Juventus, Fagioli si racconta: “Scommettevo per noia, poi è diventata una malattia”

Riccardo Siciliano
2 Minuti di lettura
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Nicolò Fagioli si è raccontato agli studenti di Condove nel secondo incontro pubblico dei dieci in dovrà sottoporsi per azzerare la parte di misure alternative alla squalifica. Queste le parole del centrocampista della Juventus, riportate da La Gazzetta dello Sport: “Sto bene, ai giovani dico di non cominciare neanche a scommettere e di coltivare i loro sogni. Un anno fa il periodo più difficile, ho cominciato a capire che dovevo chiedere aiuto. La noia mi portava a giocare, ma dopo tempo è diventata una malattia“.

Fagioli ha raccontato che è stato difficile gestire l’adrenalina che lo spingeva a scommettere: “Man mano perdi i soldi, vuoi nascondere le cose ai genitori e così è diventato un problema. All’inizio non pensavo di andare incontro a delle conseguenze. Quando è diventata una malattia ho capito che potevo rischiare molto nella mia carriera, ma la paura veniva superata dall’adrenalina della giocata“.

Fagioli: “Spero di giocare contro il Monza”

Fagioli spera di poter tornare in campo con la Juventus nell’ultima di campionato: “Mi hanno aiutato molto nel periodo più duro della mia vita. Sono legato a Vlahovic, Gatti e Chiesa. Il 19 maggio finisce la squalifica, il 26 col Monza spero di tornare a giocare. Non mi allenavo al 100% e in partita non davo tutto quello che potrò dare più avanti dal mio rientro“.

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