Italia soporifera: Spalletti alla ricerca dell’entusiasmo perduto

Un'Italia soporifera non va oltre lo 0-0 contro la Turchia: adesso per Luciano Spalletti è il momento di andare alla ricerca di quell'entusiasmo tanto decantato

Lorenzo Gulino A cura di Lorenzo Gulino

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“Il suo entusiasmo e la sua competenza saranno fondamentali per le sfide che attendono l’Italia nei prossimi mesi” recitava Gravina nel giorno dell’ufficialità di Spalletti come nuovo CT della Nazionale italiana. Parole che, in una serata come questa, tornano dirette al mittente e in vista degli Europei fanno male. Perché di entusiasmo contro la Turchia ce n’è stato ben poco e la dimostrazione arriva anche dall’unico tiro in porta di Raspadori allo scadere dei 90′.

Un volto inaspettato dell’Italia, soprattutto quando in panchina c’è un fautore del bel gioco come Luciano Spalletti. Rimane pur sempre da sottolineare la poca importanza dell’amichevole in questione, ma certi dettagli passano anche da qui. La voglia e la fame di segnare, la convinzione di essere superiori e la mentalità vincente si costruiscono proprio a partire dagli scontri meno rilevanti, da quelli che nessuno ha interesse a portare a casa, ma che alla fine dei conti fanno la differenza.

A tutto campo

Lati negativi ce ne sono molti, ma non sono solo questi gli aspetti che si possono evincere da Italia-Turchia. Giusto mettere in evidenza la scarsa imprevedibilità offensiva, una manovra lenta e compassata, ma lo è ancor di più sottolineare i polmoni di questa Nazionale. Un pressing a tutto campo quello studiato da Spalletti, che ha dato la possibilità agli Azzurri di creare quelle poche e rare occasioni nel corso del match.

Un centrocampo ben organizzato che ha saputo gestire al meglio, e in maniera corale, i momenti per andare a prendere la Turchia nella propria metà campo. In particolar modo a dare la spinta giusta è stata la corsia di sinistra, con Dimarco e Chiesa che hanno creato non pochi problemi con il loro pressing. Nota dolente, invece, la prestazione di Lorenzo Pellegrini incapace di dare soluzioni tra le linee e di legare i reparti. Piuttosto che andare avanti, il capitano giallorosso sembra esser tornato indietro, ai tempi di Mourinho.

Contro tutte le aspettative, invece, a spiccare è stato Bryan Cristante, eleggibile come il migliore in campo. Forse, in quel lontano 2019, Daniele De Rossi aveva visto più lungo di chiunque altro: “C’è un Bryan Cristante, io ne voglio 100 come lui, che dà l’anima in campo e in allenamento”. Da certezza della Roma, contro la Turchia ha dimostrato di poter essere un punto di riferimento per Spalletti, magari non il più importante, ma comunque uno sul quale poter contare. Un segnale decisivo, soprattutto in vista dell’Europeo.

Italia è ora di svegliarsi

Archiviato il centrocampo si potrebbe parlare anche dell’attacco. L’esplosione di Scamacca fa tirare un sospiro di sollievo e suscita speranza nei tifosi, soprattutto dopo la prestazione non all’altezza di Retegui. In un’Italia versione soporifera, Mateo non è stato da meno e ha fatto sentire l’assenza del bomber dell’Atalanta. Un aspetto del quale Spalletti dovrà tenere conto nel corso dell’Europeo, soprattutto quando l’asticella si alzerà notevolmente.

Il CT della Nazionale italiana, dunque, avrà l’arduo compito di restituire quel famoso “entusiasmo” ai suoi calciatori, per evitare di ricadere negli stessi errori fatti contro la formazione di Montella. Una prestazione sterile, per non dire soporifera dell’Italia, senza capo né coda, degna solo dei film più noiosi della storia. Forse anche lo stesso Fantozzi, con il senno di poi, avrebbe preferito “La corazzata Potemkin” a Italia-Turchia.

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