De Rossi is back, la Roma riparte da “capitan futuro”: dal modulo ai giocatori

A cura di Lorenzo Zucchiatti RomaSerie A

Doveva essere un percorso ancora lungo e terapeutico quello che avrebbe portato Roma e Mourinho a separarsi, e invece, in una fredda mattina di metà gennaio, l’addio è arrivato secco e deciso, come un cerotto strappato via troppo in fretta. Tifosi che vengono privati dunque del tempo di metabolizzare i saluti di un allenatore amato come pochi nella capitale ed in grado di portare la Magica per due anni di seguito in finale, prima di Conference League e poi di Europa League, ma ecco che un volto decisamente amico come quello di Daniele De Rossi è pronto a lenire la ferita.

Una scelta audace ma, evidentemente, più che logica quella di scegliere l’ormai ex “capitan futuro”, sotto tanti punti di vista: il primo economico, visto i soli 6 mesi di contratto concessigli, senza opzione di rinnovo, con la consolazione di un bonus in caso di qualificazione in Champions League, obbiettivo non facile ma ancora possibile; Il secondo per mancanza di alternative valide e di spessore in questa fase della stagione; il terzo perché, in un momento dove la confusione e gli scetticismo dominano nell’ambiente, serve una personalità che allevi la delusione dell’addio di Mourinho. De Rossi is back, ma tra modulo e giocatori, come giocherà la sua Roma?

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Continuità tattica per DDR: difesa a 3 ma doppio trequartista

Va da se che, vista la pochissima esperienza sulle panchine maturata fin qui da DDR, fatta di un ruolo di collaboratore di Mancini all’Europeo vinto dall’Italia e 17 gare non memorabili con la Spal in Serie B, ci sono poche indicazioni storiche sul tipo di gioco che predilige l’ex capitano della Roma. L’impressione è che ci sarà continuità tattica rispetto alle idee di Mourinho, con quale piccolo accorgimento. Sembra pressoché certo che De Rossi insisterà con la difesa a 3, diktat immediatamente imposto una volta approdato nel club di Ferrara. Mancini, Llorente e N’Dicka saranno dunque le sicurezze, con il solito dilemma Smalling.

Qualcosa in più verrà preteso dagli esterni, fondamentali quando si imposta un modulo con un centrocampo a 4 e finora un problema in casa Roma. Lo stesso Mourinho aveva recentemente parlato di tale grana, con la squadra abile a smarcarli ma poi incapace di creare occasioni pericolose. Una novità potrebbe essere la presenza del doppio trequartista o della doppia punta, piuttosto che la coppia Dybala-Lukaku. Il 3-5-2 in linea è un opzione, sia chiaro, ma De Rossi sembra più portato a togliere un giocatore dal centro del campo e avere più presenza là davanti.

Daniele De Rossi, nuovo allenatore della Roma

I nodi di De Rossi: gli esterni, il rilancio di Pellegrini, la coppia Paredes-Cristante

Tre moduli dunque nel catalogo offerto da “capitan futuro”, tutti che partono dalla mantra difesa a 3. Se sulla retroguardia dunque, con Rui Patricio in porta e i vari Mancini, Llorente, N’Dicka e Huijsen, c’è poco altro da dire, altri sono i nodi da sciogliere per De Rossi. A cominciare dagli esterni, che quest’anno stanno deludendo e continuano a mostrare limiti qualitativi importanti: sulla carta i titolari potrebbero essere Karsdorp e Spinazzola (quest’ultimo all’Europeo con il tecnico giallorosso), ma le prestazioni sono ben lontane dalla sufficienza. Celik però non convince, e Kristensen e Zalewski non vanno oltre l’etichetta di onesti gregari.

Ciò che ci si aspetta da De Rossi è in particolare il rilancio di capitan Pellegrini, irriconoscibile quest’anno sia per gare decisamente sotto tono sia a causa di alcuni acciacchi fastidiosi. Con il doppio trequartista, l’ex compagno di squadra di DDR potrebbe rinascere andando a posizionarsi più avanti, con meno compiti tattici e più possibilità di fraseggiare con Dybala e Lukaku. Una certezza poi, come per la difesa, sarà probabilmente la coppia di centrocampo Paredes-Cristante, con Bove che, senza il ruolo di mezz’ala rischia invece di rimanere penalizzato in questa nuova Roma.

L’alternativa di cui abbiamo parlato prima, e che sarebbe invece deleteria per Pellegrini, sarebbe la presenza della doppia punta di peso, in un 3-4-1-2. Posto che, se sta bene, la formazione dei giallorossi è Dybala più altri 10, il capitano giallorosso scivolerebbe in panchina in favore di uno dei tanti attaccanti che sgomiterebbero per essere in tandem con Lukaku. Da Belotti ad Azmoun fino ad un Tammy Abraham purtroppo dimenticato dall’ambiente Roma, a causa dell’infortunio al ginocchio nell’ultima di campionato dell’anno scorso, ma ormai verso la via del ritorno.

Lorenzo Pellegrini, Roma

De Rossi, 4 mesi per convincere: dal 4° posto all’Europa League

Mercoledì 22 maggio 2024 è la data designata per la finale di Europa League all’Aviva Stadium di Dublino mentre, nel weekend successivo, ci sarà l’ultima giornata di Serie A. Due appuntamenti che potrebbero essere potenzialmente decisivi per la stagione della Roma e per il futuro di De Rossi nel club. Poco più di 4 mesi per lui per convincere i Friedkin a trasformare quest’opportunità in progetto duraturo nel tempo, visto il contratto fino a giugno senza possibilità di rinnovo. Tutto passerà dai risultati, e va da se che l’obbiettivo principale è il 4° posto Champions League.

Anche solo a livello economico e di prestigio, la società non vuole fallire il ritorno nella massima competizione europea, che manca dalla stagione 2018/19, l’ultima di De Rossi da giocatore e da (non più) “capitan futuro”. 5 punti di distanza non sarebbero neanche tanti, se non fosse che ci sono ben 5 squadre da superare per ottenere la Champions League. Certo, vincere l’Europa League consentirebbe di ottenere due piccioni con una fava, ma puntare tutto su quella è un terno al lotto pericoloso.

Ciò che, al di là dei risultati, non mancherà di certo è la grinta e l’amore che De Rossi ha sempre avuto per i colori giallorossi, cosa che, si sa, per un tifoso è alla base del rapporto suo con il tecnico e con i giocatori. Mourinho porta via con se uno strascico di ricordi indelebili, come la vittoria a Tirana in Conference League, di lacrime di tristezza, a Budapest in finale di Europa League, e polemiche ad ogni conferenza stampa pre o post partita. Un amore puro e sincero, ma Roma aveva bisogno di cambiare, che fosse a giugno o subito. De Rossi is back, e nessuno meglio di lui può trovare il modo di far rinascere la Roma.

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