Passione e territorio: i casi di Napoli, Fiorentina e Cagliari

A cura di Federica Concas
Tifosi allo stadio
Tifosi allo stadio

Ci sono piazze in cui il mondo del pallone non concepisce solo una questione legata esclusivamente alla passione. Esistono contesti in cui il calcio rappresenta l’identità, la cultura, il riscatto sociale. Un rapporto viscerale che affonda le proprie radici nell’identità territoriale localizzata. Cagliari, Fiorentina, Napoli: tre squadre che traducono al meglio questo tipo di legame con i tifosi.

Piazze storiche che raccontano quanto l’attaccamento al proprio vissuto rappresenti talvolta squadre che, seppur meno blasonate, ritrovano nei propri tifosi la linfa vitale per andare avanti. Un amore incondizionato, lontano da qualsiasi congettura economica o prettamente sportiva.

Una fenomenologia sociale che affonda radici profonde sulla cultura dei luoghi e sul vissuto delle stesse piazze. A riprova di quanto talvolta il termine blasone non sempre sia accompagnato da una passione che va oltre titoli e vittorie.

Un rapporto viscerale di cui Cagliari, Fiorentina e Napoli ne sono l’emblema. In un mondo del calcio che specialmente in queste tre piazze conserva l’immagine più pulita di un amore senza interessi. Una vera e propria questione di sangue ed identità.

Cagliari: “Un popolo, una terra, una squadra”

“Un popolo, una terra, una squadra“, uno slogan che rappresenta concettualmente l’idea di una territorialità locale solida, a sé stante. Il Cagliari è identificazione, immedesimazione non soltanto in una squadra ma più in generale in un popolo.

Parte proprio da questa premessa il rapporto viscerale dei tifosi rossoblù con il Casteddu. Un attaccamento cresciuto con il tempo e rafforzato negli anni grazie anche all’idolo Gigi Riva. Rappresentazione di un mito che ha fatto del Cagliari la sua nuova casa o Domus, come d’altronde è stato intitolato lo stesso stadio rossoblù.

Una tradizione tramandata di padre in figlio e che nonostante gli anni, l’evoluzione del calcio e il proliferare di società maggiormente blasonate, continua a registrare un seguito molto forte. Un legame solido vissuto anche da chi per scelta non segue il mondo del calcio. Ma che comunque non disdegna di supportare il Cagliari, tra gioie e dolori.

Risulta infatti impossibile sostenere che anche solo un sardo, non tifoso o supporter di altrettante squadre come ad esempio Juventus, Milan, Inter, non simpatizzi per il Cagliari. Per il popolo isolano la squadra rossoblù è casa, cultura. Il segno distintivo di un’appartenenza imprescindibile.

Ero a Cagliari durante una manifestazione dei tifosi contraria al mio trasferimento. Vidi una vecchietta, che molto probabilmente non capiva di calcio, ed applaudiva d’accordo con i tifosi. Mi ha fatto piacere: mi ha fatto capire che non ero il solo giocatore ma che ero oramai uno di loro”

Gigi Riva
Esultanza Cagliari
Esultanza Cagliari @livephotosport

La voce ai tifosi, Milena Maria Masala

Al solo pensiero di parlare del Cagliari, la voce di Milena Maria Masala, icona del tifo rossoblù, assume toni commossi, a tratti emozionanti. Spiegare che cos’è per lei il Casteddu, soprannome tipico della sua squadra del cuore, risulta facile ed altrettanto intenso: Il Cagliari per me non è solo la squadra della mia città ma è la mia famiglia. Difendo i giocatori a spada tratta ma in generale tutta la società”.

Un attaccamento che riconduce alle parole popolo e famiglia, allo slogan utilizzato dal Cagliari. Ma la super tifosa Milena, dal cuore rossoblù, racconta anche un aneddoto molto emozionante: “Io vivo per il Cagliari e quando sono stata molto male le ultime mie parole dette sono state forza Cagliari”. E ancora: “Toglietemi il Cagliari e io non ci sono più”.

