Frosinone-Torino, battaglia a reti bianche: Milinkovic-Savic decisivo

Luca Vano
4 Minuti di lettura
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Un sole ingannevole colora il lunch match del Benito Stirpe, in una domenica già dai tratti natalizi. A non tradire l’attesa è invece Frosinone-Torino, gara che progressivamente muta da partita a scacchi a duello ad alta intensità, e che per via di un Massimi imperfetto si lascia alle spalle anche qualche strascico polemico. Gli animi si accendono già nel primo tempo, che per più minuti vede la squadra di Di Francesco prevalere su quella di Juric, ordinata ma mai pericolosa. Il primo episodio genera le lamentele granata dopo un fallo di Oyono, già ammonito, su Bellanova, parso abbastanza per lasciare i canarini in 10. Nei pressi dell’altra area, invece, è Kaio Jorge a sbracciare: rigore negato, VAR e decisione confermata per un fallo (dubbio) in precedenza.

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Da qui la fredda cronaca lascia spazio alle riflessioni e al trionfo dell’uomo contro uomo proposto dai due tecnici sul prato dello Stirpe. Il Torino in alcune zone del campo avrebbe anche maggior qualità, ma anche per meriti del Frosinone riesce a fatica ad innescare Duvan Zapata. Di contro, soprattutto nella prima frazione di gioco, i Ciociari dimostrano la loro abilità ormai nota di saper risalire il campo, distendendosi dopo ottimo palleggio in spazi ristretti. Un canovaccio che si stampa sul pari, proprio come il sinistro di Ilic sul palo: la conclusione dell’ex Verona, quantomeno, esce dai binari di un copione che sembra già scritto.

Frosinone, Oyono
Frosinone, Oyono @LPS

Juric sposta gli equilibri, Di Francesco resiste

L’elettricità delle giocate di Frosinone e Torino si adagia sul polo negativo lungo tutti i 90′. Le scelte a ridosso delle rispettive aree in fase offensiva non sono sempre azzeccate e, quando ciò accade, salgono in cattedra i due attentissimi portieri. Kaio Jorge, di proprietà della Juventus, perde il derby personale con Milinkovic-Savic che lo neutralizza sia di testa che di piede. Turati è invece molto più coinvolto in impostazione che con i guantoni, utilizzati comunque sapientemente per respingere Zapata.

La bravura di Juric emerge sul lungo periodo, con la sapiente decisione di inserire la freschezza di Karamoh, Seck e Lazaro a squadre stanche. Tentativo che Di Francesco replica con l’inserimento di Caso e Cheddira, improntando la ripresa su una ricerca più insistente del passaggio in verticale sebbene non con la consueta fluidità e precisione. Il colore più brillante sul finale di gara è il granata, con le sortite di Karamoh e il gol annullato a Buongiorno dal VAR per colpa di un fuorigioco confermato dalla tecnologia.

Un passo indietro dal punto di vista del risultato per la formazione del patron Urbano Cairo, dopo il brillante 3-0 all’Atalanta, sebbene ormai il Torino abbia il sapore di una squadra più organizzata rispetto ad inizio anno. Al Frosinone il merito di non dimenticare mai l’obiettivo finale: in certe gare, la sciabola è più utile del fioretto.

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