😨 Cagliari inossidabile, Verona e Frosinone ancora vivi: chi ha paura della B?

Bagarre salvezza sempre più accesa, in particolare dopo i risultati dell'ultima giornata: Cagliari che blocca l'Inter, mentre Verona e Frosinone rimontano Atalanta e Napoli. Ogni singolo punto può rivelarsi cruciale, con una Serie B che incombe

Lorenzo Ferrai
15 Minuti di lettura

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Lotta salvezza che non accenna a districarsi, dato che a eccezione della Salernitana, nessuno può ancora considerarsi al sicuro. I tanti pareggi andati in scena nella 32ª giornata non hanno mosso la classifica, che rimane alquanto corta nella parte bassa. Sei squadre in sette punti, senza che nessuno intenda mollare la presa. Fanno notizia soprattutto Cagliari e Sassuolo, imbattuti rispettivamente contro Inter e Milan.

Anche Verona e Frosinone hanno mostrato tutto il proprio carattere, rimontando Atalanta e Napoli, così da non perdere punti in una corsa aspra e senza esclusione di colpi. L’unico grande scossone in coda si è avuto con la vittoria del Lecce contro l’Empoli, che ha permesso ai salentini di staccarsi e andare ad agguantare il 13° posto.

Al contrario, i toscani hanno evidenziato segni di cedimento, dopo un mese e mezzo sfavillante. Con i pareggi di Frosinone e Sassuolo, l’Empoli vede avvicinarsi le proprie avversarie subito dietro, pur restando in piena lotta per scongiurare la retrocessione. Con sempre meno giornate da giocare, l’incubo della B assume sembianze sempre più concrete. I punti pesano eccome, nessun passo falso sarà più tollerabile.

Esultanza Lecce
Esultanza Lecce @livephotosport

Il Lecce ipoteca la A?

Sette pareggi in una giornata (aspettando Udinese-Roma) è un dato che non si vedeva dalla stagione 1979/80. La Serie A è entrata nel rush finale, dove rimane aperta la corsa Champions, ma ad attirare l’attenzione dei più c’è il duello nelle ultime posizioni. Proprio nell’ultimo turno di campionato un ruolo preponderante è stato occupato da Lecce-Empoli, duello salvezza risolto solamente all’89’.

Al termine di un match equilibrato e teso, il Lecce è riuscito a spuntarla solamente sul gong, sfruttando l’ingenuità di Walukiewicz, e mettendo la palla dei tre punti con Sansone. Successo d’oro per i giallorossi di Gotti, che volano così a +5 sul terzultimo posto, potendo così ipotecare seriamente la permanenza in Serie A.

Sette punti in quattro partite è lo score del mister dei salentini, sconfitto solamente dal Milan nelle ultime apparizioni. Di contro, i pugliesi hanno sempre compiuto il proprio dovere e questa vittoria ottenuta contro un Empoli coriaceo ma fragile, vale doppio, dato che il Lecce ha staccato proprio i toscani, inserendo la quarta e avvicinandosi alla permanenza nella massima categoria.

Crollo Empoli

Un segnale forte da parte dei pugliesi, mentre l’Empoli subisce la quinta sconfitta in sei partite. Il successo maturato nel recupero contro il Torino è già stato spazzato via, con Nicola che rivede i fantasmi della B. Il primo mese e mezzo di Davide Nicola sulla panchina dei toscani era stato caratterizzato da una striscia di risultati utili che avevano trascinato la squadra fuori dalla zona rossa.

Davide Nicola, Empoli
Davide Nicola, Empoli @livephotosport

Una salvezza che appariva alla stregua di una formalità, con Nicola arguto e tempestivo nell’inversione del trend negativo, finanche a prospettare un finale di stagione condotto a metà classifica. Invece, la sconfitta casalinga subita per mano del Cagliari ha stroncato i sogni dell’Empoli, penalizzato anche dal calendario, che le ha riservato le ostiche contro Milan, Bologna e Inter.

Zero punti immagazzinati e una zona retrocessione che tornava a fare capolino. Stop brusco e inaspettato per l’Empoli, ripresosi con la vittoria all’ultimo respiro contro il Torino, ma incapace di uscire imbattuto dalla trasferta di Lecce. E questa sconfitta pesa ulteriormente, molto più che delle altre, anche perché si trattava di uno scontro, in una Serie A che lascia ben poco spazio alle battute a vuoto e agli errori.

E il calendario dei toscani sarà ben clemente da qui a fine stagione, sebbene Napoli e Atalanta appaiano meno invalicabili di quanto non dicano i valori tecnici. Ciò che preoccupa particolarmente però è la poca verve in fase realizzativa. Difatti, l’Empoli ha il peggior attacco del nostro campionato, con i gol che sono indispensabili per racimolare punti, a maggior ragione per una squadra che appare tutt’altro che impermeabile.

