Atalanta-Torino, l’ultima conferenza stampa di Juric: “Rodriguez infortunato, non so se ho lasciato un segno qui”

Marco Gioviale A cura di Marco Gioviale

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Nella mattinata di sabato 25 maggio, alla vigilia del match fra Atalanta e Torino che chiude la stagione dei granata, il tecnico del Toro Ivan Juric ha parlato in conferenza stampa presso l‘Olimpico Grande Torino. Si seguito gli interventi più rilevanti del mister croato che, al termine di questa partita, lascerà la panchina della squadra di Cairo:

Ha visto l’Atalanta in finale? Che approccio si aspetta?
“Ho visto una gara molto dura, sono stati molto bravi sia in difesa che in attacco, hanno fatto una finale a dir poco perfetta anche sotto il livello di cinicità e determinazione. L’approccio è sempre il solito quando affronti una squadra che usa il 3-4-3 come il Bayer Leverkusen”.

Qual è l’obiettivo di domani e com’è la situazione in infermeria?
“Chiaramente vogliamo vincere, contro il Milan abbiamo fatto una grande prestazione ci teniamo a ripeterla, poi guarderemo la Fiorentina curiosi di sapere cosa accadrà. Domani mancherà Rodriguez per un problema alla caviglia ma lo poterò comunque in panchina, vedremo se potrà entrare a gara in corso. Per il resto la formazione sarà la stessa già vista contro il Milan”.

Cosa manca al Torino per emulare il modello dell’Atalanta?
“Credo serva partire dal settore giovanile, Gasperini ha saputo riconoscere la forza dei giocatori facendoci tante plusvalenze e reinvestendole bene. Subito dopo si è costruito lo stadio e il centro sportivo, ma il primo impulso l’ha dato il settore giovanile. Noi in 3 anni abbiamo fatto grandi passi in avanti, a prescindere dai risultati abbiamo sviluppato dei giovani importanti e questo dev’essere un buon punto per crescere ulteriormente”.

Che consiglio dà a Cairo? Deve puntare su Pellegri per il futuro?
“Non dico niente, se vendi devi essere bravo a comprare giocatori forti e ricostruire, oppure se vuoi tenerli devi pensare di mettere altri giocatori e sulla carta riesci a diventare più forte. Poi però dipende anche dalla volontà dei giocatori, se rimanere o meno. Pietro (Pellegri) a volte sta bene e ha fatto grandi prestazioni, l’unico dispiacere è non averlo avuto sempre a disposizione, può diventare un bel giocatore”.

Ha qualche rimpianto nel Toro? Il suo sarà un addio o un arrivederci?
“Non ho rimpianti ma solo tanto orgoglio, anche se molte cose non si sono incastrate, forse per la troppa emotività. Si è fatto un lavoro eccezionale per quello che ho trovato e per quello che lascio, serviva forse un’unione da parte di tutti ed è la cosa che è mancata. Non so se sono riuscito a lasciare nel segno, non abbiamo avuto gioie enormi ma poco ci siamo andati vicini. È stato un viaggio pieno di insidie e di cose che potevano essere fatte meglio, ora però voglio vincere e vedere che i ragazzi dimostrino tutta la loro crescita”.

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