I numeri nel calcio non sono tutto, ma il più delle volte servono ad inquadrare al meglio le prestazioni di una determinata squadra. Andando a leggere quelli dell’Inter si palesa così la fotografia di un dominio in Serie A che nel 2024 ha raggiunto picchi mai visti nella storia della Beneamata. Il quadro complessivo restituisce un Inzaghi sempre vittorioso in questo anno solare, a +12 sulla Juve seconda e alla quarta partita di fila in cui conclude con 4 gol segnati. Occorre altro per parlare di fuga Scudetto?
Alla festa partecipa in maniera speciale Lautaro Martinez, che ha alzato l’asticella e nel 4-0 contro l’Atalanta ha messo a segno il suo 23° gol in campionato, 26° stagionale. Ora il sogno si infrangere il record di gol – 36 – di Immobile e Higuain è diventato un vero e proprio obiettivo per l’attaccante dell’Inter. Un motivo in più per accantonare la scaramanzia e farla diventare consapevolezza, anche se siamo solo a febbraio.
Forza mentale
A livello di gioco, punti, certezze e gestione della partita tra questa Inter e il duo composto da Juventus e Milan vi è attualmente una voragine. Le prestazioni delle inseguitrici spesso hanno convinto ed altrettanto spesso hanno portato risultati. Tuttavia, il rallentamento dell’ultimo mese e mezzo è sotto gli occhi di tutti e con esso la testimonianza di come Allegri e Pioli non poggino su fondamenta solide come quelle di Inzaghi. E non solo dal punto di vista della pericolosità, ma anche da quello psicologico.
La squadra nerazzurra, di fatto, ha già abituato tifosi e addetti ai lavori a rendere semplici le cose difficili. Come contro l’Atalanta, con lo svantaggio firmato de Ketelaere – poi annullato – e un avvio della Dea che avrebbe potuto rievocare i fantasmi di Bologna, nel recupero di due anni fa che allontanò lo Scudetto. L’asterisco di quest’anno, invece, è sintomo di passo decisivo verso il Tricolore ed insieme ad esso, visto il vantaggio enorme, di possibile gestione delle forze in ottica Champions League.
Pensieri da record
L’aspetto di questa Inter che colpisce maggiormente è il grado di serenità raggiunto da tecnico e calciatori nei diversi momenti della gara. I volti sono distesi il più delle volte, come se Inzaghi avesse già letto lo spartito del match. In un certo senso, Dimarco lo ha confermato nel post gara con l’Atalanta: “Mi ha detto di partire largo sul rigore, per un eventuale respinta. L’ho fatto e ho segnato. Quando parla succede sempre qualcosa”. E quel qualcosa è frutto di studio e lavoro tra i cancelli di Appiano.
L’allenatore è stato chiaro ai microfoni della stampa, visibilmente disteso dopo l’ennesimo 4-0 e bravo a sganciare i suoi da una pressione che potrebbe risultare eccessiva. Soprattutto in Europa. “Sono 2 anni e mezzo che sto godendo” ha ammesso Inzaghi “abbiamo vinto 5 trofei e giocato una finale di Champions”. Un ulteriore boost di fiducia che potrebbe portare a passare da pensieri da record a un finale di stagione leggendario.