De Rossi non stecca all’esordio: la nuova Roma prende forma

Gabriele Turchetti
5 Minuti di lettura
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Il pomeriggio all’Olimpico inizia con una serie di emozioni contrastanti, da una parte la gioia per il ritorno di De Rossi alla Roma sotto nuova veste, dall’altra la delusione per l’esonero di Mourinho. E i tifosi li manifestano ancor prima del fischio d’inizio, con cori per quello che da sempre è il loro simbolo e striscioni per colui che li ha rappresentati negli ultimi due anni e mezzo. Fischi sonori, invece, per i giocatori, da Pellegrini a Zalewski e Spinazzola, passando per Smalling quando inquadrato sui maxi schermo: le ovazioni, invece, sono tutte per Bove, richiesto da molti come nuovo capitano, e, ovviamente per DDR. Poi, c’è il campo, che restituisce fin da subito importanti novità.

De Rossi passa alla difesa a 4: terzini molto alti

La prima novità era nell’aria già nel corso della settimana, ovvero la scelta di De Rossi di mettersi a 4 in difesa, dettata probabilmente anche dall’assenza di alcuni interpreti come Mancini e N’Dicka. La Roma non sembra soffrire il cambiamento, che porta i due terzini ad avere una posizione molto alta generando ampiezza e dando la possibilità a Dybala ed El Shaarawy di giocare più all’interno del campo. E proprio da un inserimento di Karsdorp, servito da una palla illuminante di Bove, nasce la prima grande occasione del nuovo corso.

Non si vedono i soliti lanci lunghi nella terra di nessuno che hanno caratterizzato, in particolare, le ultime settimane, ma è una Roma che vuole giocare palla a terra con scambi veloci, senza disdegnare il possesso che alla fine sarà al 62%. Un gioco piuttosto verticale che si concretizza con l’imbucata di Pellegrini per El Shaarawy e l’assist vincente per il gol del vantaggio firmato da Lukaku. Sempre da una verticalizzazione, stavolta di Huijsen, prende il via l’azione del 2-0, realizzato dal capitano giallorosso che, probabilmente, è stato il più fischiato della serata all’Olimpico.

Si nota molto bene, inoltre, l’atteggiamento assunto dalla Roma in fase di non possesso: un 4-1-4-1 che vede Paredes schermare la difesa e Bove e Pellegrini alzarsi a dare pressione sui portatori di palla avversari, in particolare il numero 52 per aiutare Dybala. Il risultato all’intervallo vede i giallorossi avanti di due reti con De Rossi che può essere soddisfatto di quanto visto, considerando anche i pochi giorni a disposizione per lavorare ed imprimere in nuovi dettami di gioco.

Daniele De Rossi e Paulo Dybala, Roma
Daniele De Rossi e Paulo Dybala, Roma @livephotosport

La Roma cala, De Rossi torna a 3: Dybala unico neo

La Roma inizia con determinazione anche la ripresa, ma alla lunga la mossa di Baroni di inserire un altro attaccante – Bonazzoli – paga: Djuric, però, non sfrutta l’occasione di accorciare le distanze fallendo, clamorosamente, il calcio di rigore. Col passare dei minuti la squadra di De Rossi cala fisicamente e, di conseguenza, si allunga, facendo fatica ad esprimere lo stesso gioco visto nella prima ora. Il Verona prende fiducia e dimezza lo svantaggio con la conclusione dalla distanza di Folorunsho, complice l’insicurezza di Rui Patricio.

Alla stanchezza subentra la paura di vanificare il primo tempo e per De Rossi è tempo di coprirsi di più, tornando così al 3-5-2. Con tanta forza di volontà e sacrificio, alla fine, la Roma esce dal campo con i tre punti, l’unica cosa che contava in momento così complicato. L’assente di serata è Dybala, mai nel vivo del gioco anche per via delle solite noie fisiche, mentre spicca, oltre a quella di Bove, la prestazione di El Shaarawy, tornato ad agire nel suo ruolo naturale.

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Daniele De Rossi, allenatore della Roma @livephotosport
Daniele De Rossi, allenatore della Roma @livephotosport

La serata si conclude con la Roma sotto la Curva Sud e i fischi, per i giocatori, di una parte dell’Olimpico che, dopo pochi secondi, omaggia all’unisono mister De Rossi, simbolo del romanismo. Bisogna lavorare ancora molto dalla parti di Trigoria, ma il neo allenatore giallorosso sembra essersi calato perfettamente nei nuovi panni e – come si suol dire – chi ben comincia, è a metà dell’opera.

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