⚔️ Torino-Juventus scuote la Mole: 10 cartoline verso il Derby

Torino-Juventus infiammerà la 32ª giornata di Serie A: una rivalità sportiva e sociale, diversa dalle altre. Ci avviciniamo al Derby della Mole ripercorrendo le 10 stracittadine più significative degli ultimi 40 anni

Lorenzo Ferrai
18 Minuti di lettura

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Le rivalità calcistiche in Italia ricoprono un ruolo di primo piano nella cultura del Paese. Roma-Lazio, Milan-Inter, Genoa-Sampdoria, sono tutti Derby che canalizzano l’attenzione dell’intera Penisola. Poi c’è il dualismo più antico, la stracittadina che esiste da più tempo, diversa dalle altre, per dinamiche, storia ed evoluzione. Torino-Juventus entra in un equilibrio delicato all’interno di una città cosmopolita e incredibilmente campanilistica.

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Campanilismo è il termine che si addice maggiormente alla rivalità fra Juventus e Torino, come accennato, la più antica in Italia, vista l’età delle squadre, fondate rispettivamente nel 1897 e nel 1906. Un unico corpo prima, divise in seguito, per un’incongruenza di vedute, districate nella visione sociale più che sportiva.

Una rivalità sociale

Il dualismo fra Juventus e Torino affonda le proprie radici nel primo dopoguerra, come contrapposizione fra due classi sociali opposte. La squadra bianconera aveva avuto i natali da un gruppo di studenti del prestigioso liceo Massimo D’Azeglio. Ciò, contribuì negli anni ad associarla alla borghesia cittadina, rapporto accentuato poi dal duraturo legame con la famiglia Agnelli, che ne prese le redini nel 1923.

Tifosi Torino
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La scissione fra le due parti avvenne proprio nel 1906, quando il Torino venne alla luce ad opera di un gruppo di juventini dissidenti, che scelsero di sposare l’allora formazione rivale della Juventus, ovvero la Torinese. Il punto di riferimento nel neonato club divenne dunque il movimento operaio, per la verità ancora acerbo.

A seguito del boom economico degli anni ’50, queste differenze fra Juventus e Torino aveva subito una sorta di attenuazione, anche in virtù dei forti flussi migratori che coinvolgevano la vecchia Capitale d’Italia. La città della Mole iniziava a espandersi demograficamente, con un’evoluzione che investì soprattutto la società bianconera, la quale perse dunque gran parte dei propri connotati campanilistici, in favore di un tifo maggiormente globalizzato.

Di contro, il Torino conservava un certo patriottismo insito all’interno delle mura sabaude, anche a seguito di un’espansione commerciale da parte della Fiat, controllata dalla famiglia Agnelli, che conduce la Juventus ad allargare sensibilmente il proprio bacino di tifosi. Da questo momento in poi, il Derby della Mole diviene, a tutti gli effetti lo specchio di una rivalità cittadina che poggia su una contrapposizione fra due classi sociali differenti, entrambe portatrici di un proprio spirito cittadino, l’uno opposto rispetto all’altro.

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Juventus, tifosi
Juventus, tifosi*

Ma questa rivalità cambia totalmente anche il proprio volto, in particolare a partire dalla fine degli Anni ’80. Mentre la Juventus si impone come una squadra top in Italia e nel mondo, il Toro cala gerarchicamente, finanche a conoscere il baratro della Serie B. Il Derby della Mole non richiama più l’attenzione per il carattere sportivo, quanto più per quello culturale.

Palmares sensibilmente diverso, 36 Scudetti a 7, oltre ai trofei internazionali, mai vinti dai granata. Gli incroci ufficiali fra le due squadre sono in totale 207, fra campionato e Coppa Italia, con una netta predominanza bianconera. Difatti, la Juve si è aggiudicata ben 93 incontri, mentre il Torino ha vinto 56 volte. I pareggi ammontano invece a 58.

