Come ogni anno a dicembre va in scena la sera di Gala in cui si celebra il Golden Foot, il premio che viene assegnato ai giocatori di almeno 28 anni che si sono distinti per meriti sportivi e per la loro personalità. Il tutto si svolge nella magnifica cornice di Montecarlo, dove i calciatori sognano di entrare a far parte della prestigiosa Promenade des Champions. Una vera e propria Walk of Fame, con le impronte e gli autografi di tutti i vincitori del Golden Foot nel corso degli anni. La scorsa stagione è stato l’attaccante del Liverpool Mohamed Salah ad avere l’onore di essere premiato. Quella di quest’anno sarà la ventesima edizione e, come sempre, ci sarà anche il Golden Foot Legends Award, un premio che viene assegnato alle leggende che hanno segnato la storia del calcio.
Diego Armando Maradona, Gianni Rivera, Alfredo Di Stefano, Franz Beckenbauer, Pelè. Sono solo alcuni dei nomi delle leggende che hanno avuto la possibilità di essere premiate con il Golden Foot. Nell’edizione del 2011 toccò ad un talento cristallino come quello di Luis Figo. Il portoghese si prese la scena nella notte di Montecarlo insieme al suo ex compagno di squadra Javier Zanetti, a Ruud Gullit, ad Abedì Pelè e Rabah Madjer. Partito dallo Sporting Lisbona, Figo ha fatto molto discutere ad inizio anni duemila per il suo trasferimento dal Barcellona al Real Madrid. I tifosi blaugrana lo considerarono come un vero e proprio tradimento e riservarono al portoghese un trattamento speciale nel giorno del suo ritorno al Camp Nou. Nell’anno del trasferimento Figo si levò la soddisfazione personale di conquistare il suo primo ed unico Pallone d’Oro. Il fuoriclasse lusitano decise di chiudere la propria carriera con la maglia dell’Inter.
Golden Foot, Luis Figo: l’esplosione al Barcellona
Cresciuto nel settore giovanile dello Sporting Lisbona, Luis Figo viene lanciato nel mondo del professionismo da Carlos Queiroz, che lo fa esordire all’età di 17 anni nel campionato portoghese. Con la maglia dei biancoverdi il ragazzo di Almada conquisterà una Coppa di Portogallo. La leggenda vincitrice del Golden Foot nel 2011 mise da subito in mostra il suo talento. Dopo la telenovela che coinvolse la Juventus ed il Parma, il fuoriclasse portoghese venne acquistato dal Barcellona nell’estate del 1995. E fu in terra catalana che venne fuori tutta la classe dall’ala lusitana. Cinque anni di dominio, dove Figo fu determinante per la conquista di numerosi titoli. Il palmares del portoghese con la maglia blaugrana recita due campionati spagnoli, due Coppe di Spagna, una Supercoppa spagnola, una Coppa delle Coppe ed una Supercoppa UEFA. Il lusitano non impiegò molto per prendersi la scena, tanto che nel giro di poco tempo divenne vice capitano alle spalle del compagno di squadra ed amico Pep Guardiola.
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Nell’ultimo anno trascorso in Catalogna, Luis Figo iniziò a vivere dei momenti di malcontento. Furono i primi segnali di una volontà di cambiare aria, nonostante fosse diventato una vera e propria icona per i tifosi del Barcellona. Ma i problemi del portoghese iniziarono ad insorgere con la società. “Ero contento al Barcellona, ma forse non sono stato apprezzato per quello che ho dato al club proprio da chi quel club lo gestiva” dichiarò il vincitore del Golden Foot 2011 per le leggende a seguito di uno dei trasferimenti più clamorosi della storia del calcio. La frecciatina era indirizzata verso la nuova presidenza di Joan Gaspart, il quale ha rifiutato più volte il ritocco di contratto per Figo. Tutto questo portò il talento portoghese a scegliere di passare a vestire la maglia degli storici rivali del Real Madrid, lasciando tutti a bocca a aperta.
Golden Foot, Luis Figo: tradimento col Real Madrid e Pallone d’Oro
Ad inizio anni duemila Florentino Prerez si insediò alla presidenza del Real Madrid, con il progetto di creare una squadra di stelle, i futuri Galacticos. Ed il primo nome sull’agenda del madrileno era proprio quello di Luis Figo, giocatore dei rivali del Barcellona. I rapporti tesi con il presidente blaugrana Joan Gaspart portarono il talento portoghese a compiere la scelta di passare tra le fila dei blancos, con quello che fu visto come un vero e proprio tradimento. Perez acquistò il vincitore del Golden Foot Legends Award 2011 nell’estate del 2000 per una cifra intorno ai 140 miliardi di vecchie lire. Al termine di quell’anno il fuoriclasse lusitano fu premiato con il Pallone d’Oro, un riconoscimento ovviamente dovuto a quanto fatto con la maglia del Barcellona.
Luis Figo fu uno dei protagonisti assoluti della rinascita del Real Madrid sotto la gestione di Florentino Perez. Con la maglia dei blancos la leggenda entrata nella Promenade des Champions nel 2011 ha messo in bacheca due campionati spagnoli, due Supercoppe spagnole, una Champions League, una Supercoppa UEFA ed una Coppa Intercontinentale. Il 23 novembre del 2003 andò in scena El Clasico e Figo non potrà mai dimenticare quel giorno. Non era la prima volta che il fuoriclasse lusitano tornava al Camp Nou, ma questa volta gli fu riservata un’accoglienza “speciale” da parte dei tifosi del Barcellona. Accompagnato dai fischi durante tutta la partita, il numero dieci del Real Madrid si vide lanciare di tutto nella sua direzione nel momento in cui andò a battere un calcio d’angolo. Sul corner successivo i tifosi catalana lanciarono anche una testa di maiale a pochi passi da Figo. Quella partita è ancora ricordata proprio per la “cabeza de conchinillo” tirata verso il talento portoghese del Real Madrid.
Golden Foot, Luis Figo: Nazionale ed ultimi anni all’Inter
Dopo aver vinto di tutto con un ruolo da protagonista al Real Madrid, nel 2005 Luis Figo decise di vestire la maglia dell’Inter. Non fu un’esperienza memorabile, soprattutto a livello personale, per il talento portoghese. Il motivo principale fu il rapporto non proprio idilliaco con il tecnico dei nerazzurri Roberto Mancini, che spesso rilegò Figo in panchina. Il lusitano fu ad un passo dal trasferimento in Arabia Saudita, ma alla fine scelse di restare a Milano. Le cose migliorarono con l’arrivo in panchina del connazionale Josè Mourinho. Figo chiuse la sua carriera con l’Inter, vincendo quattro Scudetti, una Coppa Italia e tre Supercoppe italiane. Il vincitore del Golden Foot 2011 non riuscì a togliersi la soddisfazione di vincere un titolo con la Nazionale maggiore del Portogallo. La delusione più grande fu la sconfitta nella finale dell’Europeo giocato in casa contro la Grecia.