MotoGP, rinasce Quartararo ma gioisce Oliveira: sprofondo Ducati nell’acqua indonesiana

Nicola Liberti
15 Minuti di lettura
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L’ora del secondo round di MotoGP scocca nella notte italiana. Il calendario dell’anno 2022 sembra ripercorrere i quattro elementi: alla sabbia qatariota succede l’acqua indonesiana. Se due settimane fa la calura del deserto non aveva causato particolari disagi al fine della svolgimento della corsa, il weekend appena trascorso ha visto la natura manifestarsi irruentemente sul neonato Mandalika International Street Circuit. Dal caldo incessante che ha costretto la direzione gara a ridurre i giri da correre alla pioggia scrosciante che per poco non ha costretto all’annullamento del GP. Una pazza Mandalika si è posta come teatro per l’andata in scena del secondo atto di un pur breve mondiale che continua a regalare sorprese inaspettate.

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MotoGP, rinasce Quartararo ma gioisce Oliveira: sprofondo Ducati nell'acqua indonesiana
Dennis Foggia, vincitore del GP di Mandalika (Moto3)

Moto3, Migno cade dal trono: Foggia nuovo re

QUALIFICA – Una Q1 con ospiti d’eccezione vede Garcia primeggiare sul rookie Aji, Xavi Artigas e l’azzurrino Surra. Pesa l’esclusione del razzo Leopard guidato da Tatsu Suzuki. Il primo colpo di scena del weekend di gara è inscenato dal grande atteso Dennis Foggia che, a sette minuti dal chiudersi delle qualifiche, assapora la ghiaia e sembra già tagliato fuori dal discorso prima fila. Rocket decollato verso i box per salire in groppa alla seconda moto e tentare quello che sino a pochi istanti prima appariva come un assalto scellerato al tempo. Il leader del Mondiale, Andrea Migno, non brilla particolarmente e chiude con un discreto quinto posto. Questa posizione in griglia si rivelerà essere, 24 ore più tardi, la prediletta da tutto lo schieramento in quanto il rookie Dani Moreira non potrà partirvi e, dunque, il vincitore del GP qatariota avrà terreno libero dinanzi a sé per tentare l’infilata verso curva 1. Carlos Tatay timbra la pole position davanti al già citato brasileiro Moreira e l’altro esordiente, già beniamino della folla di casa, Mario Aji. Chiude miracolosamente sesto Foggia, autore di un gran recupero di moto e tempo.

GARA – Uno start al limite del regolamentare porta la firma di uno dei semper fidelis a questo genere di rischi, Sergio Garcia, che si proietta clamorosamente primo all’uscita di curva 1. Le prime tornate del Gran Prix sembrano pronte a dare vita ad un acceso confronto tra i quattro tenori del campionato di Moto3. Uno di questi, Dennis Foggia, decide tuttavia di cambiare sport, salutare la compagnia, e martellare una serie di tempi sul giro inarrivabile per chiunque altro: gap oltre i 4 secondi e trofeo ricordo della trasferta esotica già tra le mani. Con il vincitore dello scorso GP, Andrea Migno, come ingrediente principale del panino GasGas degli chef Garcia e Guevara, i sorpassi abbondano per lungi tratti della corsa. Il continuo scambiarsi di posizioni favorisce il rientro di quel gruppo di piloti che non parevano aver il passo necessario a condure una gara di testa. Tra questi non può mancare il duo del Team Ajo composto dai kamikaze Jaume Masia e Deniz Oncu. Le solite manovre insensate dei due finiscono per far scivolare un ottimo Migno nel ventre del gruppone degli incubi. Il pilota di Saludecio sembra non poter far a meno di disgrazie sportive e dunque Ayumu Sasaki lo tampona e ne decreta la fine della gara a sole poche curve dalla sua conclusione. Nel mentre il razzo Leopard pilotato da Foggia, nuovo leader del Mondiale Moto3, torna a prendersi la vittoria, la prima di quest’anno per il principale candidato al titolo. Il 7 è seguito da Guevara e Tatay, i quali chiudono il podio precedendo una schiera di piloti che vede al proprio interno anche il rookie tricolore Elia Bartolini.

