🤠 Far West salvezza: il Frosinone ci crede, Cagliari ed Empoli all’ultimo respiro

La lotta salvezza si infiamma, assumendo toni da Far West: il Frosinone si dimostra vivo, bloccando il Bologna sullo 0-0, mentre Empoli e Cagliari piazzano il colpaccio, vincendo all'ultimo respiro. Sette squadre si giocano il proprio destino in questo mese e mezzo

Lorenzo Ferrai
15 Minuti di lettura

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Mentre l’Inter veleggia in vetta, in attesa di chiudere definitivamente il discorso Scudetto, in Serie A si è scatenato un autentico Far West, soprattutto per quello che riguarda la lotta salvezza. Con sole sette giornate al termine, i riflettori si spostano sulla zona retrocessione, dove in questo week-end abbiamo assistito a diversi colpi di scena.

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Su tutti, spicca la clamorosa vittoria del Cagliari, capace di rimontare l’Atalanta e di portare a casa tre punti che costituiscono un’autentica boccata d’ossigeno. Gli uomini di Claudio Ranieri danno una grossa spallata al treno salvezza, balzando al 13° posto, primi del gruppone di coda, in attesa dell’Udinese.

Successo da incorniciare anche per l’Empoli, vittorioso, sempre nel recupero contro un Torino troppo molle e disattento. Pareggio da non buttare invece per il Frosinone, capace di inchiodare il Bologna sullo 0-0 e avvicinarsi a piccoli passetti alla 17ª posizione, occupata ora dal Verona, sconfitto in maniera dolorosa dal Genoa. Con una Serie A avviata verso la fine, la classifica rimane corta e non esiste più alcun margine d’errore.

Viola, Cagliari
Viola, Cagliari @livephotosport

Rosso, blu e Viola

Il risultato che non ti aspetti arriva dal match dell’Unipol Domus. Il colpo di testa di Nicholas Viola manda al tappeto l’Atalanta all’88’ e consente al Cagliari di compiere un enorme passo avanti, approfittando anche dei risultati delle proprie avversarie. L’aria primaverile ha ridato ai rossoblù quella verve che sembrava smarrita nel girone d’andata, quando il Casteddu era impossibilitato a tirarsi fuori dalla melma della retrocessione.

Invece, la squadra si è ricompattata intorno a Claudio Ranieri, dopo che lo stesso mister aveva persino ventilato delle dimissioni che avrebbero avuto del clamoroso. Ma il gruppo Cagliari non ha voluto sentire ragioni, anche perché sarebbe risultato alquanto ingeneroso lasciare andare via il mago dell’incredibile campagna playoff dello scorso anno, che ha condotto i sardi a riassaporare l’Olimpo della Serie A.

Il Cagliari c’è sempre stato, mai affondato e continuamente vivo, ma i venti contrari avevano sollevato diversi malumori, nell’ambiente rossoblù. Sir Claudio, lucido e mai banale nelle dichiarazioni ha dimostrato, ancora una volta di essere un fine psicologo, sapendo alternare sapientemente bastone e carota. E il popolo cagliaritano non l’ha mai abbandonato del tutto, rimanendo fedele al proprio allenatore.

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Il successo maturato contro l’Atalanta non può essere visto come il punto di arrivo, specie perché con sette round ancora da disputare, i punti in palio sono ancora molti. Al tempo stesso è innegabile che questi tre punti siano tanto inaspettati quanto cruciali per proseguire il cammino rossoblù verso la permanenza in Serie A. E la zuccata di Viola è giunta proprio nel momento giusto.

Claudio Ranieri, tecnico del Cagliari
Claudio Ranieri, tecnico del Cagliari @livephotosport

Il Lecce aveva perso, il Verona era sotto contro il Genoa. Il Cagliari doveva approfittarne, nonostante l’avversaria si chiamasse Atalanta. E forse, il pensiero del quarto di finale di Europa League, vero obiettivo orobico, ha un po’ condizionato mentalmente la Dea, che nelle battute conclusive stava conducendo una gara di gestione. Mai un buon segno, in particolare quando di fronte c’è uno stadio motivato, pronto a spingere i propri beniamini.

E il karma calcistico si è riversato sui bergamaschi, mentre il Cagliari ha raccolto i frutti con pieno merito. Non è ancora finita, dato che le prossime due uscite recitano Inter e Juventus. Sulla carta, zero punti, ma anche con l’Atalanta c’erano poche chances. Grazie a questa, ennesima iniezione di fiducia, Casteddu annusa l’impresa e Ranieri non accetta la parola “resa”. Non adesso.

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Niang uomo della Provvidenza

Punti che pesano come un macigno anche quelli raccolti dall’Empoli nel rocambolesco 3-2 maturato al Castellani. I toscani tornano a galla e a riassaporare il successo dopo quattro sconfitte consecutive. Davide Nicola non ha voluto lasciarsi condizionare dal rendimento negativo ed è tornato a respirare, grazie ai suoi attaccanti, decisivi in un momento cruciale della stagione.

