Roma, da Riise fino a Veretout: la storia dei numeri 17 giallorossi

Ecco la storia dei calciatori della Roma che hanno indossato la maglia numero 17 nel corso della loro esperienza giallorossa, partendo da Riise fino a Veretout

Lorenzo Gulino
17 Minuti di lettura
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Un numero che non ha una particolare valenza per la posizione ricoperta all’interno del campo, ma più un valore che può essere personale. Non per questo però, la maglia 17 non merita di essere onorata a dovere. Anzi allo stesso modo delle altre chi la indossa la deve sempre portare in alto per rappresentare quelli che sono i colori della Roma, società dalla grande storia. Ad oggi nella formazione allenata da Mourinho a portare sulle spalle tale peso è Matías Viña. Una responsabilità per il terzino uruguaiano che ancora non è riuscito a dimostrare quanto potrebbe, rimanendo per ora solo una valida alternativa nelle gerarchie dello Special One. Oltre all’ex Palmeiras però, in molti nella storia della squadra giallorossa hanno avuto dietro la schiena tale cifra e tra questi il nome che spicca maggiormente è quello di Riise.

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John Arne Riise, il Thunderbolt giallorosso

Un terzino prestato principalmente alla fase offensiva, capace di fare anche l’esterno e dotato di un sinistro potentissimo che per anni è stato l’incubo di molti portieri: il suo nome è John Arne Riise. Il norvegese fin da piccolo fa vedere evidenti qualità nel giocare a calcio al punto che nel 1995 entra nelle giovanili dell’Aalesund, con la quale esordisce in prima squadra nel ’97. Il tempo passa e il futuro calciatore della Roma, club dai grandi numeri 10 continua a migliorare a vista d’occhio al punto che, dopo una breve parentesi al Monaco, a chiamarlo è il Liverpool. Da qui inizia la grande cavalcata di Thunderbolt, chiamato così per la grande potenza del suo mancino in grado di piegare le mani a tutti gli estremi difensori, nessuno escluso.

Esultanza Riise
Esultanza Riise

Con la maglia del Liverpool, inizia una vera e propria pagina della storia di questo club che durante la sua permanenza vince diversi titoli. Un vero e proprio sogno per il norvegese che con i Reds arriva a coronare i sogni di ogni bambino: solcare il prato dell’Anfield sentendo intonare le note di You’ll Never Walk Alone. Il debutto con la maglia della sua nuova squadra è subito festa per il futuro calciatore della Roma, club dai grandi numeri 7, che alza il suo primo trofeo inglese, ovvero la Community Shield (2001), vinta poi nuovamente nel 2006. Un rendimento a dir poco buono per un calciatore appena approdato nella massima serie inglese che riesce a festeggiare anche la vittoria della Supercoppa UEFA (2001).

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La stagione successiva è un continuo evolversi per Riise che continua a sfoggiare prestazioni degne di nota, conquistando anche la Coppa di Lega inglese (2002-2003). Dopo un periodo che lo ha visto rilegato alla panchina, il futuro calciatore della Roma, società dai grandi simboli, torna sui suoi livelli e nella stagione 2004-2005 trova la vittoria della UEFA Champions League nel match contro il Milan. Proprio nella finale contro i rossoneri i Reds trovano una rimonta straordinaria portando la gara ai rigori dove è lo stesso John Arne a sbagliare, ma alla fine è la compagine milanese a tornare sconfitta. Con l’arrivo di Benitez nel 2007 però, l’antifona cambia e il terzino viene rilegato alla panchina e decide quindi, a fine stagione, di cambiare aria concludendo la sua esperienza con il club inglese.

Roma, un Thunderbolt per terzino

Dopo la lunga e vittoriosa parentesi con la maglia del Liverpool, Riise prende la decisione di trasferirsi e pronta ad accoglierlo c’è la Roma, società dai grandi numeri 9. Un mondo totalmente nuovo per il norvegese che si ritrova in un campionato diverso, ma dove il calore e il rumore provocato dai tifosi non manca di certo. Lui abituato al You’ll Never Walk Alone cantato dai tifosi dei Reds, adesso si trova di fronte un muro pieno di bandiere gialle e rosse che urlano a squarciagola l’inno giallorosso. Nonostante un inizio con prestazioni altalenanti, complice anche l’andamento non ottimale della squadra, John Arne con il passare del tempo comincia ad uscire fuori dal guscio, mostrando tutte le sue qualità.

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John Arne Riise, ex Roma
John Arne Riise, ex Roma

Riise si dimostra anche un’ottima alternativa nel ruolo di difensore centrale, grazie alla sua fisicità, posizione che ricopre più volte per ovviare ad alcune esigenze della rosa. La prova più eclatante di ciò è la partita di Champions League, disputata contro l’Arsenal, nella quale i giallorossi persero ai calci di rigore. Amato e cantato da tutti i tifosi dell’Olimpico, John Arne lascia la Roma, club dalle grandi imprese nelle coppe, nel 2011 dopo aver totalizzato 99 presenze e 9 gol. Ciò che però, più ferisce la Curva Sud è vedere Thunderbolt, un calciatore che in campo ha sempre dato l’anima, salutare per sempre la Capitale.