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Somkiat Chantra, vincitore del GP di Mandalika (Moto2)

Moto2, Chantra eroe fuoriporta

QUALIFICA – Trailer del weekend da sogno di Somkiat l’eroe dei due mondi e delle due Asie, proiettato sul tracciato già nel primo turno di qualifica. Fatto registrare il miglior tempo in un anonimo Q1, che ha visto il passaggio anche di Simone Corsi poi decimo, Chantra conclude le proprie qualifiche al quarto posto nell’indifferenza generale. Titoli che vanno ai conquistatori inglesi Jake Dixon e Sam Lowes, primo e terzo a guidare la riscossa britannica in Moto2. Nel mezzo trova posto Augusto Fernandez, chiude settimo Celestino Vietti davanti ad Aron Canet e Tony Arbolino. Per il rookie maravilla Pedro Acosta cambia lo scenario ma non il vizio, caduta nel Q2 che ne pregiudica la lotta per i piazzamenti migliori: è undicesimo.

GARA – Quando i protagonisti stanno prendendo posto lungo il rettilineo che ne ospiterà la partenza giunge la comunicazione ufficiale della direzione gara. Franco Uncini firma lo statement che decreta una gara ridotta ai due terzi della propria lunghezza originaria, la motivazione è data dalle ‘track conditions‘ a curva 17. Quella che si preannuncia come una sprint race di soli 16 giri vede Somkiat Chantra sbucare davanti a tutti e prendersi il comando della corsa già dalla partenza. Lo spartito il thailandese lo pone chiaro dinanzi a tutta la griglia e parte in fuga. Agli inseguitori, mai realmente tali data l’eccessiva distanza dal leader assoluto del weekend, sono costretti a spartirsi i due restanti gradini del podio. Uno dei candidati ad essi, Jake Dixon, saluta la gara dopo poche tornate scivolando rovinosamente a terra. Con Vietti e Canet decisi ad imporre un ritmo insostenibile dagli altri contendenti il gruppo si sfilaccia. L’azzurro Arbolino che tanto bene aveva performato nel fine settimana qatariota non sembra aver il passo per giocarsi i punti importanti e resta intruppato ai margini della top 10. I pochi passaggi sul traguardo vedono Acosta tentare la rimonta dopo il long lap guadagnatosi, si fa per dire, il giorno precedente spingendosi sino al nono posto della classifica, preceduto dal tiburon rivale, il già citato Tony. L’ultimo giro decreta una sentenza già nota ai più dalla prima metà della gara in poi: la Honda del race leader Somkiat alza il nasino al cielo, foriero di prossime sventure, in prossimità del traguardo, accompagnata dall’urlo già divenuto cult a squarciare la notte italiana: “Badabum Badabum Cha Chantra“, del poeta Triolo in telecronaca. A seguito dell’eroe thailandese in ordine d’arrivo Vietti, Canet, Lowes ed Augusto Fernandez a completare la top 5.

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Miguel Oliveira, vincitore del GP di Mandalika (MotoGP)

MotoGP, Oliveira-Poseidone doma le acque indonesiane

QUALIFICA – Le mixed conditions che hanno caratterizzato i turni di prove libere della classe regina hanno costretto diversi big a dover passare dallo stretto imbuto del Q1. Pericolo ingorghi scampato grazie all’ausilio di un opaco Joan Mir, un Maverick Viñales da tempo esule dai radar captanti le prime posizioni, ed un Marc Marquez che nel giro di 6 minuti assaggia per due volte la ghiaia del circuito di Mandalika. Sul finale Bagnaia e Di Giannantonio strappano il pass per il turno successivo davanti ad un ottimo Marco Bezzecchi che saluta il sabato con una caduta a bandiera a scacchi già esposta. Il Q2 vede il ripresentarsi di un copione che ha fatto storia nel 2021, Fabio Quartararo a dominare in lungo e in largo il turno di qualifiche. Il diablo dai natali francesi non deve far altro che decidere con quale tempo far sua la pole position, è dominio incontrastato ed incontrastabile. Bagnaia sembra reggere il confronto quantomeno per la seconda piazza, salvo poi scivolare quattro posizioni addietro all’ultimo passaggio sulla linea del traguardo dei due Pramac, Brad Binder ed Enea Bastianini. Quest’ultimo chiude quinto con soli tre millesimi di vantaggio sul compagno di marca. Terminano secondo Jorge Martin, terzo Zarco , settimo Oliveira davanti a Rins e Miller, solo dodicesimo invece Franco Morbidelli.

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GARA – In un weekend pazzo come pochi se ne sono visti nell’ultimo periodo non può che vedere un violento nubifragio abbattersi sul circuito indonesiano. Sarà la propiziatoria danza del sole svolta da una donna del luogo giunta nel paddock, sarà che di acqua da scaraventare al suolo le nuvole non ne avevano più, dopo oltre un ora di posticipo, i semafori possono finalmente spegnersi. Sulla griglia di partenza c’è però un grande nome tra gli assenti, è quello di Marc Marquez. Il cabroncito, non regolati cervello e polso a standard terrestri in seguito al doppio crash del Q1, viene richiamato a sé dall’asfalto in occasione del warm up della mattinata domenicale. Il violento high side da parte della propria Honda ha costretto lo spagnolo ad una TAC, poi negativa, ed alla decisione preventiva di non prendere parte alla gara.

