Inter, Lautaro Martinez è tornato: il Toro trascina i nerazzurri di Inzaghi

Lautaro Martinez si sta riprendendo l'Inter ed il tecnico Simone Inzaghi non può che essere soddisfatto: il Toro è tornato?

Francesco Niglio
9 Minuti di lettura
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Nel marzo del 2018 un giovanissimo attaccante del Racing di Avellaneda dichiarava ai microfoni di Tyc Sport che era davvero ad un passo dal vestire la maglia dell’Inter: Con i nerazzurri è tutto fatto. Tutto è stato già deciso, il mio futuro sarà a Milano a partire da giugno. Sarà un grande passo per me, quando tornerò dal ritiro con la Nazionale ci sarà un incontro con il mio agente e si sistemerà tutto. Praticamente mancano soltanto le visite mediche. Se c’è l’ipotesi di restare al Racing? Quando si chiuderà l’operazione, le due società valuteranno quale sarà l’opzione migliore per me”.

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Inter, Lautaro Martinez è tornato: il Toro trascina i nerazzurri di Inzaghi
Lautaro Martinez con la maglia del Racing di Avellaneda

Inter: quando Lautaro Martinez scelse i nerazzurri

Quell’attaccante era Lautaro Martinez, che nonostante le tante pretendenti, tra le quali Atletico Madrid e Borussia Dortmund, scelse i nerazzurri. L’argentino motivò la scelta: In passato il Borussia Dortmund si è interessato molto a me, sono venuti a vedermi giocare alla Bombonera e si sono anche presentati a casa mia. Abbiamo parlato, ma poi mi hanno chiesto tempo. Eravamo stati chiari e li avevamo avvertiti del fatto che tante squadre si erano interessate a me e che erano già arrivate altre offerte. A loro è andata bene questa situazione, così ho continuato a dare il meglio con il Racing. Tra le tante squadre che si sono fatte sotto quella che mi ha convinto è stata l’Inter. La società nerazzurra è venuta a Buenos Aires con un’idea chiara, quella di comprarmi. Questo aspetto mi ha colpito molto. Oltre all’aspetto calcistico, però, ho deciso di andare all’Inter perché so che lì c’è Javier Zanetti: lui ha mostrato grande interesse nei miei confronti e mi ha chiamato tantissime volte.

Lautaro Martinez
Lautaro Martinez

Inter: la crescita di Lautaro Martinez

Oltre all’attuale Vice Presidente interista, una grossa mano la diede anche Diego Milito, all’epoca segretario tecnico del club albiceleste. Lautaro sbarcò a Milano nel luglio di quello stesso anno: su di lui tantissime aspettative, anche grazie alle sue imprese in terra sudamericana e alla cifra sborsata per accaparrarsi le prestazioni sportive del classe 1997, ben 25 milioni di euro. Il primo anno, secondo ed ultimo della gestione Luciano Spalletti, in 1771 minuti mette a segno 9 reti e fornisce un assist. L’anno successivo sulla panchina dell’Inter arriva Antonio Conte e le cose cambiano: il Toro inizia ad ingranare e con Romelu Lukaku partner d’attacco, non solo raddoppia il suo minutaggio, ma incrementa anche il bottino di reti. A fine anno saranno 21, condite da 8 assist in 45 presenze che non basteranno a vincere l’Europa League ed il campionato. Il rapporto con il belga va oltre il campo da gioco ed in campo danno la sensazione di conoscersi da anni.

Lautaro Martinez e Lukaku
Lautaro Martinez e Lukaku

L’anno successivo il feeling con Big Rom non cambia: i due parlano la stessa lingua. Lautaro per Lukaku o Lukaku per Lautaro: cambiando l’ordine degli addendi il risultato è lo stesso. I nerazzurri vincono lo Scudetto dopo 11 anni e la LuLa fa gonfiare le reti per ben 41 volte, fornendo 21 assist. Nell’estate del 2021, le sirene del Chelsea richiamano il belga a Londra: Romelu fa le valigie e lascia Milano, ma Lautaro Martinez decide di restare, nonostante negli anni anche lui avesse ricevuto proposte indecenti: su tutti il Barcellona del fuoriclasse Lionel Messi, sponsor principale del numero 10 interista. Troppo forte il legame che lega l’argentino ai colori del cielo e della notte. L’annata nerazzurra, con Simone Inzaghi in panchina, si chiude con le vittorie di Supercoppa italiana e Coppa Italia, entrambe contro la Juventus di Massimiliano Allegri, ed un secondo posto a due lunghezze dal Milan di Stefano Pioli.

