❤️‍🔥 De Rossi re di Roma, i Friedkin tracciano la via: dall’Europa al mercato

La tanto attesa conferma di De Rossi sulla panchina della Roma anche per la prossima stagione è finalmente arrivata, direttamente dai Friedkin: tra Europa, con l'imminente sfida al Milan, e mercato, i giallorossi vivono un presente intenso e pianificano un futuro incoraggiante

Lorenzo Zucchiatti
16 Minuti di lettura

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Sembra quasi una notizia scontata, una logica conseguenza di un percorso durato appena 3 mesi ma destinato a prolungarsi ancora a lungo. La conferma di De Rossi fomenta ancor di più l’ambiente Roma a poche ore dalla gara contro il Milan, una mossa probabilmente studiata a tavolino dai Friedkin, che scelgono proprio il giorno del big match per sganciare questa bomba ed avere un Olimpico ancora più caldo.

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Eppure qualche mugugno sul perché tale annuncio tardasse ad arrivare cominciava a circolare nella capitale, una paura che ora è definitivamente dissipata. E non poteva essere altrimenti visto il rendimento offerto fin qui dalla Roma targata De Rossi, tanto nel gioco espresso quanto nell’atteggiamento in campo e fuori.

La mossa dei Friedkin ha decisamente pagato, con la proprietà pronta a tracciare la via sul mercato per un futuro roseo, che passa inevitabilmente per ciò che accadrà nel prossimo mese abbondante: c’è un’Europa League che, arrivati a questo punto, può essere portata a casa, a cominciare dalla sfida al Milan di questa sera; e poi la qualificazione alla prossima Champions League, obbiettivo primario da non fallire.

De Rossi non di passaggio

E partiamo dunque da quello che è stato il fulmine a ciel sereno che ha illuminato la mattinata giallorossa, l’annuncio targato Friedkin che dà la lieta notizia: “Dopo un incontro svoltosi ieri con Daniele De Rossi, siamo lieti di comunicare che continuerà a ricoprire la carica di allenatore della Roma anche al termine della stagione e per il prossimo futuro. Nel suo breve mandato come capo allenatore, l’impatto positivo che la sua leadership ha portato nel club ha continuato il racconto della sua straordinaria storia con la Roma.

De Rossi insieme a Dan e Ryan Friedkin
De Rossi insieme a Dan e Ryan Friedkin @Twitter

Da Capitan futuro a tecnico del futuro, per un De Rossi per nulla di passaggio ed ora destinato ad intraprendere un altro percorso duraturo in quella che è sempre stata casa sua. Una riconferma guadagnata sul campo, e a dirlo sono anzitutto i numeri: 16 partite giocate, 11 vittorie, 3 pareggi e solo 2 sconfitte, contro l’Inter e quella ininfluente contro il Brighton in Europa League (in attesa del finale di Udine). La media punti è di 2,36 in campionato, un numero mai visto con Mourinho.

Impossibile non puntare ancora su uomo capace, come abbiamo accennato, non solo di portare risultati, ma di dare alla squadra un’identità ed una fiducia impensabili quest’anno, oltre a rappresentare uno scontato simbolo di Roma che, in un momento difficile, ha fatto da para fulmine, rabbonendo una tifoseria in subbuglio. Nuovi dettagli arriveranno presto sull’accordo tra il club e De Rossi, annunciano i Friedkin, ma per quelli ci sarà tempo.

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De Rossi grande uomo, parola di Cafù

A livello tattico stiamo conoscendo un allenatore molto più preparato di quanto ci si potesse aspettare, vista la sua poca esperienza, con una Roma che è stata rivoltata nel modulo e nei movimenti rispetto alla gestione precedente. Ciò che però merita di essere sottolineato è il De Rossi uomo, che a più riprese sta dimostrando di tenere un modello di comportamento in campo e nelle dichiarazioni pre e post partita che molti colleghi dovrebbero imitare.

La panchina che inveiva ad ogni scelta arbitrale durante le gare è praticamente sparita, le polemiche sono azzerate o quantomeno argomentate con calma e raziocinio, e finalmente, udite udite, a Roma si parla di calcio. Un argomento troppo spesso messo da parte in nome della retorica e di futili discussioni, mentre ora con De Rossi le analisi sulle scelte fatte prima e durante i match sono puntuali ed interessanti.

Daniele De Rossi, tecnico della Roma*
Daniele De Rossi, tecnico della Roma*

A porre l’accento su questo aspetto di De Rossi è una vecchia leggenda di Roma e Milan come Cafù, intervistato dalla Gazzetta dello Sport alla vigilia del big match di Europa League: “La mossa di El Shaarawy a San Siro è stata intelligente ma non deve sorprendere, visto ciò che era Daniele da calciatore. Poi voglio aggiungere che è un grande uomo. Quando era ragazzino era silenzioso, ma ascoltava sempre e in questo sarà stata bravissima la famiglia”.