Medhi Benatia, il difensore goleador

Lo si può definire come un difensore completo, dotato di buona fisicità, di una notevole velocità ed agilità, il tutto accompagnato da un modo di giocare molto aggressivo che lo hanno reso l’incubo degli attaccanti avversari: il suo nome è Benatia. Venire fuori per il proprio talento dalla Serie A non è mai semplice soprattutto per chi come Medhi inizia la sua storia da molto lontano, esattamente a Courcouronnes, sua città natale. Il futuro calciatore della Roma, società storica per i suoi numeri 2, inizia a muovere i suoi primi passi iscrivendosi all’accademia dell’INF Clairefontaine che punta sulla formazione scolastica in concomitanza con la crescita calcistica. Un impegno che il marocchino non riesce a sorreggere e per questo motivo viene mandato via. Una grande delusione per il classe ’87 che pensa di non poter più arrivare nel calcio che conta dopo questa grande esclusione.

Medhi Benatia
Medhi Benatia

Benatia guardandosi attorno trova un grande trampolino di lancio, ovvero quello del Guingamp con il quale rimane un anno prima di passare alle giovanili dell’Olympique Marsiglia. Nel 2006 inizia ad essere il momento per Medhi di trovare una squadra che gli conceda più spazio, ma a frenarlo è l’infortunio al ginocchio che lo tiene fuori non permettendogli mai di esordire con la maglia del Lorient. Il futuro calciatore della Roma, club dalla grande storia di numeri 1, dopo due stagioni passate con la maglia del Clermont Foot, viene adocchiato da alcune squadre di Serie A tra le quali ad acquistarlo è proprio l’Udinese.

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L’approdo di Benatia in Serie A e il trasferimento alla Roma

Una vera e propria svolta per Benatia che si ritrova a giocare con molti calciatori che hanno rappresentato, o che rappresentano, un pezzo importante della storia della Serie A come Antonio Di Natale, Alexis Sanchez, Juan Cuadrado e Samir Handanovic. Inizia da qui il grande percorso di Medhi che, alla prima stagione con la maglia bianconera, riesce a centrare l’obiettivo Champions League, arrivando quarto in campionato e contribuendo con 3 gol in 34 partite. Un grande sogno per il marocchino che in poco tempo si ritrova a giocare la competizione per club più importante e prestigiosa di tutte. L’annata successiva è invece meno redditizia, in quanto vede la compagine friulana arrivare al quinto posto in classifica qualificandosi alla fase a gironi dell’Europa League.

Medhi Benatia, ex difensore della Roma
Medhi Benatia, ex difensore della Roma

Le grandi prestazioni di Benatia con la maglia dell’Udinese attirano l’attenzione di molti club, soprattutto in Serie A dove è la Roma, oggi guidata in difesa da Smalling, ad aggiudicarselo. Un acquisto importante per la tifoseria giallorossa che si aspetta che Medhi possa ripagare la sua fiducia a suon di grandi partite. Il marocchino risponde presente: cattiveria agonistica e aggressività sull’uomo, sempre pronto ad anticiparlo, recuperi in velocità e scivolate disperate. L’ex Udinese non ne fa passare una e in poco tempo diventa uno dei calciatori più acclamati della squadra della Capitale. Inoltre, il difensore classe ’87 si rivela un grande goleador arrivando a realizzare, al termine della stagione, 5 gol in 37 presenze. Una vera e propria consacrazione per il centrale difensivo che, in accordo con la società capitolina, decide di trasferirsi al Bayern Monaco. e successivamente alla Juventus, lasciando così un vuoto nel cuore dei tifosi che non potranno più assistere alla sua esultanza della mitraglietta..

Cengiz Under, la rapidità del turco

Un calciatore brevilineo che fa della rapidità e della sua velocità le sue armi migliori, accompagnate da un dribbling secco con il quale saltare in maniera netta l’avversario: questa è la descrizione perfetta di Under. Una passione per il calcio, quella del turco, che inizia vedendo la sua Nazionale arrivare in semifinale nei Mondiali del 2002. Da lì è stato amore a prima vista e il piccolo Cengiz non può far altro che sognare un’altra fantastica annata come quella, ma dove è lui ad essere protagonista. Il futuro calciatore della Roma, club che ha avuto grandi bomber, inizia il suo percorso calcistico nelle giovanili del Bucaspor, salvo poi trasferirsi all’Altinordu, dove trova l’esordio in prima squadra nel 2014. Le sue prestazioni con la compagine turca lo portano alla corte del Basaksehir dove però, rimane un solo anno.

