Mourinho il sultano, il Fenerbahce ai suoi piedi: Dybala e Lukaku i doni proibiti

Accoglienza da sultano per Mourinho nella sua nuova esperienza al Fenerbahce, la creatura che è chiamato a guidare verso nuovi successi dopo la brutta annata di quest'anno: i primi doni per impreziosire l'inizio del suo regno potrebbero essere Lukaku e Dybala

Lorenzo Zucchiatti A cura di Lorenzo Zucchiatti

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Ad oggi è una figura che sopravvive in soli 4 paesi in tutto il mondo (Brunei, Oman, Malaysia, Indonesia), ma quella quella del sultano è un’autorità importante che può aiutarci a capire cosa può diventare Josè Mourinho, fresco allenatore del Fenerbahce, per queste persone. Tale titolo, derivante dalla tradizione dei Persiani Sasanidi e dei Turco-mongoli, era attribuito al sovrano dell’Impero ottomano.

Secondo la tradizione, i sudditi del sultano erano Re’âyâ, gregge di cui tale soggetto era guida e pastore. Dando uno sguardo alle immagini di come lo Special One è stato accolto dal popolo gialloblù e alle sue parole nel giorno della presentazione, è proprio questa la sensazione che tutti abbiamo avuto: un salvatore giunto per portare gioia e conforto ad un ambiente in subbuglio dopo una stagione decisamente deludente.

In pieno stile Mourinho, la scelta è ricaduta su una squadra che non ha vinto trofei nell’ultimo anno e che invocava a gran voce un cambiamento. Un Fenerbahce ferito che aveva bisogno del nome altisonante per infiammare la piazza, di un grande uomo ancor prima di un grande allenatore. Capitale dell’impero ottomano, nonché casa del sultano, era Costantinopoli, quella Istanbul dove si insedia ora uno degli allenatori più odiati ed amati del pianeta.

L’arte della comunicazione

Il bagno di folla a cui è stato sottoposto Mourinho testimonia ancora una volta l’impatto che il portoghese ha sulle folle, anche a distanza di anni e nonostante le tante critiche durante il suo ultimo anno a Roma. Se poi a questo si aggiunge la cara e vecchia arte della comunicazione, che ha portato ancora una volta a sviolinate importanti e dichiarazioni d’amore alla sua nuova piazza in conferenza di presentazione, ecco che il matrimonio tra lo Special One e il Fenerbahce parte da basi solidissime.

“Sono qui per aiutare il calcio turco a crescere, ma la cosa più importante ora è il Fenerbahce. D’ora in poi i vostri sogni sono i miei. Lo dico con tutto il cuore: volevo essere qui per la vostra passione. Ora faccio parte della vostra famiglia, e questa maglia sarà la mia pelle e le mie ossa. Ho sentito profondamente il vostro amore da quando il mio nome è stato collegato al Fenerbahce, e averlo percepito ancor prima di essere ufficializzato mi dà grande responsabilità”.

Il solito vecchio Mou, casanova d’altri tempi in grado di far sciogliere anche il più spinoso dei tifosi di fronte a cotanta passione e attaccamento alla causa. Va da se che poi l’entusiasmo lasci spazio al campo: Roma insegna come i successi di un anno possano essere messi da parte in fretta in nome del presente, e dunque serve anzitutto costruire una squadra che possa riprendersi ciò che ha buttato quest’anno.

Mourinho pretende, Yildirim: “Vuole Lukaku e Dybala”

E non si è fatto pregare Mourinho ad avanzare subito le prime richieste alla società, svelate da uno dei candidati alla presidenza del club, Aziz Yilirdim: “Dopo aver annunciato Josè Mourinho vi svelo le richieste che ha fatto. Vuole Lukaku e Dybala. Talisca vuole venire da noi, e poi c’è anche Sorloth. Ora sta alla direzione sportiva occuparsi di questi nomi, agli altri penseremo dopo”.

Pochi peli sulla lingua per Yilirdim, che vuole chiaramente mettersi in bella luce coi tifosi, ma sta di fatto che le richieste del portoghese sono sul tavolo. La Joya e Big Rom sono i doni proibiti che Mourinho vuole ricevere per inaugurare il suo regno, ma quante possibilità ci sono? Ad oggi poche per Dybala, che se dovesse lasciare l’Italia non lo farebbe per il campionato turco.

Qualche chance in più per Lukaku, con il Chelsea che vuole trovare a tutti i costi una soluzione in via definitiva per lui, e con il Fenerbahce che gli consentirebbe di ritrovare uno Special One che lo ha sempre tenuto sul palmo di una mano. Pensieri grandi per un grande allenatore, un vero e proprio sultano pronto a guidare il suo gregge verso gloria e prosperità.

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