Viola di rabbia

Un Cagliari che partiva sconfitto, è riuscito invece a tornare imbattuto da San Siro, fermando la capolista Inter sul 2-2 e tenendo il passo delle proprie avversarie. Un’autentica impresa per i sardi, in grado di fermare i nerazzurri nel proprio giardino di casa e complicare un minimo i piani di Simone Inzaghi, lanciato verso il 20° Scudetto.

Viola, Cagliari
Viola, Cagliari @livephotosport

Cagliari inossidabile, capace di resistere nell’incandescente catino milanese e di acciuffare due volte il pari, primo con Shomurodov e poi con Viola, la mossa a sorpresa di Ranieri. Proprio il numero 10 è stato autore della rete che ha fissato il risultato sul definitivo 2-2, andando a un passo dal clamoroso 2-3 in pieno recupero, fallendo però il colpo di testa, tutto solo a pochi passi da Sommer.

Col senno di poi, il Casteddu può addirittura mangiarsi le mani, pur avendo agguantato un pari nemmeno in preventivo alla vigilia. Con grande carattere e un’alta consapevolezza dei propri mezzi, il Cagliari è rimasto in piedi, fermando l’Inter e tenendosi a distanza di sicurezza dal Frosinone, sempre distante a quattro punti di distanza dai sardi.

Rossoblù che perdono la propria 13ª posizione, scavalcati dal Lecce, anche se il 2-2 di San Siro ha mostrato una volta di più lo spirito di questa squadra, che incarna nel migliore dei modi il carattere del proprio allenatore. Ranieri aveva pronosticato una quota salvezza intorno ai 36-37 punti. Il Cagliari ne ha messi insieme 31, ma c’è da aspettarsi anche un punteggio inferiore per salvarsi, vista la concorrenza.

Non è dunque da escludere che per scongiurare il rischio della B possano bastare anche gli attuali punti raccolti dagli isolani. Nonostante ciò, Sir Claudio ci tiene a mantenere la barra dritta, consapevole dei continui scosso a cui è sottoposta la zona calda. Una sola vittoria è sufficiente a ribaltare tutto, anche a livello mentale, in vista delle ultime giornate. Ma questo Cagliari sembra pronto a ogni possibile evenienza.

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Baroni, Magnani e Folorunsho, Verona @Twitter

Carattere scaligero

La 32ª giornata di Serie A ha visto una miriade di pareggi, che hanno rallentato la corsa delle prime e, allo stesso tempo, mostrato la vivacità delle contendenti nelle zone basse. Anche il Monday night non ha risparmiato sorprese e colpi di scena, mostrando un Verona combattivo, che ha saputo approfittare del calo fisico e mentale dell’Atalanta, per recuperare due gol di svantaggio ai bergamaschi e artigliare un pareggio che appariva un’utopia.

Il 2-0 in pochi minuti della Dea ha suonato come un colpo del ko per gli scaligeri, in realtà mai domi e più vivi che mai. L’undici di Baroni lo ha dimostrato a inizio ripresa, riacciuffando l’Atalanta con un uno-due micidiale targata Lazovic e Noslin, i due trascinatori del Verona, che si tira dunque fuori dal baratro e rimane sopra la linea di galleggiamento.

Il 2-2 finale vale il 17° posto a pari merito con Empoli e Udinese, una comfort zone ambita da chiunque, grazie a cui i veneti possono respirare e uscire indenni anche da questo turno ricco di insidie. Il Verona ha compiuto la missione più complicata, dal momento che i gialloblù avevano il compito di concludere il week-end di Serie A, scendendo in campo dopo tutte le altre.

Con gli altri risultati già maturati, gli scaligeri avevano addosso tutte le pressioni del caso, dato che un’eventuale sconfitta a Bergamo avrebbe significato perdere punti sulle avversarie. Invece, la lucidità di Baroni ha favorito la rimonta del Verona, mai arresasi, nonché in grado di tenere testa a un’Atalanta forse con la mente già proiettata al ritorno di Europa League contro il Liverpool.

Darko Lazovic, Verona
Darko Lazovic, Verona @livephotosport

Un alibi parziale, che però non toglie alcun merito alla prestazione messa in campo dai veronesi, più vivi che mai, anche in questo rush conclusivo. Il carattere di capitan Lazovic e la freschezza di Noslin sono lo specchio perfetto per questo Verona non intenzionato ad alzare bandiera bianca, nemmeno dopo l’inevitabile diaspora che ha coinvolto la società a gennaio, costringendola a cedere mezza squadra per rientrare nel bilancio.

