Lazio, tra top e flop: Mandas che sorpresa, l’incubo è Immobile

Finita un'altra stagione è il momento di tirare le somme tra i top e i flop in casa Lazio: a capeggiare la fazione delle rivelazioni c'è sicuramente Mandas, mentre a tenere alta la bandiera delle delusioni c'è Ciro Immobile

A cura di Lorenzo Gulino
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Chiudiamo gli occhi per un attimo e torniamo indietro nel tempo. Esattamente all’estate del 2023 quando l’interesse dei top club di Serie A era rinforzarsi in vista della nuova stagione. Tra queste c’era una Lazio vogliosa di riconfermarsi dopo il 2° posto ottenuto in campionato, ma soprattutto pronta a dare prova di essere all’altezza di una competizione come la Champions League. I sogni biancocelesti, però, sono durati ben poco. Il campo, giornata dopo giornata, ha rivelato la grandi difficoltà della compagine capitolina che, in breve tempo, è passata dalle stelle alle stalle.

Le dimissioni di Maurizio Sarri ne sono l’emblema più significativo. Il tecnico toscano ha lasciato la nave nel momento più delicato della stagione e tutte le lacune son venute a galla. L’approdo di Tudor ha rattoppato alcuni buchi, senza però dare alla Lazio il volto che tutti si sarebbero aspettati all’inizio del campionato. L’esito finale è poi arrivato, senza chiedere permesso, sotto gli occhi di tutti: 7° posto. Non di certo un caso, bensì il risultato di una serie di mosse, a partire dal calciomercato, che non hanno ripagato a dovere.

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La realtà sfugge di mano: Immobile re dei flop

Talvolta non è possibile controllare tutto ciò che si ha tra le mani e questo la Lazio lo sa bene. Con la partenza di Milinkovic-Savic, in direzione Arabia Saudita, la priorità in termini di calciomercato è ricaduta fin da subito sul centrocampo. L’illusione di poter gestire tale perdita si è schiantata sui profili di Guendouzi, Rovella ed infine Kamada, giunti nella capitale per rinforzare un reparto bisognoso di nuove idee e nomi. Il risultato non è stato dei migliori, ma andiamo per step.

Guendouzi è arrivato nella Capitale con la consapevolezza di avere un’occasione più unica che rara. Infatti il francese, dopo le mille critiche al Marsiglia, ha visto un spiraglio per rialzarsi e ha provato a coglierlo al volo. L’inizio del suo percorso, senza ombra di dubbio, non è stato dei migliori, ma poi proprio nel momento in cui sembrava esser scoccata la scintilla con Sarri, il tecnico toscano si è tirato indietro. Al suo posto chi, se non Tudor? Un nome come un altro, ma non per il centrocampista.

Guendouzi, Lazio

Proprio come successo al Marsiglia, infatti, Guendouzi e il tecnico si sono scontrati, dando vita ad una nuova diatriba e, soprattutto, invertendo la rotta di crescita di Mattèo in calo vertiginoso. In un reparto potenzialmente forte quanto effettivamente deludente a dire la sua è stato Rovella. Dopo la grande stagione a Monza, tutti i riflettori si sono spostati sul giovane italiano e la Lazio non ci ha pensato due volte a portarlo alla sua corte. Il risultato? Una stagione in chiaroscuro, senza acuti e che ha fatto emergere tante lacune.

Il cerchio del centrocampo si chiude, infine, con Kamada. Vista la sua grande esperienza europea le aspettative erano ben altre. Certamente il modulo di Sarri non lo ha aiutato, ma il giapponese non ha mai dato la sensazione di potersi guadagnare una maglia da titolare. Almeno fino a quando non è arrivato Tudor. Con il tecnico croato l’ex Francoforte ha ritrovato se stesso e questo non è passato inosservato. Nonostante ciò, rimangono i soli due gol e 2 assist all’attivo in Serie A e la pugnalata alle spalle della Lazio.

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Adesso, però, è il turno della più grande delusione biancoceleste: Ciro Immobile. L’attaccante italiano ha abituato i tifosi della Lazio a caterve di gol, ma la storia è cambiata di sana pianta. Sono solamente 7 le reti in campionato, accompagnate da 1 assist. Numeri deludenti per un calciatore della sua importanza e che avrebbero destato dubbi in merito al suo futuro. La condizione fisica, inoltre, non è stata di certo dalla parte del numero 17. I tanti infortuni lo hanno tenuto a lungo fuori, spezzettando la sua stagione e non permettendogli di trovare la continuità desiderata.

Da Mandas a Luis Alberto: i top

Nonostante la stagione deludente, non sarebbe corretto fare di tutta l’erba un fascio. In casa Lazio, infatti, c’è anche chi ha reso al meglio e ha fatto la differenza in una squadra disorientata dai mille scivoloni fatti. Tra i top, in maniera inaspettata, c’è Mandas. Aggregatosi alla rosa di Sarri come terzo portiere, il greco ha sfruttato l’infortunio di Provedel, e le condizioni non ottimali di Sepe, per prendersi la maglia da titolare.

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Da quel momento in poi solo applausi. In 9 partite disputate Mandas ha collezionato ben 5 clean sheet, tirando fuori dal cilindro anche parate di un certo spessore. Un qualcosa di impensabile anche per lo stesso greco che, poco prima di Natale, parlava così del suo trasferimento: “Il giorno dopo una sconfitta per 3-0 mi squilla il telefono e mi dicono che c’era la possibilità di trasferirmi a Roma, non ci credevo”.

Adesso invece, nonostante ci sia ancora molto da migliorare, è difficile pensare una Lazio senza Mandas. La stessa cosa si può dire di Gila. Il difensore spagnolo, infatti, ha avuto un’evoluzione repentina in questa stagione, rivelandosi la sorpresa in un reparto dove la certezza avrebbe dovuto prendere il nome di Alessio Romagnoli. Una piacevole scoperta che, giornata dopo giornata, ha conquistato il cuore dei tifosi biancocelesti, ma soprattutto la fiducia del mister.

Un ultimo nome sostiene la bandiera dei top in casa Lazio: Luis Alberto. A remare contro questo profilo saranno sicuramente gli amanti dei numeri, ma talvolta sono relativi. In una stagione dove la perdita di Milinkovic-Savic è stato un pugno nello stomaco, tutta la responsabilità della manovra, e non solo, è ricaduta sullo spagnolo. I 5 gol e 7 assist contano poco quando a detenere le chiavi del centrocampo c’è un calciatore totale come l’ex Siviglia.

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Efficace sia quando si tratta di difendere ma soprattutto quando si tratta di inventare ed offendere, il Mago di trucchi ne ha regalati molti. La più importante magia è stata quella di riuscire a tenere in piedi un reparto che, senza il suo tocco e la sua mente, sarebbe crollato in un batter d’occhio. A sporcare la sua annata è stato, come spesso accade, il comportamento azzardato dovuto alle dichiarazioni d’addio. Comunque sia, permanenza o non, Luis Alberto rimane la chiave di questa Lazio.

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