Davide Nicola, allenatore Empoli
Davide Nicola, allenatore Empoli @Twitter

Lo specialista del 17° posto sale a quota 28 punti, scavalcando il Verona e guadagnando due punti sul Frosinone. Nonostante il periodo complicato, l’Empoli ha saputo risollevarsi davanti ai propri tifosi. Dimostrazione di forza non da poco, in cui i toscani hanno chiaramente dato dimostrazione di non avere intenzione di abbandonare la massima categoria.

Nicola che ha vinto la partita con i cambi, in particolare con l’uomo della Provvidenza, M’Baye Niang, al suo quarto gol dall’arrivo in Toscana. Tutte reti realizzate dalla panchina, nonché pesantissime, con cui i toscani possono ancora coltivare le proprie ambizioni salvezza, soprattutto per un calendario che non sarà benevolo nemmeno nelle ultime partite.

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Con un campionato più aperto che mai, in diversi settori di classifica, l’Empoli è atteso da sette gare complicate, a cominciare dalla prossima. Difatti, i ragazzi di Davide Nicola si troveranno di fronte il Lecce, sconfitto 3-0 dal Milan e avanti di un solo punto in classifica. I salentini non hanno potuto fare molto contro lo strapotere dei rossoneri.

Niang, Empoli
Niang, Empoli @Twitter

Nonostante il pesante passivo rimediato a San Siro, il Lecce è una squadra in salute, rivitalizzata dalla cura Gotti, dunque un ostacolo tutt’altro che agevole per l’Empoli.Quella del Via del Mare potrà essere vista come una sfida spartiacque, dove la vincitrice avrà modo di dare un ulteriore strattone alla classifica.

Di Francesco è ancora vivo

Chi ha mosso la propria classifica, seppure di poco è il Frosinone, capace di pareggiare contro un Bologna lanciatissimo verso la Champions. I felsinei non sono riusciti a sbloccare il match dello Stirpe, sbattendo contro un Turati in stato di grazia e mostrando segnali di appannamento dopo un campionato disputato a mille all’ora.

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I ragazzi di Eusebio Di Francesco annusano l’aria sinistra che tira in coda e hanno indossato l’elmetto per regalarsi una salvezza impensabile fino a qualche mese, ma ora divenuta l’obiettivo numero uno. Il punto colto nel lunch match di Serie A serve più per il morale che per la classifica, dato che il Frosinone naviga sempre al terzultimo posto.

Secondo risultato utile di fila, dopo le battute d’arresto contro Sassuolo e Lazio, grazie a cui Di Francesco allenta le critiche e i segnali negativi piovuti durante l’ultimo periodo. Al termine di un girone d’andata al di sopra delle aspettative, il Frosinone è piombato in un vortice che l’ha condannato alla zona retrocessione.

Eusebio Di Francesco, tecnico del Frosinone*
Eusebio Di Francesco, tecnico del Frosinone*

Una mazzata per i ciociari, non abituati a divincolarsi in coda. Il gruppo imbottito di giovani, rampanti ma inesperti, è stato costretto a sgomitare per cercare di non affondare dopo essere stato risucchiato nelle sabbie mobili della zona relegation. E con lo 0-0 contro il Bologna, il Frosinone ha recuperato certezze, oltre a collezionare un clean sheet dopo quasi quattro mesi di gol subiti.

Turati alla Buffon

Rete inviolata che a Frosinone mancava dal 10 dicembre 2023, a seguito di un altro 0-0, sempre all’ora di pranzo, quella volta contro il Torino. Una soddisfazione non da poco per Stefano Turati, protagonista di un’autentica prodezza in pieno recupero sulla sforbiciata di Ndoye a pochi metri dalla porta.

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Il portiere dei gialloblù ha avuto la reattività giusta e la prontezza di allungare il braccio sinistro per alzare il pallone e mandarlo contro la traversa. Un intervento salva risultato, dato che Di Francesco conserva l’imbattibilità, oltre che pulito e ammirevole per pulizia e tempestività. Questa parata ha ricordato quella effettuata da Gigi Buffon a EURO 2016, ai quarti di finale contro la Germania.

Stefano Turati, Frosinone
Stefano Turati, Frosinone @livephotosport

Circostanze diverse, poiché Turati ha sbrogliato una situazione in mischia, mentre Buffon era intervenuto per bloccare il tentativo di Mario Gomez, presentatosi a tu per tu con l’estremo difensore della Nazionale. Posta in palio diversa, sicuramente, ma stessa motivazioni di blindare la porta e garantire la sopravvivenza.

L’epilogo di quel duello contro i tedeschi ce lo ricordiamo. Uscimmo dalla manifestazione dopo 18, interminabili, rigori, fra lo sconforto del popolo azzurro. Un destino funesto, come quello contro cui lotta il Frosinone, ancora vivo ma tutt’altro che tranquillo, vista la situazione di classifica non proprio positiva.

Baroni, Verona
Marco Baroni, Verona @livephotosport

Il Verona si è sgonfiato?

