Roma, etica del lavoro e fiducia: i segreti di Svilar

Riccardo Siciliano
2 Minuti di lettura
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Due calci di rigori parati, poi la corsa verso la Curva Sud per raccogliere l’abbraccio dei suoi tifosi. Mile Svilar è stato senza dubbio il protagonista del passaggio del turno della Roma ai danni del Feyenoord, match che segna l’inizio di una nuova carriera. Una storia di attesa e di ostacoli, per un portiere che ha esordito in Champions League ad appena 17 anni.

Non solo i rigori neutralizzati, ma anche la sicurezza negli interventi e sui palloni alti, e nel complesso dei propri mezzi, sono la formula vincente di Svilar, che sembra aver definitivamente superato Rui Patricio nelle gerarchie di De Rossi. Il portiere serbo ha già disputato il doppio delle partite giocate nella scorsa stagione, quando ha chiuso il suo primo anno nella Roma con più dubbi che certezze.

I segreti di Svilar

Il Corriere dello Sport racconta di Svilar come un calciatore patito dell’allenamento, che non si fa mai problemi a restare in campo più del dovuto per provare qualche esercizio. La fiducia data da De Rossi è alla base della crescita del serbo, che ha trovato un buon feeling anche con il nuovo preparatore dei portieri Simone Farelli.

Inoltre, Svilar ha lavorato con un centro di preparazione atletica che lo ha seguito nel suo lavoro quotidiano. Crescita atletica e mentale quella dell’estremo difensore serbo, che si è così preso il posto da titolare nella Roma.

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