Nonostante tutto, questa sfida rimane affascinante e profondamente divisiva, benché non sia mai realmente valsa la vetta della classifica. E nemmeno quest’anno cambierà spartito, ma in avvicinamento a Torino-Juventus, riviviamo i 10 Derby della Mole più significativi, in particolare negli ultimi 40 anni, che hanno contribuito ad alimentare una rivalità mai sopita e sempre accesissima.

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La rasoiata di Cabrini

La fine degli Anni ’70 coincide anche con il capolinea dell’epoca d’oro del Torino. In un decennio dominato dalla Juventus, i granata erano riusciti a portare a casa lo storico Scudetto 1975/76, rimontando proprio i bianconeri. Ma il 25 marzo del 1979 si chiude definitivamente un’era, per effetto della rasoiata, infida e precisa di Antonio Cabrini, proprio allo scadere.

Al Comunale, Torino e Juventus si danno appuntamento per un incontro di alta classifica, probabilmente uno degli ultimi, rispettivamente terza e quinta, all’inseguimento del Milan capolista. I granata sono imbattuti in incontri casalinghi da 100 partite, fino al minuto 88, quando dal limite dell’area, il Bell’Antonio scaglia un sinistro imparabile per Terraneo, che permette ai bianconeri di agganciare i cugini, superati poi di un solo punto a fine stagione.

124 secondi di follia granata

Ma la vendetta è un piatto che va servito freddo. Se la Juventus aveva posto fine all’imbattibilità interna del Toro, quattro anni più tardi, i granata trovano il modo di ottenere la propria rivalsa. Proprio in un’altra stracittadina storica, nella maniera più beffarda e sadica, quella che nessuno avrebbe mai potuto immaginare.

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Nell’annata 1982/83, la Juventus di Trapattoni, fresca della seconda Stella, è impegnata nella corsa Scudetto con la Roma di Liedholm e Falcao. Il 27 marzo 1983 va in scena il Derby della Mole, dove la favorita appare piuttosto chiara. È la Vecchia Signora, che annovera nel proprio undici campioni del calibro di Platini e Boniek, oltre a sei campioni del mondo nel Mondiale di Spagna dell’anno precedente, dove spicca il Pallone d’Oro Paolo Rossi.

Ed è proprio Pablito a portare in vantaggio i bianconeri dopo un quarto d’ora. Il gol di Le Roi, al 65′, spezzerebbe le gambe a chiunque. Non a questo Torino, tutto cuore e muscoli contro una Juve fortissima ma forse eccessivamente vanitosa, consapevole dei propri mezzi e del valore dell’organico a disposizione del Trap.

Ma i granata si rimboccano la maniche e partono alla carica, esibendosi in una delle rimonte più incredibili nella storia del calcio italiano. In soli 124″, Dossena e Bonesso rimettono in piedi un Derby che sembrava perso. La semirovesciata di Torrisi al 74′ certifica l’impresa del Torino. 3-2 finale e sogno che diventa realtà. Juventus al tappeto, per una atroce beffa che si rivelerà decisiva, quando a fine anno, la Roma si laureerà campione d’Italia proprio ai danni dei bianconeri.

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Spareggio da brividi

Esauritasi l’era di Platini, la Juventus è costretta a ricostruire, dopo aver dominato la scena per un decennio. Il nuovo corso passa da Rino Marchesi, che però si trova a soffrire più del previsto per rimanere all’interno delle competizioni europee. Non è da meno il Torino, arrivato 11° l’anno prima.

E le due rivali cittadine, al termine del torneo 1987/88 concludono il campionato a pari punti, al sesto posto. Ci vuole lo spareggio, per decretare la quarta partecipante in Coppa UEFA. Il 23 maggio, Torino e Juventus si ritrovano contro per giocarsi l’accesso all’Europa. Dopo 120′ di assoluto equilibrio, terminati a reti bianche, i bianconeri la spuntano ai calci di rigore, centrando una qualificazione tanto sofferta quanto importante.

Venturin condanna il Toro

Benché non riscuota l’appeal di Milan-Inter o Roma-Lazio, anche il Derby della Mole sa essere crudele per chi lo perde, specialmente se ciò avviene in pieno recupero, oltretutto a causa di un’autorete beffarda e totalmente goffa. Il calendario segna il 22 novembre 1992, 10ª giornata di Serie A. Torino secondo, un punto sopra i cugini, vice campioni d’Italia.