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Poi un augurio che sa di investitura decisamente importante: “L’esperienza che sta facendo ora sarà un punto fondamentale per il suo futuro, e secondo me può entrare nella storia. Può diventare per la Roma ciò che è stato Ferguson per il Manchester United. 27 anni sulla stessa panchina sono un record non facile da raggiungere, ma intanto De Rossi sa che da agosto, a prescindere dai risultati in Europa e in patria, potrà iniziare il primo.

Una seconda carriera da donare alla Roma

Vivere un’esistenza priva di rimorsi e di “se solo avessi” è un’obbiettivo comune a tutte le persone, una cosa che, a quanto pare, sta riuscendo particolarmente bene al tecnico giallorosso: “Ho un unico rimpianto: quello di poter donare una sola carriera alla Roma. una preoccupazione che De Rossi non avrà più, un’avventura che non poteva esaurirsi in 4 miseri mesi.

Una scelta intelligente quella dei Friedkin, che segue quella non scontata di esonerare a stagione in corso un allenatore del calibro di Mourinho, annunciata prima della partita contro il Milan, a testimoniare che, oltre alla strategia, c’è la volontà di far capire che non sarà una sfida da dentro o fuori a cambiare il futuro di De Rossi. Su di lui c’è un progetto solido, per quello che appare ad oggi l’allenatore perfetto per la Roma.

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Daniele De Rossi, allenatore della Roma
Daniele De Rossi, allenatore della Roma @Twitter

Non tanto per i risultati, che rendono ovvia la scelta, ma per il connubio perfetto tra una società non ancora pronta per il grande salto ma ambiziosa e con tante potenzialità inespresse ed un allenatore giovane, passionale, con idee nuove. Se a ciò si aggiunge che è romano e romanista, cosa che nella capitale non guasta mai, ed ha dimostrato doti tattiche che hanno sorpreso allenatori ben più esperti di lui, la Roma getta le basi per un futuro roseo.

Ciò che i Friedkin sembrano aver compreso è il concetto di romanità, cosa che ha condannato il loro connazionale e predecessore Pallotta. Un qualcosa che sarà sempre insito nei giallorossi e che va gestito con intelligenza, non combattuto in quella che è una battaglia persa. La scelta e la riconferma di De Rossi vanno in questa direzione, e Roma è semplicemente felice.

Qui si fa la Roma

Non vogliamo di certo scomodare Giuseppe Garibaldi, ma la permanenza del tecnico giallorosso sa proprio di “Qui si fa la Roma”, posto che le fondamenta del nuovo progetto che prenderà piede l’anno prossimo sono state gettate. Con De Rossi riconfermato ci sono però davvero solo le basi del palazzo che sarà la rosa della Magica, posto che i pilastri su cui si fonderà il tutto sono estremamente incerti.

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Dando un rapido sguardo alla squadra e spostando la mente già a giugno, le incognite in casa Roma sono tantissime, tra giocatori in prestito, alcuni arrivati a fine ciclo, altri che potrebbero essere ingolositi da altri lidi. La prima mossa dei Friedkin è stata fatta, ma presto sarà tempo di pensare al mercato, a cominciare dal capire su chi si potrà contare dei calciatori attualmente presenti in rosa.

Certezza Svilar, difesa da rifondare

Andando in ordine di posizione in campo, partiamo dalla certezza Svilar, un’autentica scoperta di De Rossi, che non ha esitato a dargli una maglia da titolare appena sedutosi sulla panchina giallorossa. A farne le spese un Rui Patricio che, in scadenza di contratto, saluterà Roma dopo 3 anni di permanenza ed un rendimento in calo nelle ultime sue uscite.

Mile Svilar, Roma
Mile Svilar, Roma @Twitter

Se con Svilar la porta è al sicuro, la difesa è da rifondare. Mancini è la colonna da cui ripartire, ma alle sue spalle i dubbi imperversano: due nodi riguardano i rinnovi di contratto di Smalling (2025) e Spinazzola (2024) che, con l’arrivo di De Rossi, stanno ritrovando slancio e puntano a strappare un nuovo accordo per rimanere a Roma. In tal senso la palla passa ai Friedkin, che dovranno analizzare costi e benefici di queste operazioni.

E poi ci sono i prestiti, che quasi non si contano sulle dita di una mano: Huijsen e Kristensen non hanno un’opzione d’acquisto nel proprio contratto, e dunque saranno riaccolti da Juventus e Leeds. 5 sono invece i milioni da corrispondere allo stesso club inglese per Llorente, forse ad oggi il più vicino alla permanenza. Stessa cifra anche per Angelino, che si sta dimostrando elemento valido. Se a ciò aggiungiamo le traballanti posizioni di Karsdorp e Zalewski ecco che per la Roma si prospetta un mercato intenso per la difesa.