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Inter: lo spirito di Lautaro Martinez

Lautaro Martinez mette a segno 25 reti totali tra Serie A e Coppe, ma a lasciare il segno negli animi dei tifosi è l’impegno che mette in ogni singola partita. L’ex Racing di Avellaneda corre, pressa, si batte, sbuffa, traina la squadra, aiuta i compagni, non si dà mai per vinto. La crescita dell’uomo e quella del calciatore va di pari passo ed il Giuseppe Meazza non può che apprezzare. Ogni singola goccia di sudore Lautaro la lascia sul rettangolo verde in zona San Siro: difficile non esaltarsi quando pressa il portiere o quando cerca in ogni modo di sradicare il pallone dai piedi degli avversari.

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Tutto questo suo dannarsi, lo porta a volte a rimanere per qualche giornata di troppo a secco di goal e le voci di un Lautaro in crisi non fanno certo fatica ad uscir fuori, ma nella settimana appena trascorsa, il classe 1997 si è sbloccato: prima in Champions League al Camp Nou, casa del Barcellona, con un controllo di petto, che taglia fuori il centrale blaugrana Eric Garcia, tiro rasoterra, sfera che batte prima sul palo alla destra di ter Stegen, poi su quello alla sinistra del portiere tedesco, per poi adagiarsi dolcemente nel sacco, e successivamente nel match di campionato tra Inter e Salernitana, grazie ad un tiro dai 25 metri che non lascia scampo all’estremo difensore Sepe, facendo esplodere i circa 75 mila allo Stadio.

Lautaro Martinez (Inter)
Lautaro Martinez (Inter)

Al termine della gara contro gli uomini del tecnico Davide Nicola ha rilasciato alcune dichiarazioni a Sky Sport, nelle quali parla del suo digiuno da reti che durava da fine agosto: Il calcio è così, la vita degli attaccanti è così”. Molto probabilmente dalla prossima partita, quella che l’Inter affronterà in casa della Fiorentina di sabato 22 ottobre, al suo fianco ritroverà di nuovo il suo gemello del goal, quel Lukaku infortunato da quasi due mesi e che freme per poter ricominciare a dare una mano ai suoi compagni e cercare la risalita in classifica, visto che i nerazzurri sono attardati rispetto ad un Napoli, che viaggia a mille ed un Milan, sempre più cinico. La settimana appena conclusa potrebbe aver riacceso Lautaro Martinez, potrebbe essere una settimana con indosso un mantello rosso, che in realtà non fa imbestialire i tori, perché sprovvisti di cellule nervose della retina capaci di riconoscere i colori, ma l’argentino ha visto il blaugrana del Barça ed ha timbrato il cartellino, ha visto il granata dei campani ed ha ripetuto l’operazione.

Inter, Lautaro Martinez: il Toro

Lautaro si sta riprendendo l’Inter e quando il Toro è in queste condizioni psicofisiche è difficile fermarlo. Il cantautore romano Niccolò Fabi, nella sua canzone “Di Aratro e Di Arena”, canta: “Sono un toro di aratro e di arena, la mia pena è amar la fatica, il mio cuore sta spento in discesa, si accende solo in salita. Io non mollo nel gioco e nel giogo, fino a quando il mio cuore non scoppia, fino a quell’ultimo applauso, la mia vita appartiene alla folla”. Quando ho ascoltato questo pezzo per la prima volta non ho potuto fare a meno di pensare a Lautaro Martinez: a voi ha suscitato la stessa reazione?

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