💪 Fiorentina non aver paura, Atene è vicina: Italiano vede l’Olimpo

Fiorentina in campo oggi per la semifinale di ritorno di Conference League, contro un Club Brugge che vuole fare la storia: Atene è a portata di mano, e Italiano vuole toccare l'Olimpo prima di congedarsi dal popolo viola

Lorenzo Zucchiatti
7 Minuti di lettura
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Che spettacolo la Champions League. Un Borussia Dortmund umile, ordinato e dotato di quel pizzico di fortuna che nel calcio, come nella vita, non guasta mai, rifila l’ennesima delusione europea al PSG, ed ora tocca a Real Madrid e Bayern Monaco replicare questa sera. Eppure c’è anche un pizzico d’Italia in questo mercoledì 8 maggio, perché lontana da occhi indiscreti scende in campo, al Jan Breydel Stadium, la Fiorentina nella semifinale di ritorno di Conference League.

Si gioca oggi, alle 18:45, perché giovedì a Bruges c’è in calendario la Processione del Sacro Sangue, una cerimonia religiosa, giunta alla sua 720ª edizione, che raduna ogni anno più di 50.000 fedeli provenienti da ogni angolo dell’Europa. Un alone sacro dunque accompagnerà la Fiorentina al match decisivo per arrivare ad Atene, un obbiettivo che i viola non vogliono e non possono fallire.

L’atto conclusivo della Conference League, il secondo consecutivo, vuole essere l’ultimo canto di Italiano prima di chiudere il sipario su un percorso che ha avuto delle difficoltà ma che ha fatto esprimere la Fiorentina ad alti livelli, facendole raggiungere due finali nello stesso anno, purtroppo entrambe perse. A Firenze tutti si augurano che la terza sia quella buona, per congedarsi dal proprio allenatore lassù, nell’Olimpo, il monte simbolo del paese che la Viola cercherà di conquistare.

La gestione non fa per la Fiorentina

Che la squadra di Italiano sia profondamente umorale quest’anno è un dato di fatto, ma è altrettanto vero che il rendimento in Europa è sempre stato ottimo: turno sempre passato in 8 doppi confronti su 8, e l’impresa in questa semifinale è decisamente più gestibile rispetto ad un anno fa, quando la Fiorentina vinse a Basilea 1-3 dopo aver preso al Franchi 1-2. “Gestibile”, occhio a questa parola però, perché se c’è una cosa evidente del ciclo Italiano è che la gestione non è cosa viola.

Vincenzo Italiano, tecnico della Fiorentina*

Dopo un girone comunque complicato, a lottare con Ferencvaros e Genk, i confronti sulla carta agevoli con Maccabi Haifa e Viktoria Plzen sono stati tutt’altro che semplici, con in particolare la difesa ad andare in difficoltà. Tutto confermato anche nel 3-2 dell’andata con il Club Brugge, quando il momentaneo pareggio di Thiago, con la Viola in vantaggio di un uomo e di un gol, aveva fatto rabbrividire il pubblico sugli spalti.

Alzare l’attenzione, percepire il pericolo, come detto dalla stesso Italiano nel post partita, saranno elementi che la Fiorentina dovrà buttare dentro per non incappare in brutte sorprese, anche se non ci aspettiamo certo una squadra diversa dopo due anni di questo tipo di calcio. Trovare la via del gol sarà fondamentale, un qualcosa che è comunque sempre riuscito alla squadra nelle ultime 6 uscite, per staccare il pass per Atene e vendicare l’amara finale di Praga dello scorso anno.

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Nelle mani di Nico

Va da se che le speranze maggiori sono riposte in Nico Gonzalez, e non è un caso la tribuna preventiva, unita ad un turnover massiccio in campo, che Italiano gli ha concesso questo weekend a Verona. Il suo estro è la luce della Fiorentina, che ha spesso costruito le sue fortune in Conference League sulle sue giocate: basti pensare alla doppietta in agosto, nel preliminare col Rapid Vienna, con cui ha ribaltato l’1-0 dell’andata, o il gol contro il Twente determinate per acciuffare la fase a gironi l’anno scorso.

💪 Fiorentina non aver paura, Atene è vicina: Italiano vede l'Olimpo

Sono 4 in 11 gare i gol di Nico in questa edizione di Conference, 13 centri se si aggiungono i 9 messi a segno in campionato, in una stagione di alti e bassi ma che ha comunque messo in mostra come la Fiorentina faccia molta fatica a fare a meno di lui. L’approdo ad Atene passerà soprattutto per i suoi piedi. Al di là della formazione studiata da Italiano, inevitabile poi aspettarsi qualcosa di più da Belotti.

Nel match d’andata con il Brugge, il Gallo ha trovato appena il suo secondo gol in questa esperienza in viola, ma ora le reti è tempo non più di contarle ma di pesarle. Un paio di centri nelle partite giuste, come quella di questa sera, darebbero alla sua stagione un sapore totalmente diverso, per prendersi Atene, vincere ed aprire nuove porte per il suo futuro, con la Roma che dovrà decidere cosa farne una volta rientrato dal prestito.

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Club Brugge per la storia

E che dire degli avversari della viola. La partita d’andata ha messo in mostra una sostanziale differenza di qualità tra le due squadre, eppure il punteggio di 3-2 finale, maturato negli ultimi istanti di gara, fa capire come il Club Brugge sia tutt’altro che morto, e davanti al proprio pubblico la musica sarà diversa. A maggior ragione se si pensa cosa questa partita possa significare per la città e per il Belgio intero.

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Per quanto riguarda il club nerazzurro, la storia parla di una finale di Coppa Uefa nel 1976, persa contro il Liverpool, ed una Coppa dei Campioni nel 1978, anch’essa persa di nuovo con i Reds. Nel passato più recente solo un quarto di finale di Europa League, nella stagione 2014/15, con il Dnipro e niente di più prestigioso, fino ad oggi.

Allargando il discorso al paese, una squadra belga non raggiunge una finale europea dal 1988, quando il Mechelen di Malines eliminò l’Atalanta di Emiliano Mondonico in semifinale di Coppa delle Coppe. Insomma un Club Brugge che può fare la storia, e con un solo gol da recuperare per mandare la gara ai supplementari crederci è lecito.

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Come detto all’inizio però, la Fiorentina è più forte, su questo non si discute, e un’occasione tale, che ha messo la squadra di fronte ad un percorso in Conference League piuttosto abbordabile, non va sprecata. C’è voglia di vendetta dopo le finali dell’anno scorso, voglia di alzare un trofeo che manca dalla Coppa Italia 2001, voglia per Italiano di toccare l’Olimpo vincendo ad Atene, per salutare il popolo viola nel migliore dei modi.

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