Sergio Pellissier in ESCLUSIVA: “Scudetto? Sorpreso da Napoli e Udinese. Vi racconto la favola della Clivense”

L’ex bandiera del Chievo Verona Sergio Pellissier è intervenuto in ESCLUSIVA ai nostri microfoni per parlare della sua FC Clivense, oltre che dell’attuale campionato di Serie A

Lorenzo Bosca
10 Minuti di lettura
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Quella di Sergio Pellissier è una storia di passione. Una storia di sacrifici, rispetto e dedizione: verso il mondo del calcio prima e verso i propri colori poi. Quello di Sergio Pellissier è un monito per le generazioni future ed un esempio per tutti coloro i quali praticano questo sport. 

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Nato ad Aosta il 12 Aprile 1979, Pellissier ha legato indissolubilmente la propria carriera al Chievo Verona. Squadra nella quale ha militato dal 2002, fino al 2019, realizzando ben 139 gol in 517 partite. Seconda punta rapida e dinamica, vanta una convocazione in Nazionale, sotto gli ordini di Marcello Lippi (con tanto di gol all’esordio contro l’Irlanda). 

Nell’agosto 2021 l’ex numero 31 ha fondato la FC Clivense, società sportiva che nasce dalle ceneri del Chievo, in seguito all’esclusione di quest’ultimo dal calcio professionistico causa inadempienze economico-amministrative. Nel settembre dello stesso hanno la Clivense ha disputato la sua prima partita nella Terza Categoria veronese, vincendo poi il campionato al primo tentativo. Come promesso, il classe 79’ è sceso in campo per l’ultima partita stagionale del club, realizzando un gol su calcio di rigore. Agli albori della nuova stagione Sergio Pellissier è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Footballnews 24, per raccontare la “favola” della FC Clivense, prima di concentrarsi sul campionato che per (quasi) vent’anni l’ha visto protagonista: la Serie A.

Sergio Pellissier, presidente della Clivense
Sergio Pellissier, presidente della Clivense

Sergio Pellissier: “Clivense? Volevo riproporre i valori del Chievo”

Buongiorno Sergio, iniziamo dalla domanda più scontata così come la più importante: cosa l’ha spinta a fondare la FC Clivense?

“Ho fatto un po’ quello che ho sempre fatto nella mia vita, non ho pensato: ho reagito d’istinto. Tutto quello che è accaduto alla mia vecchia società mi ha colpito, mi ha dato molto fastidio e avendo passato così tanti anni volevo che non scomparissero almeno i valori e tutto quello che io avevo imparato. Mi piaceva l’idea di ricreare un qualcosa del genere e cercare di ottenere risultati importanti”.

E ad un anno dalla fondazione se lo sarebbe mai aspettato un successo così prorompente?

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“No (ride, ndr), no assolutamente. Costruire una società non è facile e veloce come sembra. Noi avevamo pochissimo tempo e quando siamo partiti per costruire la squadra non avevamo proprio niente. Poi non riuscivamo a trovare nessuno, perché la maggior parte (dei calciatori, ndr) erano già andati da altre parti…erano i primi di settembre e c’era ben poco tempo, da lì a poco sarebbe cominciato il campionato. Allora ho pensato: ‘Apriamo Instagram, proviamo a mettere i provini in diretta e vediamo cosa succede’. Il primo giorno che sono arrivato lì avevo il timore che fosse un buco nell’acqua e che non si presentasse nessuno. Invece mi hanno sorpreso e questa è una cosa molto positiva”.

Sergio Pellissier: “Puntiamo al professionismo”

Da bomber a presidente il passo è breve, ma in quale dei due ruoli si incontrano più difficoltà?

“Sono responsabilità diverse. Indubbiamente il Presidente deve cercare di dare la possibilità ai calciatori di essere il più sereni possibile e che non ci siano problematiche societarie o niente fuori luogo. Però il Presidente in campo non scende mai, mentre i giocatori hanno quell’importanza di decidere le sorti della società. Purtroppo in questo ambiente vincere è la cosa più importante, l’unica cosa che conta e quindi sono loro che determinano quel risultato e tu devi sottostare a quello che fanno loro. Quindi non è semplice”.

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Spostando lo sguardo verso il futuro invece, quali obiettivi coltiva per i prossimi anni?

