Lazio, un Bayern Immobile: non è solo un sogno

Luca Vano
3 Minuti di lettura
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La storia è ciclica e pertanto destinata a ripetersi, soprattutto nel mondo del calcio. Se si parla della Lazio, si parla di una formazione in grado di portare 24 anni fa a Roma un trofeo internazionale di assoluto spessore come la Supercoppa Europea e raggiungere a stessa distanza di tempo i quarti di finale di Champions League per l’unica volta nella sua storia. La corsa, nell’aprile del 2000, fu interrotta dal Valencia ma i brividi corsi lungo la schiena dei laziali somigliano terribilmente a quelli di due settimane fa.

Il 14 febbraio, a proposito di date con un certo spessore, la Lazio ha infatti battuto il Bayern Monaco all’Olimpico nell’andata degli ottavi di finale della competizione più prestigiosa. Nell’ultimo anno con la formula “tradizionale” prima della rivoluzione del 24/24, la squadra di Sarri ha dunque l’occasione di chiudere il cerchio. Stasera all’Allianz Arena si gioca per passare il turno, un evento che avrebbe comunque il sapore dell’impresa ma che mai come questa volta appare più di un semplice sogno.

Ripartire da Immobile, senza chiudersi

Merito, in primis, della squadra ammirata nella gara d’andata capace di sfruttare l’occasione dal dischetto e addirittura rammaricata per non aver capitalizzato due palle gol enormi per il raddoppio. Demerito, in seconda battuta, del Bayern peggiore dell’ultimo decennio, lontano parente di quello che eliminò proprio la Lazio tre stagioni fa. Colpa di un cammino in Bundesliga non all’altezza dei pronostici, di un Tuchel separato in casa e di una difesa Immobile – con la maiuscola, come chi permetterà a Sarri di sedersi in panchina in Baviera con un gol di vantaggio.

L’esodo dei laziali in Germania è stato notevole, comprensivo del gradito incontro con Stefan Radu in un pub di Monaco prontamente catturato dai social. Un ex difensore e bandiera che ha ceduto la fascia in via definitiva ad Immobile con il suo addio al calcio, in un passaggio di consegne simbolico e carico di significato soprattutto in una giornata così speciale. Quasi paradossale, a dire il vero, visto il cammino singhiozzante della Lazio in Serie A: a testimonianza che giocare in Europa è ben altra cosa.

Con l’assoluto rispetto che la storia – ciclica, ricordiamolo – va ad imporre, è impossibile non asserire che non esiste per la squadra del patron Claudio Lotito un momento migliore di questo per affrontare il Bayern. E i momenti, in Europa, fanno tutta la differenza del mondo. Starà alla Lazio provare a cavalcarlo senza chiudere a doppia mandata il proprio fortino, rinunciando ad offendere. Quella sì, sarebbe una decisione dal sapore di occasione persa.

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