🛟 Salvezza Coppa Italia: Tudor carica la Lazio, Allegri per tenersi la Juventus

La vittoria dello scudetto dell'Inter lascia spazio allo spettacolo della Coppa Italia, pronta a scoprire la sua prima finalista: Tudor cerca l'impresa con la sua Lazio, Allegri punta il trofeo per tenersi la Juventus, in una competizione che sa di ancora di salvezza per entrambi i club

Lorenzo Zucchiatti
11 Minuti di lettura
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Difficile che la sbornia della vittoria dello scudetto dell’Inter si esaurisca in poco tempo, in uno Stivale che oggi si tinge di nerazzurro e si prepara a sbandierare la scia di sfottò che a lavoro, a scuola, nei bar ne consegue. Un contesto che quasi offusca la stretta attualità, un martedì in cui dal cilindro uscirà la prima finalista della Coppa Italia 2023/24, una competizione che mai come quest’anno ha un’importanza vitale per le partecipanti rimaste.

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Sicuramente per le protagonista della semifinale di domani, con Atalanta e Fiorentina che bramano un trofeo che manca da tempo immemore, ma anche per quelle di oggi: Tudor carica una Lazio a cui, in una stagione estremamente negativa per risultati e per clima interno, non è rimasto altro a cui puntare, mentre dall’altro lato Allegri vuole tenersi stretta una Juventus che gli sta sfuggendo di mano, e un trofeo sarebbe un punto a suo favore non da poco.

Si ripartirà dal 2-0 dell’andata firmato Chiesa-Vlahovic, i due bianconeri più attenzionati tanto per il campo quanto per il loro futuro. Un vantaggio che mette Allegri nelle condizioni di gestire la situazione, un qualcosa che gli è riuscito bene in passato e poco nel presente. Tudor però ha quelle skills caratteriali atte a toccare l’orgoglio dei calciatori, e ci sono dunque gli ingredienti per vedere una semifinale di Coppa Italia entusiasmante, tra una Lazio ed una Juventus in odore di rivoluzioni importanti.

Lazio, serve l’impresa

Partiamo da un dato che di certo non rincuorerà i tifosi biancocelesti: in Coppa Italia, nelle quattro occasioni in cui è capitato, la Lazio non ha mai completato la rimonta nella gara di ritorno dopo aver perso l’andata con 2 gol di scarto (1989/81, 1988/89, 1991/91, 1993/94). I tabù però sono fatti per essere sfatati, e la squadra di Tudor, tra le mille difficoltà in cui si è ritrovato a navigare dal suo arrivo, ha dimostrato di avere le carte in regola per l’impresa nella gara secca.

Match d’andata particolare, con i biancocelesti reduci dalla vittoria all’ultimo respiro, proprio contro la Juventus, in campionato, la prima apparizione di Tudor sulla sua nuova panchina dopo le dimissioni di Sarri. Una partita dal primo tempo interlocutorio, che metteva in mostra due squadre attente a non farsi male ed evidentemente in un momento dove le certezze a cui aggrapparsi non erano tante.

Nella seconda frazione la Lazio si è consegnata alla Juventus, commettendo l’unico errore da non fare: concedere campo aperto a Chiesa e Vlahovic. I due gol a difesa completamente sguarnita sono l’emblema di tale assunto, nonché il primo accorgimento che Tudor dovrà avere per limitare la qualità offensive della Juventus. Europa e Coppa Italia sono obbiettivi ancora vivi, prima di far partire la rivoluzione estiva che coinvolgerà molti giocatori.

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Big al passo d’addio: da Luis Alberto a Felipe Anderson e Immobile

Una stagione che ha evidenziato con la matita rossa come più di qualche interprete importante sia arrivato a fine ciclo, per motivi diversi. I big al passo d’addio sono tanti, e rappresentano l’ossatura della squadra. Il primo già ufficiale è Felipe Anderson, che da promesso sposo della Juventus ha a sorpresa accettato la corte del Palmeiras, e tornerà dunque in patria per chiudere la carriera.

Luis Alberto, Lazio*
Luis Alberto, Lazio*

Estremamente spinose poi sono le situazioni di Luis Alberto e Immobile: dopo le dichiarazioni in cui annunciava di aver chiesto la rescissione alla Lazio e di non voler far parte del progetto futuro, il Mago ha risposto sul campo, con il gol vittoria contro il Genoa, ma ora bisognerà trovare una soluzione con Lotito, decisamente irritato per quelle uscite. E Re Ciro? Infortuni e prestazioni di quest’anno rendono evidente come il calo drastico mettano a repentaglio convocazione agli Europei e futuro in biancoceleste.

