Inter pigliatutto: non c’è 2 senza 4

Luca Vano
3 Minuti di lettura
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C’è solo l’Inter” recita uno degli inni più famosi della formazione nerazzurra, perfettamente traducibile al reale se si getta uno sguardo alla classifica di Serie A. Ne basta uno solo, anche sommario, per notare il divario che si è venuto a creare tra la capolista e le inseguitrici, un bottino di 10 punti nutrito anche dagli scontri diretti vinti con Milan e Juventus, in attesa del Derby di ritorno. Insomma, ben più di una fuga Scudetto: un monopolio potrà essere sventato soltanto da qualche scivolone inatteso.

Tuttavia, con tutti gli scongiuri del caso che i tifosi dell’Inter si riservano, dopo il 4-0 rifilato alla Salernitana e le prove di forza con Juve, Fiorentina e Roma un malfunzionamento della macchina perfetta di Simone Inzaghi appare alquanto improbabile. Lui non si fida e intima di mantenere la concentrazione anche durante il sonno, momento terapeutico della giornata in cui il cervello spesso prefigura il futuro. Che potrebbe riservare ben più della seconda stella sul petto.

Esultanza Marcus Thuram, Inter
Esultanza Marcus Thuram, Inter @livephotosport

Il campionato “aiuta” la Champions

L’ampio divario che si è venuto a creare tra l’Inter e chi c’è dietro permette innumerevoli soluzioni a livello di campo: turnover, cambi anticipati, turni di riposo a calciatori sollecitati e conseguente allargamento del sorriso di chi gioca meno. Arnautovic, con il primo gol a San Siro dal suo ritorno, ne è l’esempio lampante. I benefici non si limitano, però, al solo territorio nazionale e si estendono verso quell’Europa sfiorata un anno fa e che quest’anno si ripresenta a metà di un febbraio sin troppo caldo.

Di certo, l’Atletico Madrid di quest’anno non è il Porto della scorsa stagione ma è tutt’altro che pretestuoso dire che anche l’Inter è migliorata. E parecchio. Quasi come se lo schiaffo del Manchester City a Istanbul avesse consegnato una consapevolezza alla Beneamata di potersela giocare con chiunque, suggerendo di riprovarci anche in questa stagione. I bookmakers la pensano esattamente così, consegnando ad Inzaghi lo scettro di terzo favorito dopo Guardiola e Ancelotti, con il suo Real, per alzare al cielo la Champions League.

Per il club meneghino si tratterebbe del quarto trionfo nella competizione e le parziali analogie con l’anno del Triplete si vanno ad infrangere su una prematura uscita dalla Coppa Italia, per propri demeriti e meriti del Bologna. Ma di sicuro nessuno scoppierebbe in lacrime in quel di Appiano in caso di Double inzaghiano, che intascherebbe così tutto il vincibile – o quasi – sulla panchina dell’Inter. Sia chiaro: l’Europa è ben altro terreno rispetto all’ormai noto giardino di casa italiano. Ma se non c’è 2 (stelle) senza 4 (Champions), allora, tanto vale provarci un’altra volta.

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