Il miracolo Cagliari, Ranieri sulle orme di Amsicora: i top e flop rossoblù

Un Cagliari stoico compie l'impresa, conquistando la salvezza al termine di una stagione complicata, costellata di alti e bassi: un miracolo avvenuto grazie allo spirito guerriero di Claudio Ranieri, il cui cammino ha rievocato le gesta del leggendario Amsicora

A cura di Lorenzo Ferrai CagliariSerie A
Il miracolo Cagliari, Ranieri sulle orme di Amsicora: i top e flop rossoblù

La Sardegna è sempre stata vista come una terra di conquista, ricca di risorse ma povera culturalmente. Nonostante i ripetuti soprusi e le sottomissioni secolari, il popolo sardo conserva una qualità principale, mai venuta a mancare nel corso della storia. La coesione e lo spirito di sacrificio. La capacità di anteporre il collettivo al singolo individuo. È proprio quello che spinse i contadini dell’isola ad unirsi alla rivolta di Amsicora contro i Cartaginesi nel 215 a.C., a rimarcare il territorio appartenente alla comunità isola.

Quel pezzo di terra difeso strenuamente, oggi noto come Barbagia, è la culla della civiltà sarda e del carattere del popolo isolano, in grado di trasferire le proprie emozioni e il senso di appartenenza anche al calcio. È proprio questo ad aver accompagnato il cammino del Cagliari in questa Serie A, culminato con una salvezza che sa di impresa miracolosa. Gran parte del merito va a Claudio Ranieri, uomo saggio e fine psicologo, capo carismatico, proprio come il leggendario Amsicora, capace di tenere in piedi l’intera truppa anche nelle circostanze più avverse.

In questa annata difficile, funestata dalla scomparsa di un totem come Gigi Riva, sardo d’adozione, nonché simbolo della Sardegna, il Cagliari ha trovata una forza probabilmente sconosciuta, proveniente in primis dal proprio allenatore. Allenatore, condottiero, padre, sempre pronto a difendere a spada tratta i propri giocatori, Ranieri si prende di diritto il posto di protagonista di una cavalcata memorabile, terminata con il più dolce degli epiloghi.

Il miracolo Cagliari, Ranieri sulle orme di Amsicora: i top e flop rossoblù

Salvezza acquisita, l’ennesima impresa di Sir Claudio, a cui segue la scelta di dire addio al calcio. La chiusura logica di un’avventura iniziata 36 anni fa, proprio in Sardegna. Ranieri e Cagliari ottengono il giusto riconoscimento, anche per merito di una tifoseria sempre presente, specialmente nei momenti complicati. Perché si sa, l’anno più difficile è sempre il primo. Superato, in fin dei conti, a pieni voti.

La Sardegna ai piedi di Sir Claudio

Come nelle favole più belle, il miracolo Cagliari si è compiuto, a una giornata dalla fine, nel tripudio del Mapei Stadium, trasformato in un fortino rossoblù per una delle partite più importanti nella carriera di Claudio Ranieri. Allenatore unico nel suo genere, amato e rispettato da tutti, nonché diventato simbolo della Sardegna. In soli due anni, Sir Claudio ha conquistato una promozione clamorosa e una salvezza epica.

La gara del Mapei, vinta per 2-0, è stata la ciliegina sulla torta, un urlo liberatorio al termine di un campionato trascorso in apnea, in cui lo strappo decisivo è arrivato nelle ultime settimane. Carpe diem scriveva Orazio nelle sue Odi, il Cagliari ha saputo cogliere quell’attimo dettato da un Sassuolo regredito inspiegabilmente e un Frosinone in caduta libera. Questo è stato il momento in cui i rossoblù di Sir Claudio hanno compreso di avere in mano il proprio destino.

Un epilogo dolcissimo, del tutto inaspettato se si torna indietro sino a febbraio, dove il vento stava soffiando nella direzione contraria. A margine del crollo interno contro la Lazio, Ranieri aveva ventilato le dimissioni, forse tentando di risvegliare lo spirito guerriero di un gruppo fin troppo inibito, nonché incapace di esprimere al massimo le proprie potenzialità. Invece non era quello il momento di mollare.

