Atteso e improvviso: il Derby è la Coppa

Non ci sono finali, semifinali o quarti che tengano. Né la Serie A, tantomeno la Coppa Italia. A Roma c'è prima di tutto il Derby: prima si gioca, poi - ma solo poi - si valutano le conseguenze di vittoria e sconfitta

Luca Vano
5 Minuti di lettura
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Il rigore di Maxime Lopez ha colorato di Viola il primo quarto di finale di Coppa Italia, vinto ai rigori dalla Fiorentina contro il Bologna. Ma dalla parte opposta del tabellone c’è il piatto forte di giornata, ancor di più rispetto al duello tra Milan e Atalanta che restituirà l’avversaria al club gigliato. Infatti, alle 18:00, tocca al Derby della Capitale infiammare un altrimenti sereno ed anonimo mercoledì senza sbalzi d’umore all’ombra del Colosseo. Sbalzi che ci saranno eccome, in strascico ai mugugni e alle contraddizioni di una città che – lavoro o meno – si fermerà nel tardo pomeriggio.

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Chi ha masticato almeno un po’ strade e sampietrini, dal centro alle periferie, lo sa: nella stracittadina in programma allo Stadio Olimpico non ci sarà in palio soltanto la semifinale. Anzi, verrebbe da dire che il passaggio del turno è davvero l’ultima delle preoccupazioni di Mourinho e Sarri. Mentre lo Special One è alle prese con la solita conta dei presenti causata dagli infortuni, il tecnico della Lazio nei giorni scorsi ha candidamente ammesso: “Non mi piace la formula del torneo, non ci interessa il turno successivo. A noi interessa soltanto il derby”. Più esplicito di così.

E i tifosi saranno di sicuro d’accordo, sebbene nel loro petto aleggi pur sempre una volontà divisa a metà: da un lato la voglia di primeggiare sull’avversario storico, dall’altro l’idea che un faccia a faccia extra rispetto ai due di campionato lo avrebbero volentieri evitato. La preoccupazione scavalca le preferenze per il prossimo ostacolo – Juventus o Frosinone – e trova dimora nello sfottò, nel testa a testa social, nella bandiera issata più in alto del proprio vicino di casa.

Sarri, Lazio
Sarri, Lazio @livephotosport

Il precedente e la nuova chance

Per questo non è esagerato dire che vincere il Derby, con la D maiuscola, sarebbe già una piccola grande Coppa nei cuori dei tifosi di Lazio e Roma. Una gara che nel recente passato è valsa già un trofeo, lo stesso per cui si scenderà in campo oggi e domani, e che vide l’Aquila volare più in alto di quanto non abbia mai fatto in una stracittadina. Il gol di Lulic è manifesto di un tifo, quello laziale, che non perde occasione di ricordare al popolo romanista che “non c’è rivincita”. A maggior ragione se nel 2017 il doppio confronto in semifinale di Coppa premiò ancora la Lazio, che poi perse all’ultimo atto contro la Juventus.

Ma per fortuna della Roma, il calcio non è d’accordo. C’è sempre una seconda, talvolta una terza, chance – pur non pesante come una finale – per provare a riequilibrare i due ganci subiti negli ultimi anni in Coppa Italia. Se non per la legge dei grandi numeri, perlomeno per quanto mostrato dalla formazione di Mourinho contro l’Atalanta. Domenica, infatti, in uno dei picchi di maggiore emergenza, si è vista una delle versioni migliori dei giallorossi in questa stagione e l’1-1 finale ha lasciato un retrogusto dolceamaro.

Mourinho, tecnico della Roma
Mourinho, tecnico della Roma @livephotosport

Huijsen tampona, Vecino favorito

In un match così ci si può attendere di tutto, anche l’esordio dal 1′ di un calciatore con appena 55′ totali in Serie A. Si tratta di Dean Huijsen, che viste le condizioni precarie di Llorente è certo di un posto da titolare, con tanto di arretramento di Cristante al centro della difesa a tre. Da marcare non ci sarà Immobile, ma El Taty Castellanos che è risultato decisivo ad Udine con la sponda chiave per Vecino. Proprio l’uruguagio è favorito su Kamada per un posto a centrocampo, dove si troverà di fronte Pellegrini, problema alla schiena permettendo.

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Ma al campo si penserà a tempo debito. La città è già vestita a festa, i riti scaramantici sono stati già avviati nonostante ad inizio stagione non fossero in programma per un match di metà settimana. Ma d’altronde Roma è così, vive per i grandi eventi, si divide e canta, ruggisce nel traffico ma soltanto per non perdersi lo spettacolo delle Curve prima del fischio iniziale. Il Derby è qui: in palio c’è tutto. Anche, ma solo se ci sarà tempo, una semifinale.

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