Troppo Bellingham: ma l’Italia c’è

Non tutti i Bellingham vengono per nuocere: il Napoli e l'Inter vedono davanti a loro un nuovo cammino da protagoniste in Europa. Cosa salvare delle italiane impegnate in Champions?

Luca Vano
5 Minuti di lettura
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L’ultimo dominatore dell’aria uscì in tutte le sale nel lontano 2010 e chi l’avrebbe mai detto che, 13 anni dopo, sarebbe bastato cambiare una vocale per dedicarlo interamente a Jude Bellingham? Pensandoci bene, identificarlo come dominatore dell’area risulterebbe alquanto riduttivo. In Real Madrid-Napoli il calciatore inglese bazzica le vie centrali del campo così come le fasce, lavorando offensivamente e in interdizione. Sbagliando poco o, meglio, nulla.

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Nel muoversi sinuosamente tra le linee partenopee, Jude trova il tempo di inserirsi per un 2-1 da attaccante consumato e chiudere la partita con un assist che di base fa parte del repertorio di un altro numero 5 della storia del Real Madrid. Ma per Ancelotti “Bellingham è diverso da Zidane”, tuttavia rimane clamorosamente dominante rispetto agli avversari. Che comunque tornano dalla Spagna parzialmente soddisfatti, così come l’Inter raccoglie dalla sua il secondo tempo di Lisbona: l’Italia c’è. Ma allora, cosa manca?

Napoli e Inter, qualcosa di buono

Prima di tutto, soffermandoci sulla partita del Napoli, manca l’impresa. Non di certo la prestazione. Tornare con una vittoria da Madrid è sempre miracoloso indipendentemente dalla maglia che si indossa, ma di certo la formazione di Mazzarri ha spaventato la capolista del girone. Simeone prima e Anguissa poi hanno piegato le mani a Lunin, segno che le armi per far male alle Merengues sono di serie nella rosa azzurra.

Nelle notti di Champions, però, sono spesso i trascinatori a prendersi la scena e Bellingham si è esaltato laddove Kvaratskhelia ha inciso solo a intermittenza. Motivo per cui il georgiano, come quasi tutti i calciatori d’Europa, non è ancora al livello del madridista in questo momento per capacità di esaltazione dei compagni nei momenti di difficoltà. Proprio in occasione di quest’ultimi avvengono le più pesanti rivelazioni del Bernabeu: prendere gol 21 secondi dopo il vantaggio è limitante, subirne un altro per errore del portiere è avvilente.

Esultanza Napoli
Esultanza Napoli @livephotosport

Il tutto appare riconducibile ad un reparto in particolare. Infatti, il Napoli ha una difesa che dall’addio di Kim zoppica vistosamente ed è proprio la scarsa sintonia tra Natan e Juan Jesus ciò su cui dovrà intervenire il mister per arginare la furia offensiva dell’Inter, nel posticipo di Serie A in programma domenica sera. Notte di Coppa anche per i nerazzurri, che però si sono concessi il lusso di schierare le seconde linee.

Rischi e reazione: l’Inter è big

Con 8 cambi su 11 calciatori rispetto alla gara con la Juventus, l’Inter ha rischiato la faccia in Portogallo contro il Benfica. Nemmeno nei peggiori incubi di Inzaghi, infatti, c’era la possibilità di ritrovarsi sotto 3-0 dopo 34′ con tripletta dell’ex Joao Mario. Una situazione ai limiti della catastrofe, rimessa in piedi nella ripresa. Da salvare nella notte del Da Luz c’è infatti il carattere che sfocia in reazione, non rabbiosa e casuale ma ragionata. In breve: da big europea.

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Simone Inzaghi, Inter
Simone Inzaghi, Inter @livephotosport

Lo status raggiunto dall’Inter è tale da potersi permettere di sfiorare un clamoroso 3-4 al 95′ se quel palo sul tiro di Barella si fosse spostato un po’ più a sinistra, un’iniezione di personalità ulteriore di cui far tesoro per quando ci saranno i dentro o fuori.

Dalla due giorni di Coppa, dunque, l’Italia ne esce sulle sue gambe, soddisfatta per due qualificate su quattro – Inter e Lazio – ed una quasi agli ottavi – il Napoli può permettersi anche di perdere di misura col Braga. Stona il Milan, chiamato al miracolo in Inghilterra. Lo stesso Paese d’origine dell’uomo citato in apertura che, si spera, abbia esaurito le occasioni di far male al calcio di casa nostra.

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