Verona ancora presente nel lunghissimo tunnel che conduce alla salvezza, dove gli scaligeri parevano in leggera flessione. La resurrezione del Gewiss Stadium ha invece evidenziato una squadra viva, tutt’altro che remissiva e debole, bensì coesa e unita verso il grande obiettivo salvezza, stavolta senza dover passare dall’insidioso scoglio dei playout, come avvenuto nel campionato passato.

E viene da pensare che la battaglia dello scorso anno abbia forgiato il carattere scaligero, abituando i veneti a vivere nelle zone basse, dunque ad aggredire ogni singola partita, vista la sottile linea che separa salvezza e retrocessione. Questa forma mentis si sta rivelando un’arma di grande aiuto per il Verona, poco avvezzo a dare tutto per scontato, ma lottatore in campo.

Walid Cheddira
Walid Cheddira @Twitter

L’ora di Cheddira

I grandi paradossi della vita. Un Napoli arrembante ma decisamente troppo molle in difesa viene castigato da Walid Cheddira, centravanti del Frosinone, ma di proprietà partenopea. Il marocchino ha scalato le gerarchie e si è preso il posto di titolare in pianta stabile nell’undici di Di Francesco, rendendosi grande protagonista nel 2-2 acciuffato dai ciociari al Maradona.

Partita pirotecnica, dove i padroni di casa sono andati in vantaggio due volte, prima di essere ripresi proprio dal loro attaccante. Cheddira ha recitato il ruolo di giustiziere, inchiodando sul pari una gara apparecchiata per il successo partenopeo, a maggior ragione dopo il penalty fallito da Soulé.

Nel vecchio San Paolo, il Frosinone ha rimesso la testa fuori dalla zona retrocessione, perlomeno fino al pari del Verona contro l’Atalanta. Classifica a parte, i gialloblù non sono ancora spacciati e l’hanno ribadito a chiare lettere, rimanendo imbattuti in casa dei campioni d’Italia.

La caduta del Frosinone ha ridato brio e frizzantezza a una squadra mai stata abituata a lottare nelle zone basse. Invece, dopo una striscia negativa, Di Francesco ha restituito certezze e risultati al proprio gruppo, come confermano i tre pareggi di fila in altrettante uscite. Troppo poco per smuovere una classifica che rimane traballante, ma con un netto miglioramento a livello di spirito rispetto alla prima parte del 2024.

Eusebio Di Francesco, tecnico del Frosinone*
Eusebio Di Francesco, tecnico del Frosinone*

E il salto di qualità che occorre per ribaltare le sorti di questo torneo potrà arrivare con i prossimi impegni, dato che il calendario dei laziali sarà leggermente più benevolo. Dopo il Torino, il Frosinone avrà la Salernitana, oramai condannata verso un’inesorabile retrocessione. Buona opportunità per smuovere la graduatoria, nonostante nessuna gara possa essere presa sottogamba. Il tragitto dei ciociari è ancora piuttosto lungo e tortuoso.

Sassuolo aggrappato al treno

Il gol di Okafor ha strozzato in gola l’urlo di un Sassuolo incapace di ritrovare tre punti che mancano da oltre un mese. I neroverdi sono riusciti a imbrigliare la seconda in classifica, accarezzando anche la vittoria per larga parte del match, prima di essere beffati proprio nel finale. Un punto guadagnato o due punti persi?

Se consideriamo i valori delle due formazioni in campo, la risposta è ovvia, ma va sottolineato l’andamento della partita, dove i padroni di casa sono riusciti ad andare avanti di due reti, prima di farsi raggiungere sul 3-3 nella ripresa. Un’occasione sprecata, poiché la vittoria avrebbe voluto dire raggiungere il terzetto composto da Udinese, Verona ed Empoli. Invece, il Sassuolo rimane inchiodato al penultimo posto.

Laurentié, Sassuolo
Laurienté, Sassuolo*

Posizione scomoda ma con un distacco contenuto, favorito anche dai tanti pareggi verificatisi in questa giornata. A dimostrazione del fatto che gli emiliani sono ancora in piena corsa, agganciati al treno salvezza. Senza un totem come Berardi, il Sassuolo non intende mollare la presa, nonostante il penultimo posto in classifica.

Laurienté il jolly finale

Ancora sei round da qui a fine stagione, con i delicati incroci salvezza con Lecce e Cagliari, dove il Sassuolo non avrà il minimo margine d’errore, in particolare contro dirette concorrenti e in una situazione dove una vittoria può ribaltare totalmente gli scenari. Ballardini si può consolare con il ritorno di Armand Laurienté, autore di una doppietta contro il Milan.

L’attaccante francese può risultare l’arma in più per un finale scintillante, dove il tecnico neroverde avrà bisogno di ogni elemento per sperare di sovvertire un pronostico che vede il Sassuolo come indirizzato verso un’inaspettata e clamorosa Serie B. Con sole sei partite da disputare, ogni singolo punto farà la differenza.

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