Milan, Taarabt: “I tifosi mi hanno amato, Inzaghi ha preferito puntare su Cerci”

Adel Taarabt torna a parlare del Milan: autore di una grande stagione col Diavolo nel 2014, per molto tempo si è discusso del perché i rossoneri abbiano deciso di non riscattare il marocchino

Marco Gioviale
2 Minuti di lettura
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L’ex giocatore del Milan è tornato a parlare della sua esperienza in rossonero. Adel Taarabt, centrocampista classe ’89, si è reso protagonista nel Milan di Allegri e Seedorf: 14 presenze e 4 gol per lui, che non gli sono valsi il riscatto dal QPR. A distanza di anni, ami microfono de La Gazzetta dello Sport, il giocatore ha voluto commentare la sua storia col Diavolo.

A Milano per solamente 6 mesi, nella stagione 2013-14, il marocchino è stato tra i giocatori più simbolici e significativi in quella squadra che terminò il campionato all’8° posto. I tifosi mi hanno amato, e me lo dimostrano tutt’ora sui social e quando li incontro nei ristoranti qui a Dubai. Ogni volta mi chiedo come mai Galliani non mi abbia riscattato”.

Taarabt ha poi continuato: “Non voglio sembrare arrogante, ma credo di essere stato il miglior giocatore di quella squadra. C’erano Balotelli, Kakà, Robinho, ma i tifosi lo sapevano, Seedorf mi voleva bene, si parò di riscatto dopo soli 2 mesi che ero a Milano. Poi in estate cambiò tutto, Inzaghi disse alla dirigenza di non voler puntare su di me perché preferiva Alessio Cerci. Lo rispetto, ma sentirmi una cosa del genere no: il fratello ha fatto bene da allenatore, lui invece…”

Riscatto da parte del club rossonero che ha influito molto sulla salute mentale del giocatore, una volta tornato in Inghilterra: Ci ho messo 18 mesi a recuperare dalla depressione. Volevo mollare tutto, immagina indossare la maglia del Milan, giocare a San Siro, e poi fine di tutto. Quando sono tornato al QPR ero svuotato, era diventato impossibile giocare lì”.

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