La stracittadina è un monologo Juve, ma sorprendentemente è il Torino a passare in vantaggio, con Sordo, che sfrutta una defaillance della retroguardia bianconera. Ma la Vecchia Signora riemerge con Gianluca Vialli e trova il vantaggio al 92′, in maniera alquanto rocambolesca. Il destro di Moeller viene deviato dallo sciagurato intervento di Venturin, che spiazza Marchegiani e consegna la vittoria agli odiati rivali.

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Toro imbufalito

Nella seconda metà degli Anni ’90, i Derby della Mole subiscono un diradamento, per via della calante competitività del Torino, al contrario di una Juve capace di restare sempre nelle primissime posizioni. Ma i granata sono comunque in grado di scompaginare i piani dei cugini, in piena lotta per il titolo con Inter e Roma.

È il 14 ottobre 2001, è al Delle Alpi si danno appuntamento Juventus e Torino per una stracittadina alquanto squilibrata in favore dei bianconeri, che legittimano la propria forza d’urto, infilando tre gol in meno di venti minuti. Una doppietta di Del Piero e Tudor spostano l’inerzia dalla parte della Vecchia Signora, in vantaggio 3-0 all’intervallo. Il Toro non vuole saperne di mollare e torna in campo col livore negli occhi nella ripresa.

Lucarelli sigla il gol della bandiera, prima che il rigore di Marco Ferrante, bandiera granata, riapra completamente i giochi. I tifosi del Toro esplodono sulle tribune e diventano incontenibili quando Maspero supera Buffon per il 3-3. Rimonta clamorosa completata, con la Juventus che spreca la chance del 4-3, con l’errore di Salas, che manda alle stelle il rigore della vittoria.

L’incornata di Maresca

Nonostante la beffa dell’andata, la Juventus è comunque in grado di condurre la propria lotta con Inter e Roma per lo Scudetto, mentre i cugini sono invischiati in una bagarre per l’ingresso in Coppa UEFA. Ecco perché il Derby di ritorno risulta uno snodo chiave per il cammino di ambedue le torinesi. Ancora una volta, il pronostico è dalla parte dei bianconeri, primi in classifica con una lunghezza di vantaggio su Roma e Inter.

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Trezeguet porta avanti la Juve, ma il Toro ha la forza di ribaltare il punteggio con Ferrante e Cauet, a dieci minuti dal termine. Proprio nell’ultimo giro di lancetta, Maresca incorna un cross di Thuram e gonfia la rete, esibendosi in un’esultanza che rimarrà nella storia: una corsa forsennata con gli indici sulla testa tesi in avanti, a mo’ di corna.

Un gesto di scherno, non particolarmente apprezzato dai sostenitori del Torino. Questo 2-2 regala ai bianconeri un punto d’oro, che si rivelerà decisivo per il titolo. Difatti, la Juventus vincerà lo Scudetto in volata a discapito delle due avversarie, a seguito del celeberrimo Lazio-Inter 4-2, il 5 maggio 2002. I granata potranno comunque consolarsi con la partecipazione all’Intertoto.

La sentenza Trezeguet

La differenza fra Torino e Juventus, accentuatasi nei primissimi anni del XXI secolo, viene ridimensionata dagli avvenimenti relativi a Calciopoli, che condannano la Vecchia Signora a un’amara retrocessione in Serie B. Nell’anno del ritorno dei bianconeri nella massima categoria, il Derby della Mole appare equilibrato come non mai.

Quella del 30 settembre 2007 è una sfida che assume i toni da Far West, intensa e con otto ammoniti. Solo un episodio può sbloccare una contesa avviata verso lo 0-0 finale, che di fatto non accontenterebbe nessuno. Ecco dunque che al 94′ si materializza in area il bomber David Trezeguet, lesto a colpire al volo il retropassaggio di Dellafiore, per battere a rete, regalando i tre punti alla Juve.

