Davide Lanzafame in ESCLUSIVA: “La Juventus ha chiuso un ciclo, Allegri deve puntare sui giovani. Futuro? Sogno di allenare”

Lorenzo Bosca
7 Minuti di lettura

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Tecnico, fantasioso e dotato di un gran destro. Quando si trattava di segnare o di far segnare i compagni di squadra, Davide Lanzafame non si è mai tirato indietro, dando tutto il possibile in campo e fuori, anche al di sopra delle proprie capacità. Prodotto sapientemente confezionato dalle giovanili della Juventus, nella sua quasi ventennale carriera, Lanzafame ha vestito le maglie di ben sedici club. Dal Bari al Parma, passando per le esperienze in Turchia e Ungheria. Proprio sulle sponde del Danubio il classe 87’ si è laureato per due volte capocannoniere della massima serie magiara (primo ed unico italiano a riuscirci), alzando al cielo in altrettante occasioni il titolo di Campione d’Ungheria. Ora, nonostante gli scarpini appesi al chiodo, il torinese sogna un ritorno in campo, questa volta nelle vesti di allenatore: pronto a dare tutto e qualcosa di più, anche dall’altro lato del rettangolo verde.  

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Davide Lanzafame: “Alla Juventus il secondo posto è una sconfitta, Allegri deve puntare sui giovani”

Andando con ordine, lei si può dire che sia nato e cresciuto nelle giovanili della Juventus. Cosa le ha insegnato la “scuola Juve” e che emozione è stata esordire da giovanissimo al fianco di grandi campioni?

“Indossare quella maglia, fin da quando avevo 6 anni, mi ha insegnato innanzitutto le regole e la disciplina, dopo di che la mentalità Juventus: dove arrivare secondo rappresenta una sconfitta. Ti viene inculcata fin dalle giovanili, è una mentalità che si respira in tutto il club. E’ una società vincente. Poi è chiaro che arrivando in prima squadra questo è ancora più palese. Io ho avuto la fortuna di esordire nell’anno in Serie B, ma poi di militare anche in Serie A nell’anno di Del Neri. Far parte di una rosa così importante, con Alessandro Del Piero capitano, Chiellini, Buffon; sicuramente fu un’emozione grande. Io venivo già da una stagione importante a Bari ed una importantissima a Parma in Serie A, ma è chiaro l’emozione di trasferirsi in una grande squadra è sempre tanta. I campioni più grandi vengono vissuti comunque come compagni di squadra, sicuramente rispettatissimi, però è anche bello cercare di cogliere il bello di loro, ma sono comunque persone semplici, persone che hanno una leadership importante. E’ stato bello condividere la normalità con loro. Per lo meno da parte mia non venivano viste come persone alle quali non si poteva guardare in faccia, anzi hanno dimostrato di essere molto disponibili verso noi giovani, cercando di avvicinarci alla mentalità Juve della quale ti ho detto poc’anzi”. 

Proprio in virtù della sua esperienza alla Juventus, cosa crede che sia mancato ai bianconeri nella lotta scudetto e da dove crede che dovrebbe ripartire ora Allegri? 

“Quando vinci per 10 anni consecutivi è chiaro che la legge dei grandi numeri ti porta a non vincere sempre: questo è lo sport, è un ciclo che si sta chiudendo. Giocatori importanti che stanno andando a finire, Chiellini non ultimo. C’è una fase di ricostruzione dove il presidente Agnelli saprà bene come muoversi per avvicinarsi alle milanesi, che in questo momento secondo me sono superiori. C’è bisogno di un biennio per dare un po’ di qualità e dar tempo ad Allegri di far crescere i giovani”. 

lanzafame
Lanzafame / shutterstock.com

Lanzafame: “Legato all’Hovnvéd, all’estero il calcio con più leggerezza”

Nel prosieguo della sua carriera lei ha poi vestito le maglie di numerosi club, se dovesse però scegliere quella che le è rimasta più a cuore, quale indicherebbe?

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“Io sono molto legato all’Honvéd, squadra dove ho militato per 4 anni, quindi la squadra dove ho militato per più tempo nella mia carriera. Sono rimasto tifosissimo di questo club ed è quindi la squadra con la quale ho più legame ad oggi”.

E in Ungheria lei ha osservato una differenza importante, rispetto al campionato italiano, nella mentalità e nell’approccio alle gare?

“Si, una differenza abbastanza palese, all’estero il calcio si vive con più leggerezza. C’è come hai detto tu un approccio sia alle partite che al risultato che agli allenamenti più leggero, con meno ansia per il risultato, il che fa sì che questo sport si viva meglio da protagonisti all’estero. Poi è chiaro che ogni paese ha le sue caratteristiche. Nei due paesi in cui ho militato, Turchia e Ungheria, sicuramente è vissuto diversamente. Con caratteristiche differenti rispetto all’Italia”. 

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Lanzafame, ex calciatore del Vicenza
Lanzafame, ex calciatore del Vicenza

Lanzafame: “Ora il mio sogno è allenare, mi ispiro a Conte e Marco Rossi”

Lei nel gennaio scorso ha rescisso il suo contratto con il Vicenza, in ottica futuro, ha qualche piano-progetto al quale sta lavorando?

“Beh, il calcio è la mia vita, lo è stato da quando avevo 6 anni, è chiaro che il mio sogno, il mio desiderio è di rimanerci. Sento che l’allenatore sarebbe il mio sogno e cercherò di studiare per farmi trovare pronto, se mi sarà data una possibilità in futuro. Diciamo che cercherò di prendere i patentini necessari sperando poi di avere la possibilità di crescere e migliorare”. 

Proiettandosi allora già nelle vesti di allenatore, a quale mister che ha incontrato in carriera crede che si potrebbe ispirare?

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“Dal punto di vista tecnico tattico probabilmente Antonio Conte, è stata la persona che dal punto di vista del campo mi ha lasciato di più, dal punto di vista carismatico ed umano, io penso Marco Rossi, attuale ct dell’Ungheria, con cui ho vinto un campionato all’Honvéd. I miei mentori sono loro”.

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