“Noi abbiamo creato un business plan dove è tutto scritto: tutto quello che vorremmo fare a breve termine. Abbiamo dovuto rallentare un attimo perchè non siamo riusciti a trovare la Serie D per varie problematiche e siamo partiti dall Eccellenza. Quindi l’obiettivo indubbiamente è quello che hanno tutte le squadre che investono: vincere il prima possibile per andare tra i professionisti. So che è una cosa complicata, difficile e che in tanti ci provano e non sempre ci riescono. Questo è il nostro obiettivo, stiamo lavorando per quello ed è sicuramente l’obiettivo principale. Poi abbiamo tante altre idee e progetti che stiamo sviluppando, ma ci vuole un po’ di tempo”.

Sergio Pellissier, ex attaccante del Chievo
Sergio Pellissier, ex attaccante del Chievo

Sergio Pellissier: “Sempre avuto rispetto per il Chievo. Oggi è più difficile essere una bandiera”

Lei ha citato il Chievo Verona, se dovesse scegliere una sola parola per descrivere la sua ventennale storia con questi colori, quale sceglierebbe?

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“Credo “rispetto”. Rispetto per quelle persone, per quei tifosi e tutti quelli che hanno creduto in me in tutti questi anni. Io, per il mio carattere e per quello che mi hanno insegnato i miei genitori, penso che quando hai persone che credono in te e soprattutto pendono dai tuoi risultati e da quello che fai in campo, non puoi mai abbandonarli. Io ho sempre avuto rispetto per persone che hanno creduto in me, che mi hanno scelto e che mi hanno portato a giocare a questi livelli e quindi per me quella società faceva parte del mio essere”.

Proprio questo rispetto fa di lei una delle ultime bandiere del nostro campionato? E perché nel calcio moderno è sempre più singolare trovare esempi come il suo?

“Non so se fossi l’unico, a quel tempo ce n’erano tanti come me. Persone che mettevano il rispetto o l’affetto delle persone prima dei soldi o delle carriere. Adesso è un po’ più complicato. Non è più solamente il giocatore a scegliere la cosa migliore per sé: quindi lo stipendio più alto o la società più importante. Oggi sono le società che non vogliono, perché adesso è un business e perché adesso investire su un giocatore solamente perché è da tanti anni che è lì non conviene più a nessuno. Quindi ognuno fa i propri interessi. Sicuramente non ci sono più i presidenti di una volta alla Moratti, alla Sensi o come lo stesso Campedelli dei primi tempi, quei presidenti che investono esclusivamente per il bene della società. Adesso un investimento è per un bene proprio, quindi per un guadagno proprio e questo incide sul valore della bandiera o sull’uomo. Quindi alla fine è giusto che ognuno faccia i propri interessi a partire dai giocatori. Se si rischia di rinunciare a guadagnare tanto e rinunciare ad andare in una squadra più importante per poi ritrovarsi senza squadra…..alla fine sei un dipendente come gli altri e quindi è giusto che ognuno faccia i propri interessi”.

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Sergio Pellissier del Chievo
Sergio Pellissier in conferenza stampa

Sergio Pellissier: “Sorpreso da Napoli e Udinese, su Juventus ed Inter…”

Passando puramente al calcio giocato, quale squadra l’ha particolarmente colpita in questo inizio di Serie A?

“Una su tutte l’Udinese. Andrea Sottil l’anno scorso ha fatto molto bene ad Ascoli: è un allenatore che ti da forza e grinta, ti fa dare tutto in campo e crea un bel gruppo. Questo mi ha sorpreso, sono contento per lui perché se lo merita. Mi hanno un po’ deluso Juventus ed Inter che stanno facendo fatica, sono quelle da cui mi aspettavo di più. Anche il Napoli mi ha sorpreso tra virgolette, perché Spalletti ha sempre dimostrato di saper fare gruppo, di saper creare una squadra valida. Credo che il Napoli giochi bene e che al momento meriti di essere in testa alla classifica. Credo che stia facendo un campionato straordinario, anche se è molto lunga…”

Se dovesse puntare i suoi due centesimi sulla vincitrice del prossimo scudetto, opterebbe per i partenopei quindi?

“E’ sempre difficile scommettere su un campionato così complicato come quello italiano, anche perchè ora come ora il Napoli sta andando tanto forte e non so se dureranno così tanto. Indubbiamente se dovessi giocare adesso i miei due centesimi li punterei sul Napoli”.

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