Cagliari ed Empoli possono sorridere soprattutto per effetto del risultato maturato al Bentegodi, in cui il Genoa si è imposto contro un Verona smarritosi e incapace di difendere il vantaggio lampo di Bonazzoli. Gli scaligeri sono rimasti in piena lotta per la salvezza, specie dopo la diaspora di gennaio, che ha costretto Marco Baroni a reinventare l’undici titolare.

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Un organico dilaniato dopo le cessioni invernali, rese indispensabili dalle condizioni economiche critiche in cui versava la società. Il mister non si è perso d’animo e ha riordinato il proprio organico, anche perché il tempo non era un alleato su cui fare affidamento. E il rendimento del nuovo Verona ha permesso ai gialloblù di scalare posizioni fino ad abbandonare la zona critica.

Temporaneamente però perché l’1-2 contro il Genoa, unito ai risultati delle avversarie ha risucchiato gli scaligeri al 17° posto. Una sola lunghezza di vantaggio sul Frosinone è l’attuale margine sulla retrocessione. Troppo poco per stare tranquilli, ma non abbastanza per fare drammi. D’altra parte, il Verona pare meno incisivo rispetto a qualche settimana fa.

Senza piĂą lo status di underdog, la rosa di Baroni necessita ora di tornare a macinare punti se non intende farsi imbottigliare nel traffico della retrocessione. Calendario terribile per i gialloblĂą, che avranno da sfidare quasi solo squadre della prima metĂ  di classifica, a eccezione di Udinese e Salernitana. Mission (quasi) impossibile, ma il Verona ci ha abituati abbastanza bene in questo girone di ritorno.

Andrea Pinamonti, Sassuolo @livephotosport
Andrea Pinamonti, Sassuolo @livephotosport

Fallimento Sassuolo

Che giudizio dare a una squadra crollata inesorabilmente dopo diverse stagioni trascorse sempre a metà classifica, accarezzando persino il sogno europeo? Il cammino del Sassuolo di questo girone di ritorno è indubbiamente da matita rossa, score che ha risucchiato i neroverdi nel bel mezzo del tugurio retrocessione.

Un epilogo assurdo se si pensa che, solo nel 2021, gli emiliani concludevano il campionato all’ottavo posto, sconfitti solamente dalla differenza reti nella volata all’Europa con la Roma. Ebbene, a distanza di tre anni, il Sassuolo rischia seriamente di abbandonare la massima categoria, dopo un campionato con pochissimi sorrisi e tante delusioni.

L’infortunio di Berardi, uomo simbolo e accentratore di gioco nelle dinamiche neroverdi è un duro per questa squadra, debilitata mentalmente e tremendamente fragile in difesa, nonché distante dai fasti delle stagioni passate. Priva del proprio bomber, il Sassuolo non è riuscito a trovare la quadratura di un cerchio che pare destinato a chiudersi nella maniera più triste. Nemmeno la cura Ballardini ha sortito gli effetti sperati.

L’avvento del nuovo mister ha restituito qualche risultato positivo, come la vittoria contro il Frosinone nello scontro diretto, ma sembra ancora troppo poco per pensare di ribaltare tutto nelle giornate conclusive. Lo specchio della stagione del Sassuolo può essere ritrovata nel clamoroso 2-2 maturato all’Arechi contro una Salenrnitana ormai spacciata.

Davide Ballardini, allenatore del Sassuolo
Davide Ballardini, allenatore del Sassuolo @Twitter

Gli emiliani avevano aperto la 31ª giornata, con l’opportunità di muovere la propria classifica in maniera decisa, anche allo scopo di mandare un segnale alle dirette concorrenti per la salvezza. E, in effetti, i segnali c’erano tutti, in particolare quando sono andati a segno due grandi delusioni di questa stagione, come Laurienté e Bajrami. I pianeti sembravano essersi allineati.

Invece, avanti di due reti, gli emiliani non hanno saputo difendere il risultato, arretrando pericolosamente e lasciandosi trasportare dall’inerzia della partita, che girava inesorabilmente dalla parte dei campani. E proprio in pieno recupero, la Salernitana ha agguantato il 2-2, mentre il Sassuolo ha sprecato un’enorme occasione per risalire la classifica e mettere pressione alle avversarie.

Salernitana condannata

Sassuolo inguaiato da questo 2-2 inaspettato, dove la Salernitana ha messo in campo tutto l’orgoglio rimasto a una squadra ormai avviata inesorabilmente verso la Serie B. I granata, fanalino di coda a 15 punti, sembrano aver mollato definitivamente, con una società e un progetto tecnico da ricostruire.

La roboante campagna acquisti condotta dal direttore Sabatini ha illuso l’Arechi, specie con il pari strappato in casa contro il Torino. Ma la realtà dei fatti è stata ben altra e i tre cambi di allenatore non hanno impresso quell’agognata scossa bramata da Iervolino. Oramai manca solo l’aritmetica a condannare la Salernitana, con le ultime giornate che serviranno a onorare l’impegno, prima di salutare definitivamente la Serie A.

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