Inter senza rivali, Juventus paradossale: il bollettino della Serie A

La Serie A ha quasi chiuso il sipario sulla giornata numero 28: non sono mancate le sorprese, con l'Inter che allunga ancora sulla Juve, superata dal Milan. Bagarre salvezza, con qualche colpo proibito

Luca Vano
4 Minuti di lettura
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Cosa ci ha detto l’ultimo turno di Serie A, in attesa di Lazio-Udinese? Nello sciogliere i nodi, impossibile non partire dalla supremazia dell’Inter che non conosce casa, trasferta, avversari abbordabili o campi storicamente complicati. Semplicemente vince: e vincere in questo sport coincide spesso e volentieri con l’avere ragione. Anche perché quella di Bologna è senza dubbio la vittoria più inzaghiana di un 2024 a punteggio pieno, arrivata con l’inedita connessione Bastoni-Bisseck. Da terzo di difesa a terzo di difesa. Prossimo passo? Inserimento di Sommer alle spalle di Thuram?

Una serata, quella del Dall’Ara, che però non ridimensiona la banda di Thiago Motta, capace di mettere in difficoltà l’Inter in 3 match su 3 durante l’arco della stagione. Rivelandosi così l’avversario più ostico, ben più della strana coppia formata da Milan e Juventus che nell’ultimo weekend si scambiano di posto, ma ahiloro osservano chi sta davanti sempre più grazie alle lenti di un binocolo.

Teun Koopmeiners, Atalanta
Teun Koopmeiners, Atalanta @Twitter

Le (ex) inseguitrici

Il Milan fa il suo, come aveva fatto a Roma con la Lazio. Vince e rosicchia punti, battendo un buon Empoli con la rete del suo uomo più in palla, quel Pulisic di cui si parla sempre poco se si mette in mezzo il discorso dei parametri zero più impattanti nel 2023/24. Ora Pioli dovrà trovare continuità, con un’Europa League che ha fatto di tutto per complicarsi in casa con lo Slavia Praga, pur volando in Repubblica Ceca con due reti di vantaggio nello zaino.

La Juventus scivola al terzo posto ed è sempre più un paradosso di questa Serie A. I bianconeri con l’Atalanta non vanno oltre il 2-2, freddati dal sogno di mercato Koopmeiners ma altrettanto gasati da una rimonta meritatissima dopo lo svantaggio iniziale. La beffa, del resto, è proprio qui. La Juve gioca male? Vince, ma dall’Empoli in poi si rompe qualcosa e smette di farlo. La Juve gioca un calcio propositivo e colleziona occasioni? Perde a Napoli, pareggia con la Dea. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: 6 punti in 7 partite. Pochi, anche per un secondo posto.

Evan Ndicka, Roma
Evan Ndicka, Roma @Twitter

Napoli e Roma, pari diversi

Tasto stop in graduatoria e in campo anche per Napoli e Roma, che pareggiano due partite dal sapore totalmente differente. I partenopei passano in vantaggio con Kvaratskhelia e si addormentano su Sanabria, che per meno di due ore – fino alla magia di Dany Mota – aveva siglato la rovesciata più bella di giornata. De Rossi, invece, può inserire il 2-2 di Firenze nella propria striscia positiva grazie al pari in extremis di Llorente e a Svilar, che neutralizza Biraghi dal dischetto che adesso, dalle parti della Fiesole, inizia ad essere sintomo di 11 metri di dolore.

Kaio Jorge, Frosinone
Kaio Jorge, Frosinone @livephotosport

Si salvi chi può

Così come per il Frosinone, ora sì nelle tre che ad oggi retrocederebbero grazie alla solita prestazione consistente ma povera di punti. Ciliegina sull’aspra torta il penalty fallito da Kaio Jorge, che non pareggia la vitale rete di Thorsvedt che salva momentaneamente il Sassuolo. Il Cagliari osa e vince, la Salernitana dovrà affidarsi a carte terrene e ultraterrene per tentare il miracolo, ma chi non si salva di sicuro va in scena a Lecce. No, non si tratta dei padroni di casa o del Verona, vittorioso con Folorunsho. Ma di D’Aversa, che con la testata ad Henry si guadagna il cartellino più rosso di tutti nell’arco dell’intera stagione.

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