🏆 Champions stellare: Real-City da finale, Bayern Monaco all’ultima spiaggia

La Champions League entra nei quarti di finale, con alcuni incroci d'eccezione: spicca Real Madrid-Manchester City, da molti vista come una finale anticipata. Bayern Monaco in crisi, con l'ultima possibilità di redenzione, così come il PSG

Lorenzo Ferrai
16 Minuti di lettura

Seguici sui nostri canali

In attesa di rivedere le italiane in campo nel giovedì europeo, siamo pronti a rituffarci nel magico panorama della Champions League. Dopo aver fatto il pieno nella passata stagione, i quarti di finale di quest’anno non vedranno nessuna squadra del nostro campionato fra le prime otto d’Europa. Lazio, Napoli e Inter hanno dovuto abbandonare anzitempo il palcoscenico internazionale, non senza rimpianti.

- Pubblicità -

Nessun’italiana ancora in ballo, ciò nonostante, The show must go on. E i quarti di finale di Champions League scatteranno a partire da martedì 9 aprile. Si riaccendono i motori della massima competizione europea, dove i sorteggi hanno riservato una metà di tabellone dove sono state raggruppate le favorite. Manchester City, Arsenal, Real Madrid e Bayern Monaco tutte dalla stessa parte. Due fuori subito.

Situazione opposta invece per ciò che riguarda le altre quattro che si contenderanno un posto per la finale di Wembley. Favorita di questo gruppo è sicuramente il PSG, alla ricerca della consacrazione definitiva dopo svariati anni al top, ma ricchi di occasioni mancate. I parigini dovranno vedersela con il Barcellona, mentre l’ultimo quarto di finale, il meno affascinante, vedrà di fronte Atletico e Borussia, che potrebbero riservarsi una Champions clamorosa.

Guardiola e Ancelotti
Guardiola e Ancelotti @Twitter

La sfida delle sfide

Il fascino della Champions League rende questi quarti di finale tutti molto equilibrati, anche per via del sorteggio, che ha prodotti abbinamenti dall’esito alquanto incerto. È innegabile però che l’occhio cada, inevitabilmente, sulla sfida più affascinante di tutte. Real Madrid-Manchester City è vista da molti come una finale anticipata, dato che si incontrano le due contendenti etichettate come le favorite per la vittoria finale.

I maestri della Champions contro i campioni d’Europa in carica. Ancelotti contro Guardiola. L’esperienza e la storia contro la sfrontatezza e la ricchezza degli sceicchi. Due mondi a confronto, apparentemente diversi ma accomunati dallo status che li pone, ad oggi, come le due potenze del calcio mondiale.

Uno status di natura differente. Il Real Madrid è la squadra più rappresentativa della vecchia Coppa dei Campioni, oltre a essere quella che tutti gli altri prendono come un riferimento da eguagliare. Con 14 Champions League in bacheca, i Blancos conservano una forza nascosta, capace di uscire fuori anche quando il pronostico pende dalla parte opposta, esattamente come accaduto nel 2022, quando fu proprio il Manchester City a farne le spese.

- Pubblicità -

Pep Guardiola ha finalmente coronato il proprio sogno di conseguire la coppa dalle grandi orecchie lontano da Barcellona, un compito che stava assumendo i contorni dell’ossessione. Il successo dello scorso, coinciso con la prima Champions per il Manchester City, ha permesso agli inglesi di scrollarsi di dosso quella pressione dilagante che risale fin dai primi tempi dello sceicco Mansour.

Josep Guardiola, allenatore del Manchester City
Guardiola e De Bruyne, Manchester City @livephotosport

Il City obbligato a vincere a tutti i costi, alla fine ha conseguito il proprio obiettivo, con un percorso netto, dove ha eliminato due protagoniste storiche della manifestazione, come Bayern Monaco e Real Madrid, entrambe con dei risultati rotondi. Ora Guardiola si appresta ripetere l’impresa, pur contro una squadra rinnovata, senza Benzema ma con un Bellingham in più.

Questione di priorità

Ancelotti veleggia verso il titolo de LaLiga, e può canalizzare tutte le proprie energie mentali sulla campagna europea. Dall’altra parte, il City non può permettersi di abbandonare il campionato, dato che Arsenal e Liverpool sono in piena corsa per la Premier, un punto davanti a Guardiola. Pep avrà dunque un maggiore stress mentale da gestire, contro una squadra più libera, nonché più giovane.

- Pubblicità -

Nonostante la stagione disputata rispecchi gli obiettivi di inizio anno, il Real Madrid continua a dover fare i conti con i ripetuti infortuni che hanno costretto Ancelotti a varare spesso e volentieri un undici titolare completamente rinnovato. Problemi non da poco per i Blancos, sempre e comunque trasformati appena sentono l’inno della Champions.

Guardiola è ben consapevole di non poter prendere l’impegno sotto gamba, anche dopo il roboante 4-0 inflitto al Real lo scorso anno, soprattutto al Bernabeu, dove avrà luogo il primo round di questo quarto. Proprio in casa loro, gli spagnoli sanno di giocarsi gran parte della qualificazione contro la squadra più forte.