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Cengiz Under, attaccante della Roma
Cengiz Under, attaccante della Roma

Cengiz Under infatti, dopo la buona stagione disputata con la maglia del Basaksehir viene contattato dalla Roma, società storica per i suoi numeri 4, che decide di acquistarlo nel 2017. Un acquisto dal quale ci si aspetta buone cose visto che molti dei suoi vecchi compagni, lo definisco il Dybala turco. Un paragone azzardato se si pensa all’infinita classe della Joya e soprattutto all’esperienza ormai immagazzinata dall’ex giocatore della Juventus. La prima annata dell’esterno d’attacco giallorosso fa intravedere buone cose per il futuro visti gli 8 gol messi a segno in 32 presenze, ma la stagione seguente non riesce a ripetersi soprattutto per la continuità. Sono tanti gli infortuni che portano il calciatore a dover rimanere ai box oppure a costringerlo a partire dalla panchina ed inoltre, con l’arrivo di Fonseca, nel 2019 finisce ai margini della rosa.

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Una situazione che sta stretta ad Under che da titolare e grande prospetto si ritrova improvvisamente fuori dai piani del nuovo tecnico Fonseca. La Roma, club storico per i suoi numeri 11, prende la decisione di mandare in prestito il turco per permettergli di avere minutaggio e così passa al Leicester City. L’esterno d’attacco però, non riesce a lasciare il segno neanche con la maglia delle Foxes e decide di trasferirsi all’Olympique Marsiglia, per tentare di riprendere in mano una carriera che sembra ormai essergli sfuggita. Proprio con la compagine francese che l’ex calciatore giallorosso, riesce a trovare la sua dimensione ritornando ai livelli fatti vedere nel primo anno in giallorosso.

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Veretout, l’Air Jordan pronto al decollo

Un calciatore che fa della duttilità il suo punto di forza: dotato tecnicamente, in grado di prendere in mano il gioco avviando la manovra, aggressivo negli interventi, molto capace negli inserimenti per andare a fare gol, può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo. Il suo nome è Jordan Veretout. Partito dalle giovanili del Bellignè, si trasferisce al Nantes dove passa tutte le categorie fino ad arrivare al 2011, quando esordisce in prima squadra. Con il passare del tempo il futuro calciatore della Roma, guidata dal capitano Lorenzo Pellegrini, prende sempre più consapevolezza dei propri mezzi, arrivando conquistarsi la titolarità. Le sue qualità iniziano ad essere notate e nelle successive due stagioni cambia aria passando prima all’Aston Villa e poi al Saint-Etienne.

Jordan Veretout, centrocampista della Roma @Image Sport
Jordan Veretout, centrocampista della Roma @Image Sport

Il nome di Veretout comincia a girare anche in Serie A dove molte squadre si dicono interessate, ma alla fine a fare il grande colpo, nel 2017, è la Fiorentina. Un grande acquisto quello di Jordan che, grazie alla sua tenacia, in poco tempo prende in mano le chiavi del centrocampo della Viola diventando un giocatore fondamentale. Al francese inoltre, a dimostrazione della sua importanza, viene affidata anche una duplice responsabilità, ovvero quella dei calci piazzati e dei rigori. Dopo due stagioni passate con la compagine toscana però, per il classe ’93 è arrivato il momento di fare il salto di qualità in una big e ad assecondare questo suo desiderio c’è la Roma che decide di portarlo nella Capitale nel 2019.

L’atterraggio di Air Jordan sulla Conference League

Un sogno che si avvera per Veretout che si ritrova a giocare con una delle più importanti maglie della Serie A. Jordan in breve tempo diventa un vero e proprio idolo della tifoseria della Roma, conosciuta anche per il suo inno, club dalla grande storia, che lo sostiene in ogni occasione per il suo grande spirito di sacrificio dimostrato nei confronti della maglia. La seconda stagione per il francese è quella più redditizia dal punto di vista realizzativo grazie alle 11 reti messe a segno in 37 presenze. Tutto cambia però, con l’arrivo sulla panchina giallorossa di José Mourinho che nel corso della stagione, non convinto delle prestazioni del centrocampista, lo rilega alla panchina e a delle apparizioni di 15 minuti. Un minutaggio troppo basso per chi, come il classe ’93, fino all’anno prima ha rappresentato il giocatore chiave del reparto centrale capitolino.

Jordan Veretout
Jordan Veretout

Una vera e propria delusione per Veretout che vede sbriciolarsi quanto di buono fatto nel corso degli anni in una sola annata. Unica magra consolazione per Jordan con la maglia della Roma, guidata da Abraham in attacco, è la vittoria del primo trofeo in un club nella sua carriera, ovvero quello della Conference League. Una serata che ha dell’incredibile, ma che vede ancora una volta il centrocampista partire dalla panchina per poi entrare successivamente. Al termine della stagione con un sorriso amaro Air Jordan decide di andare via dalla Capitale sapendo che in cuor suo ci sarà sempre un posto per i tifosi giallorossi e con la consapevolezza che il pubblico romano mai lo dimenticherà per il sudore versato.

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