Milan, perché non è un fallimento: Pioli, il dato salva la panchina

Nicola Liberti
2 Minuti di lettura

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Il Milan vince contro l’Udinese e prosegue la propria marcia di risalita in Serie A, nel contesto di una classifica che lo vede ancora fermo al 3° posto. Nella serata in qui Stefano Pioli coglie l’importante intuizione di far subentrare Luka Jovic e Noah Okafor, entrambi a segno ed in grado di ribaltare la gara, il tecnico raggiunge anche uno storico traguardo in carriera. Sono infatti 100 le vittorie sulla panchina rossonera, raggiunte in soli 166 match disputati.

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Milan, il dato salva Pioli

L’impresa di Stefano Pioli è riuscita soltanto ad altri 4 allenatori prima di lui sulla panchina del Milan: Fabio Capello, Nereo Rocco, Nils Liedholm e Carlo Ancelotti. Quest’ultimo precede il tecnico odierno nella speciale classifica di coloro i quali hanno impiegato meno partite a raggiungere questo traguardo, riuscendoci peraltro con 165 gare, una sola in meno del vincitore del 19° Scudetto. Difficile tuttavia togliere la definizione di fallimentare ad una stagione dalle stigmate del fallimento “unicamente” per un record in panchina.

Ecco tuttavia che un dato potrebbe salvare la panchina di Stefano Pioli, o quantomeno alleggerire i giudizi sul suo operato sin qui. Dopo 21 giornate oggi il Milan si trova terzo in classifica con 45 punti, ben 7 in più rispetto alla passata stagione. Se nella prossima gara dovesse giungere la vittoria contro il Bologna poi, si pareggerebbe il confronto con l’anno dello Scudetto, migliore ad oggi di soli 3 punti. Dati che non scagionano certamente in maniera totale il tecnico, reo delle eliminazioni troppo preste in Champions League e Coppa Italia, ma rendono tuttavia maggiori i meriti di Inter e Juventus sin qui, rispetto ai demeriti rossoneri, circoscrivendo la valutazione al campionato.

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