Roma contro Brighton: all’Olimpico “soltanto” calcio

Luca Vano
4 Minuti di lettura
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Parole di stima incondizionata, che pareggia l’affetto che le rispettive tifoserie nutrono per entrambi: anche se con storie e motivazioni diverse. Gli ottavi di Europa League mettono di fronte Daniele De Rossi e Roberto De Zerbi, due modi di intendere il calcio in maniera contemporanea e di legare il pensiero sportivo ad una comunicazione efficace. Per questo, Roma contro Brighton all’Olimpico è semplicemente calcio. “Soltanto” calcio, in un’epoca in cui se non si parla di VAR, scandali extra-calcistici e competizioni da rivoluzionare sembra di fornire un racconto parziale dello sport più bello di tutti.

Ed invece la semplicità è spesso l’aspetto più complesso da mantenere, perciò l’invito è a non sottovalutarla. Si corre in 11, si vince in 11 e in altrettanti si perde. Rispetto per tutti e paura di nessuno, De Rossi docet: “Il Brighton è una grande squadra. Ma noi siamo la Roma”. Una chiamata a raccolta del tifo giallorosso senza i sensazionalismi bellicosi delle ultime stagioni, ma estremamente coerente a ciò che il calcio è: uno sport, non una guerra. In pieno dissociarsi ante litteram – neanche a farlo apposta – dagli schifosi scontri con feriti tra membri delle due tifoserie, di cui oggi parlano tutti.

Roberto De Zerbi, Brighton
Roberto De Zerbi, Brighton @livephotosport

Le cure De Zerbi e De Rossi

De Zerbi per De Rossi è un modello ed è lo stesso tecnico della Roma ad ammetterlo. Di contro, l’ex Sassuolo non fa mancare la stima per un collega che, a suo dire, “era destinato a fare questo mestiere”. E ne sta raccogliendo i primi frutti, con 6 vittorie su 7 in Serie A, il record di reti segnate dal suo arrivo nel massimo campionato e la qualificazione contro il Feyenoord che ha portato l’Olimpico a vestirsi ancora a festa. Ma, come coach Roberto, anche DDR ha ottenuto molto più dei freddi numeri nel breve periodo.

Si pensi all’avvicendamento tra i pali, con Svilar ormai titolare al posto di Rui Patricio. E, ancora, alla rivalutazione del centrocampo con un Paredes più gestore e un Cristante incursore, come nelle migliori annate in carriera. Ciliegine sulla torta Paulo Dybala e Lorenzo Pellegrini: se il primo era una certezza anche con Mourinho, il secondo è chi ha assimilato più energia positiva in assoluto dal cambio di guida tecnica.

Un po’ come successo al Brighton con De Zerbi, che nel suo periodo in Inghilterra ha mutato una squadra da galleggiante al confine tra Premier League e Championship a nave da crociera con i maggiori comfort. Non come le superbig, sia chiaro, ma un assetto da presenza fissa in zona Europa con la possibilità di giocarsi un ottavo di Europa League in casa della Roma. Sempre con il calcio – e basta – come stella polare. Per parlare del resto, forse, ci sarà tempo.

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