🔮È ancora Europa? Real, City e il calcio NBA Friendly

Non siamo certi che sia Europa, Terra o se direttamente Marte. Ma lo spettacolo di Real Madrid-Manchester City ci ha dato un assaggio futuro: non solo dal punto di vista del calcio giocato

Luca Vano
4 Minuti di lettura
- Pubblicità -

Seguici sui nostri canali

No, non avete sognato. Real Madrid-Manchester City si è giocata davvero, con un 3-3 spettacolare che ha portato gioia negli occhi di chi guarda, divertimento in campo e sugli spalti e un profondo senso di incompiutezza per chi è abituato ad altre tipologie di football. Perciò è quasi d’obbligo chiedersi, dopo lo show di Guardiola ed Ancelotti: quello che abbiamo visto è ancora calcio? Stavolta non serve scadere nella proverbiale invidia dell’erba del vicino. Le due del Bernabeu, ad oggi, sono le uniche squadre a potersi fronteggiare su queste frequenze.

Basta ricordare il primo quarto d’ora, condito dal vantaggio di Bernardo Silva su paperone di Lunin e dalla remuntada madridista con due deviazioni decisive alle spalle di Ortega. Errori e imperfezioni che passano in secondo piano se si pensa all’intensità messa in campo da Real e City, capaci di svuotare il centrocampo in maniera frenetica e precisa per risalire il prato verde a velocità supersonica. Ciò che si è visto per larghi tratti sotto il tetto – letteralmente – delle regine di Champions League è il manifesto del calcio più NBA Friendly della storia.

Real Madrid, esultanza
Real Madrid, esultanza

Show e stadi: il futuro è qui

Una riflessione che non nasconde soltanto le motivazioni dietro i gol e le occasioni create, susseguitesi ad alte frequenze fino ai gioielli da FIFA di Foden e Valverde. Ma, soprattutto, restituisce agli spettatori la direzione verso la quale sta andando il calcio, in cui il match da attore principale diventa co-protagonista. Lo spettacolo in campo è stato, infatti, quantomeno pareggiato da quello sugli spalti, raccolti e tutti esauriti sotto il tetto retrattile del Bernabeu.

Uno stadio ristrutturato fino allo scorso anno e che, per lavoro svolto, proietta la natura del suo essere direttamente nel futuro. Citando Fabio Caressa, nel pre-gara di Sky Sport: “Oggi l’Italia, nei confronti di questo stadio, è ufficialmente 100 anni indietro”. Una sentenza che nasconde nell’esagerazione una triste verità per la Serie A, incapace di evolversi dallo splendore degli anni ’90 fino ad arrendersi ad una generazione di sportivi che non la riguarda da vicino.

Ancelotti e Guardiola
Ancelotti e Guardiola

Guardiola e Ancelotti aprono le danze

Ma non bisogna diventare tragici e rassegnati, nemmeno parlando di calcio giocato. Ciò poiché Real Madrid e Manchester City rappresentano una élite ad oggi irraggiungibile per gli altri club in Europa. Tanto da interrogarsi se, per il gioco mostrato con forte propensione offensiva e scarsa applicazione a protezione della propria porta, entrambe non abbiano deciso di trasferirsi nel palazzetto dello Staples Center a scambiarsi il pallone con LeBron James.

La spregiudicatezza del duello tra Guardiola ed Ancelotti è, per ora, una goccia nel mare che se venisse replicata in altre circostanze e da altre realtà fornirebbe ai potenti del pallone un assist irripetibile. Uno spettacolo continuo che finirebbe per giustificare, una volta per tutte, le mire espansionistiche della Superlega o – volando ancora bassi – il nuovo format della Champions League che prenderà il via nel 2024/25.

- Pubblicità -

A noi il “doloroso” compito di goderci lo spettacolo, sacrificando i nostri occhi abituati al gioco sparagnino delle nostre big italiane ogni qualvolta finiscono per incrociarsi in Serie A. Lanciando così l’appello per un Milan-Roma di Europa League per cui basterebbe 1/4 dello spettacolo di Real-City per godere di un calcio ormai sempre più sospinto verso la sua dimensione primordiale. E, per questo, altamente coinvolgente.

Accedi per ricevere Aggiornamenti

Segui le squadre o le competizioni che preferisci per restare sempre aggiornato!

Proseguendo dichiari di aver letto e compreso
l’informativa privacy

P