Juventus, quale Scudetto? Fallimento Allegri, è dramma investimenti

Nicola Liberti
4 Minuti di lettura

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L’Inter che piega la Juventus a San Siro, lo strappo in vetta alla classifica ed il dramma che avvolge l’ambiente bianconero sotto i coli mediatici di uno Scudetto perso, od ormai ampiamente indirizzato. Mentre il focus resta sullo squarcio della crisi aperta dalla Vecchia Signora, con 2 sconfitte e 2 pareggi (contro Empoli e Verona) nelle ultime 4, questo andrebbe invece spostato sull’analisi che rivela come la caduta fosse soltanto affare inevitabile. Dal campo al mercato, dal caso Scudetto agli investimenti: l’Allegri bis è un fallimento, anche e soprattutto economico.

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Una visione antiquata ed una proposta di gioco ancor peggio: la realtà dell’oggi è che i principali asset della Juventus non vengono valorizzati dal contesto nel quale si ritrovano calati, anzi. L’intricato sistema di attente e codificate barricate difensive condanna la fase offensiva ad elevata complessità nell’adempiere ai compiti: Massimiliano Allegri non valorizza più i propri talenti, li rende invece ingabbiati in un sistema che, al di là del tema Scudetto, non rende. A certificarlo il fattore più determinante nel calcio d’oggi: quello economico.

L’ultima infornata di profili giunta sotto la guida Allegri, o immediatamente antecedente al suo secondo approdo sulla panchina della Juventus, è oggi in piena picchiata in quanto a valori del cartellino. Dai maxi investimenti sino ai puntellamenti per contornare la rosa: il bilancio bianconero piange, e con esso anche il progetto e visione del futuro, maggiormente in accezione tattica e tecnica che sportiva.

Vlahovic, Juventus
Vlahovic, Juventus @livephotosport

Locatelli, Kostic, Vlahovic: Allegri e una svalutazione per reparto

Locatelli e McKennie si incasellano in situazioni simili, entrambi arrivati per una cifra che coincide con il valore attuale del loro cartellino. Sebbene questo primo caso non porti ad una diretta perdita sul piano economico, il loro arrivo era di fatto un investimento per il futuro, tecnico e finanziario, oggi certamente non riuscito sotto ambedue i punti di vista. Né crescita né disvalore, la scelta, o meglio la gestione, non pagano.

Tenendo i casi eclatanti sul finale, da Kostic, relativamente neo arrivato e deprezzato da 24 a 12 milioni di euro, a Rugani, con cartellino oltre i 22 milioni nel 2018 sceso a soli 4 oggi. La Juventus, in soli 7 degli elementi citati di qui al termine, vede persi oltre 100 milioni di euro in soli cartellini.

Chiusa d’onore per l’attacco, vero reparto incriminato del pensiero applicato Allegriano. Chiesa, Vlahovic e Moise Kean, dell’approdo proprio o del tecnico, hanno visto il proprio valore decrescere rispettivamente di: 20, 25 e 17 milioni di euro. Tre profili di livello, nazionale e non solo, a comporre un tridente di caratura e futuribile, anche detto un crollo economico offensivo superiore ai 60 milioni complessivi.

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L’attualità chiama a raccolta l’ambiente accendendo il dramma di un titolo scivolato, di giornata in giornata, sempre più lontano dalle proprie mani. Juventus, quale Scudetto? Il vero dramma non risiede nella classifica di Serie A, ma in casa, nei propri bilanci. Svalutazioni e investimenti divenuti vani, visione e gioco fuori dal tempo: l’analisi fa cadere la maschera, Allegri è vero e proprio fallimento in questi termini.

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