Fiorentina: “La nostra storia è grande e mai tramonterà”

“La nostra storia è grande e mai tramonterà”. Lo slogan del Cagliari richiama la parola popolo, quello della Fiorentina invece il termine storia. Il rapporto tra i tifosi e il club viola parte proprio da qui. Dall’identità storica e culturale che è andata a caratterizzare uno delle piazze calcistiche più calde di tutta Italia.

Agli occhi dei tifosi, la Fiorentina appare come un parte imprescindibile di Firenze, in cui il calcio viene concepito come un evento importante per lo sviluppo della stessa cultura. La rappresentazione di un’identità che affonda le radici nella cosiddetta Violitudine. La febbre che colpisce indistintamente qualsiasi fiorentino.

Emerge dunque la figura del tifoso che paragona il calciatore da atleta moderno a calciante storico. Circostanza che caratterizza ogni gara della Fiorentina che viene vissuta come un vero e proprio spazio concettualmente eroico. Volto a rappresentare l’essenza delle proprie origini anche medievali.

Non stupisce, a tal proposito, che nel caso della Fiorentina, a differenza del Napoli e del Cagliari, l’idolo della piazza venga impersonificato più da un collettivo che prettamente dal singolo. La figura di riferimento per i tifosi della Viola sono i simboli storici, gli striscioni inneggiati al guelfinismo. Vero e proprio protagonisti dell’identità gigliata, la più guerriera.

State attenti al comando! Badate a voi, le armi in pugno! Presentate le vostre armi! Salutate! Rimettete le armi a terra! Riposatevi sulle vostre armi! Gridate con me: viva Fiorentina

Curva Fiesole
Tifosi Fiorentina @Twitter
Tifosi Fiorentina @Twitter

La voce ai tifosi, Veronica Cellai

Veronica Cellai rappresenta il volto giovane della Firenze viola. Sentirla parlare trasmette quanto la cosiddetta Violitudine abbracci generazioni differenti che tuttavia si ritrovano unite da una storia che rappresenta l’essenza della città.Non c’è niente di più bello e onorevole di indossare la maglia della viola, Tifare Fiorentina vuol dire sperarci sempre ma riuscirci poco. Significa essere destinato a patire ma anche saper perdonare”.

E ancora: “Vuol dire piangere come un bambino quando la palla entra in rete e abbracciare lo sconosciuto che esulta in curva con te. Tifare Fiorentina significa amare una squadra che vince poco senza pretendere di spiegarlo invece a chi la squadra se l’è scelta in base alle coppe vinte. Tifoso viola ci nasci e basta. T’amerei anche se vincessi, diciamo spesso noi. Per alcuni è superbia, per altri provincialismo ma per noi è l’unico modo di tifare”.

Napoli: “Abbiamo un sogno nel cuore, difendiamolo”

“Abbiamo un sogno nel cuore, difendiamolo”. Il bisogno di riemergere da vecchi stereotipi, il desiderio di rivalsa sociale, la volontà di fare conoscere la napoletanità attraverso l’arte del pallone. Il Napoli conta una delle tifoserie più calde e attive di tutto il mondo.

L’amore per il Napoli si identifica in un mix di forti emozioni che si manifestano nei confronti della squadra di calcio non solo allo stadio ma sette giorni su sette, ininterrottamente. Ecco perché agli occhi dei tifosi di altre squadre i supporters partenopei spesso non sono compresi.

Il tifoso napoletano, a differenza ad esempio di quello sardo, non è per definizione apolide. All’ombra del Vesuvio hai due opzioni: sei tifoso della tua città oppure non sei tifoso affatto. Una circostanza che pone radici profonde su quel che il Napoli rappresenta per un’intera regione. La via d’uscita ai numerosi problemi capace di mettere d’accordo un’intero territorio.

Un rapporto viscerale che ha trovato in Diego Armando Maradona il protagonista indiscusso per eccellenza. Il simbolo del riscatto sociale: genio e sregolatezza. Un sentimento che accumuna i tifosi del Napoli ad una figura carismatica. Simbolo per eccellenza dell’identità partenopea.