Toni Kroos, Real Madrid
Toni Kroos, Real Madrid @livephosport

Parata di stelle

Real Madrid-Manchester City è il quarto di finale che possiede il fascino maggiore, visto che scendono in campo le due squadre maggiormente attrezzate e spettacolari che questa Champions possa offrire. Ma questo incontro, oltre a mettere di fronte due fra gli allenatori più vincenti della storia, vedranno diverse stelle affrontarsi nella doppia sfida.

- Pubblicità -

Da una parte i giovani rampanti Vinicius e Bellingham, con l’esperienza e la classe di immortali come Alaba, Kroos e Modric. Questi ultimi due vanno alla ricerca della storia, per eguagliare le sei Champions League, traguardo raggiunto solamente dalla leggenda Francisco Gento, capace di conseguirle proprio con la maglia del Real Madrid.

Gli inglesi piazzeranno il proprio attacco stellare, con Foden, De Bruyne e Haaland, protetti dal granitico mediano-goleador Rodri, mattatore della scorsa finale contro l’Inter. Real e City danno ufficialmente la caccia a Wembley.

Kai Havertz, Arsenal*
Kai Havertz, Arsenal*

Ora o mai più

Fascino che non manca nemmeno nell’altro quarto di finale della stessa parte di tabellone, ovvero quella in cui si incroceranno Arsenal e Bayern Monaco. Entrambe giocheranno in contemporanea a Real-City, anche perché le due vincenti dei doppi confronti dovranno poi affrontarsi in una semifinale scintillante.

- Pubblicità -

I Gunners fiutano l’impresa contro un Bayern Monaco allo sbando, ormai demoralizzato e definitivamente spodestato dal trono di Germania dal sorprendente Bayer Leverkusen. I bavaresi sono vulnerabili come non mai, tanto che Thomas Tuchel potrebbe addirittura terminare anzitempo la propria stagione. A conti fatti, la Champions rimane dunque l’ultima carta da giocare per i teutonici.

E se il Bayern non può permettersi passi falsi, specie al termine di un’annata decisamente negativa, l’Arsenal è in piena corsa al titolo in Premier, contro le corazzate Liverpool e Manchester City. I londinesi, memori dello scorso campionato, perso in volata contro i Citizens, si sono ritagliati una seconda possibilità.

Rimanendo imbattuto nello scontro diretto dell’Etihad, Mikel Arteta ha riagganciato il Liverpool in vetta e può inseguire una Premier League che manca all’Arsenal da 20 anni, dalla leggendaria stagione 2003/04, nel segno di The Invicibles. Ma i londinesi possono anche concorrere per una Champions League che saprebbe di consacrazione, un traguardo sfuggito perfino ad Arsene Wenger, in quella maledetta finale 2005/06.

Thomas Tuchel, tecnico del Bayern Monaco*
Thomas Tuchel, tecnico del Bayern Monaco*

Andata all’Emirates Stadium, dove l’Arsenal avrà una grande chance per indirizzare la propria qualificazione. Difatti, il Bayern Monaco arriva da due clamorose sconfitte maturate contro Borussia Dortmund e Heidenheim, che hanno messo una pietra tombale sulla Bundesliga. Anche se la Champions è l’unico trofeo rimasto ai bavaresi per riscattare la propria annata, questo Bayern è un lontano parente della solita macchina tritasassi che si presenta in Europa.

- Pubblicità -

Al contrario, l’Arsenal è in salute, oltre che consapevole della propria forza. Benché il sorteggio non sia stato magnanimo con i Gunners, Arteta non ha intenzione di indietreggiare di un metro. Pronostico molto meno scontato di quanto sembri, anzi, i londinesi appaiono avere qualche in chance in più rispetto al Bayern.

Occasione PSG

Chi invece ha sorriso malignamente ma anche in maniera lecita è il PSG, che ha fra le mani un’enorme occasione per conquistare il posto nella finalissima di Wembley il 1° giugno. Soprattutto nell’ultimo decennio, i parigini hanno sempre giocato il ruolo di eterni incompiuti. Investimenti poderosi e lauti ingaggi, conditi da trofei a dismisura in patria, fra campionati, supercoppe e Coppe di Francia.

Una torta ben farcita, ricca di gusto, senza però riuscire a posizionare la fatidica ciliegina. La Champions League era e rimane un tabù per una squadra ormai nell’élite del calcio europeo (e mondiale), a cui però manca sempre l’ultimo step. Il grande limite del PSG è sempre stato quello di avere un organico imbottito di stelle, ma mai un gruppo coeso e unito verso il grande obiettivo.

Kylian Mbappé, PSG
Kylian Mbappé, PSG @livephotosport

L’unico anno in cui il PSG ha accarezzato il sogno continentale è stato il surreale 2020, quando raggiunse la finale a porte chiuse, perdendola però al cospetto del Bayern Monaco, vincitore con la rete di Coman. Da lì, i parigini hanno sempre continuato a inseguire la Champions, andando acquistando il miglior giocatore in circolazione.

