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Zona rossa che minaccia, Genoa e Verona in campo per scacciarla. Nell’anticipo di venerdì 10 novembre a Marassi va in scena il match tra due formazioni che distano solo 3 punti, ma pesanti, visto che gli scaligeri occupano il terzultimo posto in classifica. Tre punti d’oro sono anche quelli in palio, per la formazione di Gilardino, fino ad oggi altalenante, e per quella di Baroni che arriva da 4 ko consecutivi.
Match in attesa, Dragusin lo sveglia
Si immaginano due squadre col coltello tra i denti, ma si osservano tensione, errori e poca lucidità. Un Genoa sicuramente più attivo ma che si perde negli ultimi passaggi; un Verona che sembra quasi ostacolarsi da solo. Un primo tempo destinato allo 0-0, finché il palo di Ekuban e il colpo di testa di De Winter, che regala solo l’illusione di entrare in porta, accendono il Ferraris. Ed ecco che arriva Dragusin a portare in vantaggio i padroni di casa.
Baroni annaspa, Gilardino si rialza
Un gol che ravviva, in parte, l’undici del Genoa che nel secondo tempo si aggira spesso nell’area avversaria mettendo paura a Montipò. Un Verona, invece, sempre più in balia del match e che, nonostante gli spazi concessi dai rossoblù, non riesce a dare la sensazione di pericolosità. Solo a 10′ dalla fine gli scaligeri costruiscono alcune azioni pericolose, ma l’andamento della gara non cambia: troppi ancora gli errori da ambo le parti. Se non è la prestazione a lasciare il sorriso agli uomini in campo, lo è il risultato per Gilardino, che scaccia i fantasmi del Cagliari e torna a mettere a distanza di sicurezza la zona retrocessione. Naviga in acque sempre più profonde, invece, Baroni, che, con la quinta sconfitta consecutiva in Serie A – sei se si conta anche la Coppa Italia – vede il suo Verona e la sua panchina sempre più traballare.