Pirlo all’ultimo respiro (2-1 2014)

I Derby vinti all’ultimo respiro costituiscono un motivo d’orgoglio per chi trionfa, mentre per la squadra perdente quella partita assume i contorni dell’ingiustizia. È successo nel 2007 e il copione si ripete nel 2014. Le due stracittadine si giocano in due stadi differenti. Difatti, nel 2011, la Juventus ha inaugurato lo Juventus Stadium, il nuovo impianto di proprietà, dove i bianconeri tornano a fare la voce grossa in Italia.

E anche i Derby non fanno eccezione, benché esse rimangano sempre partite delicate, dove prevale la tensione piuttosto che la qualità dell’organico. Dopo essere andato sotto con il rigore di Vidal, il Torino tira fuori tutto il proprio orgoglio, anche per spezzare la maledizione del gol, che resiste da oltre 12 anni. E il modo in cui i granata sfatano questo tabù è da cineteca.

A metà primo tempo, Bruno Peres recupera la sfera a ridosso della propria area di rigore e si esibisce in un coast to coast degno del miglior Weah per riequilibrare il punteggio. Dopo il pari, l’incontro si apre ed entrambe hanno le occasioni per vincere. Ancora una volta però, i minuti di recupero sono fatali al Torino, che si deve arrendere al destro di Pirlo al 93′.

Vittoria granata dopo 20 anni

Al ritorno, la Juventus è proiettata alla Champions League, oltre a godere di un vantaggio esorbitante in campionato. Il Torino è invece in piena corsa per l’Europa, contro Genoa, Milan e Inter. I granata hanno intenzione di vendicare la beffa subita all’andata, ma vanno sotto alla mezz’ora, ancora sulla punizione capolavoro di Pirlo.

Proprio a ridosso dell’intervallo però, il Toro tira fuori il carattere e riesce a rimettere in piedi la gara, grazie all’inserimento vincente di Darmian. Nella ripresa sono ancora i granata ad andare a segno con Quagliarella che castiga la sua ex squadra per il 2-1 dei padroni di casa. La Juventus si riversa in avanti, ma Padelli para tutto, preservando la vittoria. Torino che torna ad aggiudicarsi un Derby a distanza di 20 anni dall’ultima volta, spezzando il dominio bianconero sulla stracittadina.

Cuadrado rilancia la Juve

L’annata 2015/16 non parte sotto i migliori auspici per una Juve rinnovata, dopo gli addi dolorosi di Pirlo, Vidal e Tevez. I primi due mesi e mezzo di campionato sono un autentico incubo, con la Signora 12ª dopo quattro anni di dominio indiscusso in Serie A. Per la prima volta dopo trent’anni, il Torino si presenta alla stracittadina avanti in classifica rispetto ai cugini.

Derby da paura, disputato il 31 ottobre, anche perché la sconfitta rimediata contro il Sassuolo, ha messo la Juve spalle al muro. La Signora sa di avere l’ultima opportunità per riaprire le proprie speranze di titolo. Pogba sblocca la sfida con un siluro da fuori, prima che Bovo peschi il jolly da fuori area a inizio secondo tempo. Buffon e Padelli diventano protagonisti, conservando l’1-1, finché non scocca nuovamente il 93′.

Pogba imbuca per Alex Sandro, che crossa di prima intenzione, trovando la deviazione sporca di Cuadrado sotto porta. Lo Stadium esplode e la Juve riscatta la sconfitta dell’annata precedente. Questi tre punti daranno il via alla cavalcata trionfale dei bianconeri, autori di una rimonta senza precedenti ai danni del Napoli, che li condurrà al loro quinto Scudetto di fila.

Dominio bianconero

Il gol di Cuadrado ha di fatto inaugurato una striscia da incubo per un Torino mai più capace di portare a casa un Derby. Da quel maledetto 31 ottobre 2015, la Juventus ha vinto 15 incontri su 19, riaffermando la propria netta superiorità nella stracittadina. E la prossima gara sarà la giusta occasione per i granata di poter tornare a gioire, in faccia agli odiati rivali, mai amati e da sempre grandi avversari.

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