Napoli per me è la mia casa. Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli perché loro sono come ero io a Buenos Aires. Ho preso parte molto volentieri a questa battaglia tra i meridionali del mondo per la gente povera ed emarginata

Diego Armando Maradona
Curva Napoli, stadio Maradona
Curva Napoli, stadio Maradona @twitter

La voce ai tifosi, Andrea De Rosa

Quando ho chiesto ad Andrea De Rosa di raccontarmi, attraverso un piccolo contributo, cosa rappresentasse per un napoletano il Napoli non ha esitato un secondo. Perché parlare della squadra del proprio cuore specialmente per chi ama i colori azzurri rappresenta da sempre un orgoglio, uno stile di vita, una fede indissolubile. Ed è questo che emerge con fierezza nelle sue dichiarazioni.

Essere tifosi del Napoli e la napoletanità in generale sono concetti difficili da spiegare. Tifare Napoli per molti è una questione di speranza, fede o religione tipica del connubio tra sacro e profano che caratterizza la città. Quest’ultima unita da un popolo che vede nel calcio una possibilità di riscatto sociale. Con lo sport che porta in alto la nostra Napoli”.

Ultras vs ordine pubblico
Ultras vs ordine pubblico*

Il fenomeno Ultras e il rischio violenza

Cagliari, Fiorentina e Napoli hanno in comune il rapporto viscerale che lega i tifosi al club di appartenenza. Circostanza ampiamente analizzata in precedenza e che tuttavia lascia spazio ad alcuni spunti molto interessanti non solo in ottica sociale, ma anche sotto il punto di vista dell’ordine pubblico.

Perché se è vero che nelle realtà localizzate ed urbane il volto bello del calcio è rappresentato dall’indiscusso legame carnale tra i club ed i propri tifosi. Altrettanto un territorio meno ampio e più osannato rischia di coltivare ed alimentare una pericolosa devianza comportamentale che si ripercuote talvolta oltre la classica disputa in campo.

Calcio e territorialità vanno spesso di pari in passo con il fenomeno Ultras, spettacolare atto d’amore il cui eccesso è spesso sinonimo di violenza. Quest’ultima è una piaga sociale che – seppur qualcuno sottolinea non abbia nulla a che vedere con il calcio – talvolta utilizza il pallone come pretesto e il tifo localizzato come bacino a cui attingere.

Il gruppo di tifosi localizzato, seppur in minimo numero rispetto ad altre realtà più conosciute, si addensa intorno alla “patria” raccogliendo flussi di antipatia, che talvolta sfociano nell’odio nei confronti dell’avversario. La debolezza della squadra nazional popolare ha infatti ridotto i confini e l’entità del dissenso. Quest’ultimo non rappresentando più una condizione generale ma territoriale, non per questo meno violenta.

Scontri Ultras Cagliari-Napoli: rivalità accesa e violenta lunga 30 anni

Cagliari, Fiorentina e Napoli ne sono, in parte, l’esempio. Sono diversi in queste piazze i cosiddetti Daspo, che hanno coinvolto la frangia dei tifosi più violenti. Certo, la realtà è molto più ampia in Italia, tuttavia quel che particolarmente è emerso a livello sociologico è che più la piazza rappresenta un’identità chiara, forte e costruita. Maggiore è la possibilità di assistere a gruppi di tifosi fuori controllo.

Un parallelismo che si interseca in un modello di tifo, simile a quanto concerne le caratteristiche di piazze come Cagliari, Fiorentina e Napoli. Proprio per questo, la correlazione tra fenomeno Ultras e localizzazione territoriale è oramai da tempo oggetto di studi e ricerche volte alla repressione di un modus operandi che rischia di rovinare il calcio nel suo aspetto più pulito e carnale.

A cura di Federica Concas
Laureata con lode in Giornalismo presso la Sapienza, mi ritengo una grande esploratrice del mondo. Un'attitudine che mi spinge ad informarmi e ad informare, con un occhio di riguardo sul calcio. Sport che mi affascina fin da quando sono bambina