Serie A, è mal di gol: mai così pochi dal 2010

La Serie A sta perdendo più di qualche colpo nei confronti degli altri top campionati europei: mancano i gol e lo spettacolo

Mattia Gruppioni
5 Minuti di lettura
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L’inizio del campionato italiano sta riservando più sorprese del previsto: alcune big che faticano ad ingranare, possibili rivelazioni tra le provinciali, momentanee delusioni. Insomma, la Serie A appena cominciata può essere vista come un vero e proprio work in progress, sia constatando i risultati delle venti squadre che ne fanno parte sia potendo decifrarne i numeri. Questi, soprattutto se si osservano alla voce “gol segnati” sono impietosi. Il campionato italiano è ultimo tra i cinque maggiori campionati d’Europa per gol realizzati e per media gol/partita.

In Germania, per esempio, si segnano mediamente 2,93 reti a match, mentre in Ligue 1 si registrano 3,16 gol per gara. In Italia si è completamente fuori competizione. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, infatti, si è toccato il punto più basso di media gol a partita dalla stagione 1993-94: allora erano 2,422, mentre ore parliamo di 2,450. Un margine minimo, uno scarto quasi ininfluente, ma che per lo meno non ci fa toccare ancor di più il fondo della graduatoria.

Immobile con la 17 della Lazio
Immobile con la 17 della Lazio

Serie A, gol e spettacolo: c’eravamo tanto amati

Da dove deriva però questo mal di gol che si sta presentando in Italia? Un problema legato alla grande quantità di partite disputate in poco tempo dalle nostre squadre? Oppure la causa dei pochi gol realizzati è il miglioramento ed il piano tattico pregevole delle difese italiane? La risposta, come spesso accade, potrebbe stare nel mezzo. L’incombente Mondiale ha sicuramente accelerato il ritmo serrato della disputa delle partite, ma è anche altresì vero che in Italia sono sempre di più le squadre che fanno della loro linea difensiva il fortino su cui costruire la vittoria. E, dall’altra parte, sempre meno quelle che giocano per segnare un gol in più degli avversari, piuttosto che per non prenderlo.

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Nelle prime sei giornate di Serie A sono state segnate appena 147 reti. Non si presentavano numeri simili dalla stagione 2010-11, quando vennero messe a segno 141 reti nello stesso lasso di tempo, con una media pari a 1,566. Ma i numeri che difficilmente possono essere ignorati sono altri, risultando clamorosamente sorprendenti. Nella stagione 2020-21 le marcature messe a referto nelle prime sei di campionato furono ben 220, mentre la scorsa stagione si registrò un dato pari a 194. Rispettivamente 73 e 47 gol in meno. Si trattava dei due campionati a cavallo della pandemia, vero, con stadi vuoti, meno pressioni, più coraggio e, ahinoi, anche meno infortuni. Ma i numeri non mentono.

Dati alla mano, a parziale giustificazione di queste statistiche, va detto che in Serie A sono stati fischiati anche meno rigori rispetto le precedenti stagioni. Ma, come per ogni cosa, anche qui si può trovare il rovescio della medaglia. Kickest spiega infatti come su 14 rigori assegnati nelle prime sei giornate più di un rigore su cinque non vada a gonfiare la rete. In proiezione sarebbero 89 rigori a fine stagione, rispettivamente 53 e 61 in meno rispetto al 2021-22 e 2020-21. Statistiche che sicuramente non aiuterebbe il calcio italiano ad alzare le proprie medie gol.

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Marko Arnautovic, Bologna @LiveMedia
Marko Arnautovic, Bologna @LiveMedia

Serie A, è tempo di tornare a segnare

Altro dato che appare relativamente basso è quello riguardante le doppiette e le triplette, rispettivamente sette ed una. Le squadre italiane mancano di continuità e ritmo all’interno della stessa partita, quasi sembrando accontentarsi del risultato acquisito. Poche le goleade, tante le partite sofferte e tirate fino alla fine, ma comunque con pochi gol e meno spettacolo di quello a cui siamo stati egregiamente abituati.

E mentre Marko Arnautovic guarda tutti dall’alto nella classifica marcatori di Serie A, il campionato italiano è pronto a riprendersi la scena. L’imminente pausa Nazionali servirà alla maggior parte dei calciatori che non seguiranno i rispettivi ritiri – in particolare quelli più fisici – a riprendere condizione e tirare il fiato. E chissà che i mesi a venire, prima della rassegna internazionale, non ridiano lustro e gol al campionato italiano.

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