E non è finita qui, posto che c’è un Romagnoli irritato per un adeguamento del contratto che tarda ad arrivare o un Guendouzi che sembra non aver seppellito l’ascia di guerra con Tudor, sguainata ancora ai tempi di Marsiglia. Insomma, una Lazio che perderà tanti pezzi, unita però ora nella voglia di ottenere quantomeno l’Europa League, al momento in tasca, e cercare il ribaltone in una Coppa Italia salvezza della stagione.

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Qui si fa la (Coppa) Italia o si muore

Il quadro della situazione è fin troppo chiaro. Già la scorsa estate Allegri aveva sfatato una specie di record, rimanendo alla guida della Juventus nonostante due stagioni consecutive senza trofei, cosa che non succedeva dal 1925/26. Per tutti gli altri era sempre scattato l’esonero, ma non per il buon Max, che si era guadagnato la terza fiche da giocarsi. Dire se gli verrà concessa anche la quarta è la domanda del secolo.

Massimiliano Allegri, Juventus
Massimiliano Allegri, Juventus*

Il ritorno in bianconero non solo non ha permesso ad Allegri di insidiare Lippi (13) e Trapattoni (14), ma lo ha cristallizzato ad 11 trofei, e la sensazione che il suo secondo ciclo sia finito è forte. Certo, vincere la Coppa Italia, darebbe qualche argomento in più all’ex Cagliari e Milan per tenersi la Juventus, anche se i detrattori aumentano ogni giorno di più.

Dopo i 46 dell’andata, solo 18 punti sui 42 a disposizione nel girone di ritorno (sarebbe 10ª a questo punto), e record negativo della stagione 2009/10 eguagliato, quando alla guida ci furono prima Ferrara e poi Zaccheroni. Un disastro insomma se si pensano ai 46 della prima parte di campionato, con un mantra stampato ora nella mente di Allegri in maniera prepotente: qui si fa la (Coppa) Italia o si muore, scomodando il sommo Garibaldi, per un futuro alla Juventus estremamente incerto.

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Stiamo Allegri, ma Thiago Motta…

Anche in conferenza stampa di presentazione alla sfida contro la Lazio, si è visto un Allegri sereno e concentrato sulla gara, che ha ribadito come ciò che verrà sarà una questione che valuterà la società. Nella mente del tecnico ci sono le mosse per infilzare nuovamente la difesa di Tudor, grazie alla verticalità di Chiesa e Vlahovic, ma va da se che il tema futuro è qualcosa destinato a catalizzare l’attenzione sempre di più.

Thiago Motta, Bologna
Thiago Motta, Bologna @Twitter

Anche se la Juventus non ha ancora dato segnali in tal senso, l’addio è un’opzione estremamente quotata, e all’orizzonte c’è un Thiago Motta che fa sognare non solo i tifosi bianconeri. Nel post partita di Roma, dopo l’ennesima grande vittoria che profuma di Champions League, l’italo-brasiliano ha risposto al giornalista che gli aveva chiesto del suo futuro, dicendogli di porgli un’altra domanda, probabilmente saturo di tale questione.

Eppure parlarne è inevitabile: ci sono un Napoli e un Milan pronte ad aprire un nuovo ciclo, con il giovane tecnico tra i profili più apprezzati, e c’è appunto anche la Juventus, forse la prima ad interessarsi concretamente a Thiago Motta. Difficile ad oggi capire se con il Bologna in Champions qualcosa possa cambiare e se un eventuale vittoria della Coppa Italia possa permettere ad Allegri di rimanere in sella, ma questa sera possono già esserci le prime risposte.

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Da Chiesa a Vlahovic: gol e futuro

Il tecnico bianconero non è l’unico ad essere un rebus per quanto riguarda la prossima stagione, posto che più di qualche big deve ancora capire che ne sarà di lui: pensiamo ad un Bremer che ha mercato in Premier League e potrebbe essere sacrificato, o ad un Rabiot sempre più in odore di addio a parametro zero, ma va da se che l’attenzione maggiore va su Chiesa e Vlahovic.

Vlahovic e Chiesa, Juventus
Vlahovic e Chiesa, Juventus @Twitter

Per entrambi il rapporto con Allegri quest’anno non è stato idilliaco, a maggior ragione per l’esterno della Nazionale italiana, seccato dalle continue sostituzioni. Il rinnovo è una questione che tocca vicino tanto Chiesa, in scadenza nel 2025, quanto Vlahovic, nel 2026 e corteggiato dal PSG, pronti ad essere messi alla porta nel caso in cui non si dovesse giungere ad un accordo per non perderli a zero.

Giuntoli avrà il suo bel da fare, ma intanto parola al campo: la Coppa Italia sa di salvezza per entrambe le squadre, per quello che, al di là della qualificazione alle rispettive competizioni europee, è rimasto l’unico obbiettivo stagionale ed occasione di alzare un trofeo. Lazio che cerca l’impresa anche per recuperare il rapporto con la propria tifoseria; Juventus che vuole evitare il terzo anno consecutivo senza coppe.

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