Il miracolo Cagliari, Ranieri sulle orme di Amsicora: i top e flop rossoblù

Cagliari ha bisogno di te” è sembrato risuonare nell’ambiente rossoblù. I giocatori hanno saputo stringersi intorno al proprio mister, consapevoli di mandarlo incontro a un finale di carriera ingrato per un uomo capace di farsi amare in qualunque piazza in cui ha allenato. Così, Ranieri ha ritrovato il proprio gruppo, unito verso un unico obiettivo, con la spinta di un’intera isola.

Dimissioni ritirate, cammino ripreso con una convinzione impossibile da scalfire e mai in discussione. I pareggi contro Juventus e Inter, più la poderosa rimonta contro l’Atalanta hanno certificato il carattere del Cagliari, mai arresosi difronte alle avversità e spesso in grado di andare oltre le proprie potenzialità. Il successo ai danni del Sassuolo ha solamente sublimato l’intero lavoro svolto da Ranieri.

La Sardegna non avrà alcuna difficoltà a collocare Sir Claudio accanto alle figure mitologiche della storia sarda, come Amsicora e Gigi Riva. Un uomo che ci ha sempre creduto, capace di rendere possibile ciò che nessuno (nemmeno il tifoso più ottimista) avrebbe mai potuto ventilare. Costui è Claudio Ranieri, tornato a Cagliari in punta di piedi e ritiratosi da eroe.

I top rossoblù

Il campionato travagliato del Cagliari ha vissuto di alti e bassi, alternatisi in maniera quasi uguale fra andata e ritorno. Una delle grandi intuizioni di Claudio Ranieri è stata quella di rispolverare un Simone Scuffet ritrovato, lo specchio dell’assoluta affidabilità fra i pali. Nonostante i tanti gol subiti, nei top finiscono anche i due centrali di difesa titolari, Yerry Mina e Alberto Dossena, certezze e leader di una squadra spesso impaurita, ma che ha messo in mostra le grandi qualità di giovani come Prati e Luvumbo.

Scuffet: la sicurezza

Partiamo dal portiere, il ruolo più delicato, colui che detiene la maggiore responsabilità del risultato della squadra. Il passaggio da Radunovic a Scuffet, con conseguente cambio di gerarchia, è stato tanto repentino quanto decisivo per un Cagliari costretto a fare i conti con la debolezza del proprio estremo difensore.

La geniale intuizione di Ranieri, un uomo che sa cogliere l’attimo e prendere le decisioni nei momenti giusti, anche quelle drastiche, ha rappresentato un toccasana per il Cagliari. Il redivivo Scuffet ha tenuto in piedi la baracca in varie circostanze, esibendosi in diversi interventi decisivi, oltre a ridare smalto e fiducia a una difesa abbacchiata per i tanti gol incassati nella prima parte di campionato.

Mina e Dossena: i talismani

E se Scuffet ha conferito fiducia al reparto, tale consapevolezza è stata assorbita e distribuita dai due centrali difensivi rossoblù. Alberto Dossena è ormai un totem di questa squadra, presente anche nella cavalcata che condotto i rossoblù in Serie A. Il numero 4 si è confermato un leader indiscusso, mettendo anche il proprio zampino sotto porta, con gol e assist, come quello offerto a Prati nella vittoria decisiva sul Sassuolo.

Angelino e Dossena in Roma-Cagliari
Angelino e Dossena in Roma-Cagliari @livephotosport

Per un Dossena confermatosi, esiste anche uno Yerry Mina che ha riordinato il reparto, sobbarcandosi la responsabilità anche di tirare un rigore pesante come quello contro la Juventus. Segno di una consapevolezza propria dei grandi giocatori. Il gigante colombiano è stato l’altro punto fermo del Cagliari, sempre presente e pronto a prendere per mano i propri compagni. Sembra un paradosso viste le tante reti incassate, ma avere una certa sicurezza di fondo dietro, aiuta anche nel raggiungimento dei traguardi impossibili.