- Pubblicità -

Ma nemmeno la presenza del fantasmagorico tridente Mbappé-Messi-Neymar è bastata per portare la coppa dalle grandi orecchie a Parigi. Fortissima sulla carta, il PSG ha dovuto fare i conti con le storiche corazzate, schiantandosi contro Real e Bayern, più organizzate e maggiormente abituate a vincere.

L’avvento di Luis Enrique ha riportato una certa serenità nella Capitale francese. Dopo gli addii di Messi e Neymar, l’attenzione si è focalizzata su Mbappé, vera stella della squadra. Ma anche il numero 7 lascerà il PSG in estate, con tutta probabilità per vestire la camiseta blanca. Dunque, i parigini sanno di non poter fallire anche questo appuntamento, specialmente perché si trovano nella parte favorevole del tabellone.

Di scritto non c’è nulla. L’unica cosa che conta è il risultato, ma ai quarti di finale, Luis Enrique incontra il proprio passato. Un Barcellona ben distante dagli antichi splendori, nettamente inferiore ai francesi. E l’altra partita sarà Borussia Dortmund-Atletico Madrid. La strada verso la finale non è spianata, ma con questi accoppiamenti, è quasi un obbligo arrivare in finale.

Xavi, allenatore del Barcellona @livephotosport
Xavi, allenatore del Barcellona @livephotosport

Barcellona a caccia dell’impresa

Nella mente dei tifosi blaugrana rimane viva l’impresa compiuta nel 2017, quando il Barcellona ribaltò il 4-0 subito a Parigi con un clamoroso e irripetibile 6-1, con il gol allo scadere di Sergi Roberto che fece esplodere il Campo Nou. Altri tempi, altre squadre. Anche perché sulla panchina del Barça sedeva quel Luis Enrique che oggi è alla guida del PSG.

Un incrocio nostalgico fra l’allievo e il maestro. Nel 2015, il tecnico spagnolo riportava il Barcellona sul tetto d’Europa, con la famigerata MSN a guidare l’attacco e la genialità centrocampo di Iniesta e Xavi, alla sua ultima partita in blaugrana. Proprio quest’ultimo oggi siede sulla panchina dei catalani, pronto a giocare uno scherzetto al proprio ex mister.

Impresa tutt’altro che semplice, specie per questo Barcellona, giovane e ambizioso, ma altrettanto fragile e poco avvezzo alla pressione. I catalani hanno rimesso in piedi una stagione che si avviava inesorabilmente verso il flop, riacciuffando il secondo posto ne LaLiga. La campagna continentale rimane dunque l’ultimo traguardo disponibile per Xavi, il quale l’anno prossimo dovrebbe dire addio ai blaugrana.

Borussia e Atletico gli underdog

L’ultimo quarto, forse il meno affascinante mediaticamente ma non meno avvincente, è quello che vedrà impegnate Borussia Dortmund e Atletico Madrid, i due underdog di questa fase finale. Ottavi tutt’altro che lineari, specialmente per i Colchoneros, che sono riusciti ad avere la meglio solamente ai calci di rigore, dopo aver rimontato lo 0-1 di San Siro.

Diego Simeone torna fra le prime 8 d’Europa dopo la grande delusione della stagione passata, quando i suoi dovettero salutare la Champions League addirittura alla fase a gironi, senza riuscire ad entrare nemmeno in Europa League. E l’Atletico Madrid può ora sfruttare un sorteggio benevolo, che ha accoppiato i madrileni a un Borussia Dortmund peperino ma certamente non la corazzata degli ultimi anni.

Diego Simeone, tecnico dell'Atletico Madrid*
Diego Simeone, tecnico dell’Atletico Madrid*

Dopo aver brillantemente superato il proprio ostico girone, chiudendo primi davanti a PSG, Milan e Newcastle, i tedeschi hanno superato a fatica il PSV Eindhoven, staccando il pass per i quarti di finale. Il Borussia non sembra però essere al livello dell’Atletico, benché un passaggio in semifinale sia un obiettivo concreto per entrambe. Discorso diverso se l’avversaria successivo dovesse essere il PSG. In quel caso le chances di finale si ridurrebbero drasticamente.

La coppa degli sceicchi

Tabellone piuttosto squilibrato, anche perché questi quarti di finale, estrometteranno almeno due fra le migliori squadre in Europa. Champions beffarda che potrebbe però riservare una finale d’eccezione, che significherebbe ben più di una semplice partita per la vittoria di un trofeo. Manchester City-PSG sarebbe la finale che in molti aspettano, dove potrebbero scontrarsi le due potenze dirette dagli sceicchi

Mansour contro Al Khelaifi, Inghilterra contro Francia. Rivalità d’altri tempi, più attuale che mai, anche perché sarebbe l’inevitabile epilogo di un calcio sempre più in direzione del denaro proveniente dalla terra araba. Quest’anno più che mai, anche in favore di tabellone, la Champions rischia di essere la coppa degli sceicchi.

Accedi per ricevere Aggiornamenti

Segui le squadre o le competizioni che preferisci per restare sempre aggiornato!

Proseguendo dichiari di aver letto e compreso
l’informativa privacy