Parla Tiago Pinto, dalla Roma al Newcastle: “Mourinho? Impossibile lavorare normalmente”

Lorenzo Zucchiatti
4 Minuti di lettura
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Poco più di un mese dall’addio di Tiago Pinto ai colori giallorossi, con il club che è ancora alla ricerca del suo sostituto. Dopo tanto silenzio, parla finalmente l’ex Ds della Roma, raccontatosi in una lunga intervista a INews in cui ha toccato tanti temi e tappe della sua vita: “I primi tre mesi al Benfica furono un incubo. Il Paese convive col Benfica, e tutta la mia famiglia lo tifa. Ho sentito così tanta pressione, così tanto ‘Non puoi fallire adesso’. Ma piano piano sono riuscito ad imparare a farlo”. Questo per quanto riguarda gli inizi, prima dell’avventura nella capitale fatta di molti alti e qualche basso.

“Ci ho pensato molto e sentivo che era il momento giusto per lasciare Roma, la fine di un ciclo. Tutti quelli a me vicino mi hanno detto ‘Conoscendoti dubito che sarai in pace dopo due settimane’. Probabilmente avevano ragione. È stata una grande sfida, ma mi piace correre rischi”. Che abbia contributo a rendere grande la società è indubbio, ma immancabile era un passaggio su Mourinho, allenatore con cui ha stretto un rapporto di grande complicità, minato nel finale da alcune incomprensioni, o almeno questo raccontavano voci da Trigoria.

“Quando lavori con un uomo così importante come Mourinho è impegnativo. È esigente e ha standard elevati, per questo ha ottenuto tanto. Sono portoghese e ho iniziato a lavorare con lui quando avevo 36 anni, per un giovane direttore sportivo è impossibile lavorare normalmente con lui. È uno degli allenatori più importanti della storia del calcio ed ho imparato tanto da lui. Il calcio ha dei cicli, ma nessuno può minimizzare l’impatto che ha avuto a Roma. Non si ferma qui Tiago Pinto, che si è poi lasciato andare sul calciomercato, il FFP e un possibile futuro al Newcastle.

Tiago Pinto e Mourinho, ai tempi della Roma
Tiago Pinto e Mourinho, ai tempi della Roma @Twitter

Il FFP, Abraham e il futuro: “C’è un enorme potenziale al Newcastle”

E in effetti, nelle scorse settimane, il nome di Tiago Pinto è stato accostato ai Magpies come possibile nuovo direttore. Così ha commentato l’ormai ex Roma: “Se un grande club come il Newcastle chiede di parlare con te ovviamente sei interessato. Conosco la storia della società perché Sir Bobby Robson era una grande personalità in Portogallo, poi il lavoro svolto dalla nuova proprietà è stato impressionante. C’è un enorme potenziale al Newcastle. Non so se l’interesse sia vero o no, ma chi direbbe di no ad un progetto del genere?”.

Tiago Pinto ammicca agli inglesi, e in attesa di una chiamata, ricorda l’ingaggio di Abraham alla Roma: “Denaro e contratti contano moltissimo, ma cerco di gestirne il lato emotivo. Quando abbiamo ingaggiato Abraham lui era vicino a firmare con altri, dunque ci siamo assicurati di avere, la prima volta che lo avremo incontrato, una maglia con nome e numero che avrebbe indossato con noi. Forse questo significava qualcosa per lui”.

L’ultima chiosa dedicata al famigerato FFP (Financial Fair Play), temuto e odiato da tanti, ma non da Tiago Pinto: “Per me il FFP non è un nemico. È qualcosa che influenza il tuo lavoro ma non lo ostacola. Dobbiamo guardarlo a livello globale. Per progettare il business globale del calcio servono regole e sostenibilità. Credo in questi principi, dobbiamo spendere meno di quanto guadagniamo. Per me come direttore sportivo è un buon punto di partenza, sono favorevole. Il FFP è qualcosa di necessario, che stimola creatività e lavoro di squadra”.

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