligenza, un principio, se vogliamo, estremizzato dall’Atalanta, che l’ha reso il suo marchio di fabbrica. Retegui non sarà Scamacca, e nemmeno Lookman, ma ha le doti di lavoratore infaticabile, caratteristiche apprezzate da un condottiero rigido e meticoloso come Gasperini.

Questione di contesti

L’approdo all’Atalanta rappresenta una specie di trampolino di lancio per Retegui, ora immerso in un contesto totalmente differente da quello genovese. Geografico e calcistico. Dal mare alla montagna, dalla salvezza alla Champions. Una sorta di salto spazio-temporale impronosticabile, nonostante l’ex Tigre avesse diverse estimatrici.

La grande occasione è finalmente arrivata e il Genoa ha dovuto a malincuore privarsi del proprio centravanti. L’affare concluso dall’Atalanta (22 milioni più 3 di bonus) implica una nuova dimensione per Retegui, chiamato per l’appunto a raccogliere (seppure temporaneamente) l’eredità di Scamacca, perlomeno finché il 90 non tornerà nuovamente arruolabile.

Ma con un infortunio grave come quello del centravanti romano, il compito di Retegui assume una portata ben più ampia del semplice vice. Difatti, infortuni come quello di Scamacca, difficilmente rendono possibile il ritorno a pieno regime nella stessa stagione. È presumibile pensare dunque che l’italo-argentino possa essere elevato a vero centravanti titolare, al limite in grado di contendersi il ruolo di punta con Lookman.

Gasperini chiede sacrificio, ma anche gol. Anche quelli sono nel DNA di Retegui, benché il giocatore stesso sia consapevole delle pressioni a cui verrà inevitabilmente sottoposto. Ben presto arriverà inoltre il suo esordio in Champions. Solo a quel punto potremo capire di che pasta è veramente fatto Mateo da San Fernando.

Luciano prende appunti

Retegui all’Atalanta ridisegna completamente il reparto offensivo di Gasperini. Allo stesso tempo però, anche Luciano Spalletti dovrà prestare un occhio particolare al comportamento del centravanti della Nazionale. La magra figura rimediata in Germania ha fatto sorgere più di qualche dubbio sulle scelte del nostro CT, ora a caccia di risposte, almeno per schiarirsi un minimo le idee.

In questo senso, il passaggio di Retegui a Bergamo può offrire una grande occasione, che potrebbe avere ben tre beneficiari. Lo stesso giocatore, Gasperini e proprio Spalletti. Dell’attaccante ne abbiamo già parlato, mentre il Gasp potrà avere tempo e modo di forgiare l’oriundo e renderlo un giocatore funzionale al proprio modo di giocare.

Un input anche per Spalletti, particolarmente curioso di vedere il comportamento di Retegui con un Sergente di ferro come Gasperini. Un’esperienza con il Gasp equivale quasi a una palestra e il nostro CT avrà modo di annotarsi un’eventuale evoluzione del giocatore, così da capire come poterlo mettere nelle migliori condizioni per guidare l’attacco della Nazionale.

Anche perché (e non dimentichiamolo!) ora ci attenderanno gli impegni di Nations League e, in assenza di Scamacca, sarà Retegui a prendere in mano il nostro reparto offensivo. Tante pressioni, dunque. Mateo sarà in grado di reggerle?

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