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Centrocampo confermato, ma Renato Sanches e Aouar…

Il reparto che sicuramente vede più note positive è il centrocampo, dove quantomeno il terzetto titolare non dovrebbe essere toccato. Cristante è ormai una certezza di questa Roma, imprescindibile per l’equilibrio tattico che dà alla squadra e per lo spirito romanista che ha dimostrato pur non essendo nato nella capitale. Merito di De Rossi però è certamente la rinascita di Pellegrini e Paredes.

De Rossi, Pellegrini e Mancini, Roma
De Rossi, Pellegrini e Mancini, Roma @Twitter

Il primo, nonostante i tanti attestati di stima che Mourinho gli aveva riservato durante il suo mandato, era diventato un fantasma alla guida del portoghese, e lo stesso addio fra i due ha lasciato della ruggine neanche troppo velata. Il regista argentino ha preso in mano le chiavi del centrocampo della Roma, tornando a livelli del primo Paredes in giallorosso, che gli valse prima la chiamata dello Zenit San Pietroburgo e poi del PSG.

A salutare saranno probabilmente i due grandi flop dell’era Tiago Pinto, due giocatori per cui si era fatto da garante in prima persona: Renato Sanches si è rivelato un flop senza precedenti, tra rendimento basso ed infortuni continui, mentre Aouar, seppur più utile, non ha di certo convinto come ci si aspettava, e potrebbe essere ceduto di fronte alla giusta offerta. Più spazio per Bove e qualche probabile nuovo volto.

Lukaku e Dybala, un futuro da scrivere

Va da se però che il mercato della Roma verrà estremamente influenzato dai nodi Lukaku e Dybala, incognite che tengono sulle spine i tifosi e che rischiano di spezzare l’entusiasmo creato da De Rossi. Il Chelsea è stato chiaro: niente più prestiti per Big Rom e prezzo del cartellino fissato a 43 milioni di euro. Con anche l’ingaggio triennale da corrispondergli in un eventuale nuovo contratto, si tratterebbe di un’operazione da 85 milioni, impensabile da mettere in piedi per i capitolini.

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Dybala e Lukaku, Roma
Dybala e Lukaku, Roma @livephotosport

Il sacrificio di un buon numero di giocatori e la conquista della Champions League sono le uniche speranze a disposizione, ma resta un’impresa assai ardua. E poi c’è Dybala, Joya per gli occhi dei tifosi della Roma, ma con una clausola pericolosa da 13 milioni per l’estero. Ancora nessuna big si è fatta avanti, ma il prezzo basso fa gola, e il rinnovo resta l’unica chance dei giallorossi.

Da monitorare poi sarà la situazione di altri tre attaccanti: di fatto sicuro di rimanere è Abraham, che dovrà dimostrare di aver recuperato dopo quasi un anno di assenza e, magari, convincere la Roma a puntarci da titolare. Difficile il riscatto di Azmoun, a 12,5 milioni, visti i continui acciacchi che ha dimostrato di patire, mentre si cercherà una nuova sistemazione per Belotti dopo il prestito alla Fiorentina.

Dal rinnovo di De Rossi a Roma-Milan

I discorsi sul mercato dovranno attendere un mesetto e mezzo circa, perché due sono le realtà di oggi: un rinnovo di De Rossi che fomenta oltremodo la piazza ed un Roma-Milan pronto a decretare chi abbandonerà definitivamente l’Europa e chi potrà ancora cullare il sogno del trofeo. Una coppa determinate per Pioli, il cui futuro è strettamente legato ad essa, propizia per il tecnico giallorosso, che sogna già il primo sigillo da allenatore.

Milan-Roma
Milan-Roma @Twitter

La gara d’andata ha messo in mostra una Roma in grande spolvero ed un De Rossi che ha azzeccato tutte le mosse giuste per incartare un Milan decisamente opaco tanto nel gioco quanto nei propri singoli. L’assenza di Cristante peserà come un macigno, e c’è tanta curiosità dunque per vedere quale sarà la strategia per sopperire al vero equilibratore della squadra.

Ciò che è certo è lo spettacolo che ci attende, per una gara che significa molto per entrambe. Europa League che rappresenta un’ancora di salvezza per il Milan ed una grossa opportunità per la Roma, che può crearsi una via alternativa per ottenere la Champions League, obbiettivo primario che manca dalla stagione 2018/19, vendicare la sconfitta contro il Siviglia dell’anno scorso, ed alzare un altro trofeo dopo a Conference League del 2022.

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