Luvumbo: la sfrontatezza

Un salto in Serie A traumatico, in cui spesso, il massimo campionato italiano è apparso troppo pretenzioso e carico di pressione. Zito Luvumbo è riuscito a mettere in campo tutta la propria sfrontatezza e il suo estro. L’angolano non ha mai avuto timore di mettersi in proprio e prodigarsi in azioni personali, anche a costo di perdere palla e beccarsi i fischi del pubblico (per la verità piuttosto rari).

A volte fine a sé stesso, Luvumbo ha dimostrato grande personalità, nonostante i soli 22 anni e maturità nell’accettare le numerose panchine riservategli da Ranieri. Il numero 77 non si è mai tirato indietro quando si è trattato di puntare l’uomo, sfruttando la propria agilità. Ciò che è effettivamente mancata in varie occasioni è la lucidità sotto porta, ma per quello c’è tempo. E col nuovo allenatore che arriverà a Cagliari, il giovanotto potrà finalmente diventare uomo.

Zito Luvumbo, Cagliari
Zito Luvumbo, Cagliari @Twitter

Viola: il dottore

Ci concediamo il lusso di inserire un quarto top. Forse meno in vetrina rispetto agli altri, perché aveva già calcato il palcoscenico della Serie A, ma Nicolas Viola va inserito di diritto nei top della stagione, visto che i numeri parlano per lui. Cinque gol, miglior marcatore della squadra, e due assist. Il rigore sbagliato contro l’Empoli rimane la sola macchia di una stagione da protagonista, anche se l’arrivo di Gaetano l’ha relegato al ruolo di comprimario. Non ha polemizzato, ma, dopo aver conseguito anche la laurea in psicologia, si è messo al servizio di un Cagliari agguerrito, dove anche la panchina si è rivelata un punto di forza.

I flop rossoblù

Miracolo sportivo? Probabilmente sì, dato che il ruolino tenuto nelle prime partite lasciava ben poco spazio all’ottimismo. Anche un condottiero come Ranieri ha dovuto divincolarsi fra le lacune dei suoi giocatori, prendendo sempre la decisione corretta, seppure delle volte, non proprio tempestivamente.

Radunovic delude

Lo scorso era stato fra i principali artefici della promozione, mantenendo la propria porta inviolata contro il Bari al San Nicola. Boris Radunovic pareva pronto al salto di qualità nella massima serie, prima di capitolare mentalmente. Troppa pressione, tradottasi in errori madornali che hanno pregiudicato il percorso del Cagliari nelle prime partite.

Il miracolo Cagliari, Ranieri sulle orme di Amsicora: i top e flop rossoblù

È stato quasi un peccato vederlo scavalcato da Scuffet, scelta, col senno di poi, vincente. La sicurezza ridata dall’italiano a una difesa ballerina e per nulla sicura è stata la chiave di volta per far ritrovare convinzione alla squadra. Radunovic ci ha rimesso, ma l’epilogo finale, siamo sicuri che gli abbia fatto piacere.

Hatzidiakos spaesato

I greci non hanno mai avuto un buon rapporto con la Sardegna, l’unica ragione del Mezzogiorno a non fare parte della Magna Grecia. E nemmeno l’impatto di Pantelis Hatzidiakos è stato fra i migliori. Potenziale titolare a inizio stagione, la sua insicurezza si è riflettuta sull’intera squadra, obbligando l’Amsicora romano a optare per un cambio di gerarchia in corso d’opera. Così, l’ex AZ ha totalizzato solamente 13 presenze, senza lasciare il segno.

Petagna smarrito

L’altra grande delusione rossoblù risponde al nome di Andrea Petagna. Veterano della Serie A, l’ex Atalanta e SPAL è partito con lo status di titolare inamovibile, complice anche l’infortunio di Lapadula. Chance sprecata, visto che all’appello risulta un solo centro, inutile, nella sconfitta per 2-1 contro il Bologna. Anche in questo caso Ranieri non ha avuto scelta e ha optato per il cambio di centravanti a stagione in corso. Come al solito, Sir Claudio non ha sbagliato e il suo Cagliari ha preso slancio definitivamente.

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