Spentisi i semafori di Mandalika, Fabio Quartararo guida la gara seguito da Miguel Oliveira, autore di uno start da paura e Jack Miller. In una gara in cui per tanti c’è tutto da perdere, in primis l’equilibrio, va al comando chi da perdere ha poco e da dimostrare ha tutto, o quasi. Oliveira amplia vistosamente il gap tra sé e gli inseguitori ed opta per una gara da lepre. I primi giri vedono Andrea Dovizioso dover rientrare ai box a causa di problemi alla propria M1 e Jorge Martin capitolare al suolo in curva 1. Nonostante una discreta parte di bagnato che ricopriva la pista sia stata rimossa da esso, questo non ha impedito a Pecco Bagnaia di affondare in classifica. Anche in Indonesia è notte fonda Ducati, e non a causa della differenza di fuso con la patria Italia. Per un competitor del mondiale che affonda ce n’è uno che risorge dalle ceneri dell’inferno: il Diablo Quartararo. Sceso sino in quinta piazza, il francese trova grande feeling a pochi giri dal termine del weekend e risale sino ad erodere quasi totalmente il gap col portoghese leader della gara. I giri tuttavia terminano e Miguel Oliveira, incarnate le forze di Poseidone nel domare i mari impetuosi delle isole esotiche indonesiane, conclude il GP davanti al citato Fabio e Johann Zarco. Quarto Miller, primo timido e parziale sussulto della rossa di Borgo Panigale in stagione, seguito dalla coppia Suzuki davanti a Franky Morbido. Nona l’Aprilia di Espargaro, undicesimo un Bastianini duro a morire ed ultimo a punti il quindicesimo Bagnaia.

MotoGP, rinasce Quartararo ma gioisce Oliveira: sprofondo Ducati nell'acqua indonesiana
Fabio Quartararo precede Joan Mir, Jorge Martin e Franco Morbidelli

MotoGP, Top&Flop

TOP

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  • Oliveira 7,5: La grande prestazione a partire dallo spegnimento dei semafori meriterebbe valutazioni ben superiori. Tuttavia le condizioni in cui si è disputata la gara favoriscono piloti come il portoghese, solito a grandi lampi e lunghi silenzi quanto a risultati. In attesa di conferme sul lungo periodo, Miguel la propria figura ben più che dignitosa l’ha fatta.
  • Quartararo-Morbidelli 8: La dicitura non recita Yamaha in quanto per il team WithU è notte fonda sin dalla nascita. Da capire ancora le potenzialità di questa M1, ma Fabio rinasce dopo un Qatar difficile così come i primi giri di Mandalika. Franco porta a termine una delle migliori gare da quando è ufficiale. In crescita.
  • Suzuki 7-: Rins e Mir non sono soliti prendersi la scena, così proseguono la propria linea anche nel weekend indonesiano. Non colgono l’occhio in qualifica né in gara, tuttavia chiudono rispettivamente 5° e 6°. Punti preziosi in ottica Mondiale, in attesa di capire chi possa proporsi come protagonista di quest’ultimo.

FLOP

  • Mandalika 4,5: Il circuito è di nuova fattura, così come l’asfalto. Tuttavia già nei test invernali erano salite alla ribalta polemiche riguardo la condizione del tracciato, all’epoca insabbiato. Il caldo torrido costringe la direzione gara a ridurre la gara a causa delle condizioni del tracciato. In aggiunta a tutto ciò giunge un acquazzone dall’improbabile tracotanza con tanto di fulmini scagliati a ridosso del già martoriato asfalto.
  • Bagnaia 4: Dopo i primi due weekend di gara il voto appare sin troppo cordiale. Pecco ha in sé le capacità di rialzarsi, ma la Ducati? L’interrogativo preoccupa diversi, personalmente il fattore tempo sembra condizionare sin troppo il team di lavoro. Un punto in due gare è troppo poco per chiunque, specie chi punta alla vittoria del titolo. Calma e tempo, il duo Ducati-Bagnaia ha la vittoria nel destino.
  • Marquez 3: Un voto a caduta. Due nelle qualifiche ed una nel warm up. Comprensibile la voglia di dimostrare in seguito al difficile periodo trascorso, meno la mentalità scellerata con con cui lo spagnolo approccia anche un semplice warm up. Ora anche le prossime gare potrebbero essere in bilico.

 

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