US Open 2021, la poetica delusione di Djokovic: il lato umano dei Big Three

Il significato nascosto dietro lo US Open 2021, teatro del mancato Grande Slam di Novak Djokovic: una delusione che riporta sulla terra i Big Three

Carlotta Desirello
16 Minuti di lettura

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Ci sono dilemmi nel mondo dello sport che affliggono gli appassionati e si cerca continuamente di dibattere, trovare una risposta, far valere il proprio punto di vista. Maradona o Pelé? Ronaldo o Messi? Federer, Nadal o Djokovic? Quest’ultimo quesito, in particolare, è forse il più attuale nel mondo del tennis: come possiamo andare a stabilire il GOAT tra tre campioni che hanno collezionato titoli su titoli? Troppi, infatti, sono i parametri che si possono mettere in conto, sia considerando le vittorie, ma anche, soprattutto, dal punto di vista del gioco; insomma, un’impresa praticamente impossibile. Eppure, il serbo ha tentato di staccarsi dagli altri due e di mettere a segno un traguardo più unico che raro nel mondo del tennis: il Grande Slam.

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Novak Djokovic
Novak Djokovic

Il Grande Slam: un traguardo da fuoriclasse

Al giorno d’oggi vincere tutte e quattro le prove del Grande Slam nello stesso anno solare sembra un’impresa che ha dell’incredibile, quasi mistica. Non accade infatti dal lontano 1988 che un tennista ci riesca – all’epoca era stata Steffi Graf a raggiungere questo traguardo. Se consideriamo solo il circuito maschile dobbiamo spingerci ancora più lontano e tornare al 1969, quando Rod Laver collezionò addirittura il suo secondo Grande Slam della carriera.

Insomma, chi riesce a portare a casa nella stessa stagione Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open diventa di diritto una vera e propria leggenda di questo sport, senza passare per dibattiti e discussioni. Novak Djokovic ci è arrivato davvero ad un passo nel 2021 e, per la sana competizione che aleggia intorno ai tre mostri sacri del tennis degli anni 2000, sarebbe stata la vera ciliegina sulla torta. Non tutte le favole sono, però, destinate ad andare in porto e, infatti, oggi non andremo a raccontare il più grande risultato della carriera del serbo, bensì, molto probabilmente, la sua più grande delusione.

Rod Laver
Rod Laver

Australian Open 2021, Djokovic soffre ma trionfa

L’avventura di Novak Djokovic negli Slam nel 2021 comincia, come di consueto, all’Australian Open, dove ormai è padrone di casa acquisito. Dopo un primo turno sul velluto contro Chardy, al secondo appuntamento si trova di fronte un avversario spesso ostico: lo statunitense Frances Tiafoe. Difatti, il match si rivela per nulla semplice, con il serbo che riesce a portare a casa il primo parziale, per poi cedere nel secondo al tie break. Anche il terzo set risulta combattuto e ancora una volta è il tie break a deciderlo, ma questa volta è Nole a portarlo a casa e ad andare poi a chiudere con un 6-3 nel quarto, così come aveva iniziato.

Il secondo turno è, però, solo l’antipasto della vera lotta che va in scena nel match successivo contro Fritz. Dopo essersi portato avanti per 2-0, infatti, Djokovic si ritrova a non doversi fronteggiare solo con l’americano, ma anche col dolore al fianco nato dopo essere scivolato in campo sulla scritta “Melbourne”, che sembra possa essergli fatale quando l’avversario si aggiudica sia il terzo che il quarto parziale, mettendo i conti in parità, ma con una condizione fisica ben migliore rispetto al campione balcanico.

Djokovic, Australian Open 2021
Djokovic, Australian Open 2021

Novak, in ogni caso, non ha intenzione di gettare la spugna e, nonostante la visibile sofferenza, riesce a portare a casa il quinto set per 6-2 e ad accedere così agli ottavi. Le difficoltà per il serbo non sembrano essere finite e, insieme all’incognita relativa all’infortunio, si ritrova di fronte prima Raonic e poi Zverev, due avversari che lo portano a stringere i denti punto dopo punto e che riescono entrambi a portarlo al quarto set.

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In ogni caso, Nole, da lottatore, raggiunge la semifinale, dove si trova di fronte la sorpresa del torneo: il russo Aslan Karatsev, capace di arrivare al penultimo atto del torneo dopo essere partito dalle qualificazioni. In questo caso Djokovic mette in campo l’esperienza e con un 6-3 6-4 6-2 liquida l’outsider e centra la finale. Dall’altra parte della rete si presenta un altro russo, Medvedev, che, a differenza del connazionale, è da un po’ di tempo ai vertici del tennis mondiale e si trova con uno stato di forma straordinario. I pronostici della vigilia tendono infatti per Daniil, ma mai andare a sottovalutare un campione e, infatti, il serbo non dà spazio all’avversario, dominando la gara e chiudendola per 7-5 6-2 6-2.

Djokovic, Australian Open 2021
Djokovic, Australian Open 2021

La doppia rimonta di Djokovic: un Roland Garros al cardiopalma

La stagione sulla terra va verso la conclusione e arriva l’immancabile Roland Garros, terreno quasi esclusivo del King of Clay: Rafael Nadal. Djokovic, comunque, si presenta come ogni anno pronto a cercare di rovinare la festa al suo rivale. Dopo i primi tre turni agevoli, dove Nole porta a casa tre vittorie contro Sandgren, Cuevas e Berankis con facilità e senza perdere set, agli ottavi di finale trova come avversario il giovane Lorenzo Musetti. L’italiano non sembra voler fare gli onori di casa al pluricampione slam e mette subito in campo il suo talento portando il serbo al tie break e vincendolo per 8-6. Nel secondo parziale il classe 2002 non è da meno e arriva a giocarsi nuovamente il tie break e anche questa volta se lo aggiudica, con un 7-2 decisivo, portandosi avanti di ben due set.

Il pubblico resta sbigottito e la paura di una prematura eliminazione inizia ad aleggiare intorno a Djokovic, che si ritira negli spogliatoi prima di tornare in campo per il terzo set. Dopo aver rischiato di subire il break in apertura del parziale, Nole sale in cattedra e si rialza rifilando un 6-1 e poi un bagel all’avversario. Il quinto decisivo parziale si interrompe, poi, sul 4-0 a favore del numero uno del mondo, con Musetti che alza bandiera bianca, dopo aver spaventato non poco il serbo.

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Musetti-Djokovic
Musetti-Djokovic

Nei quarti di finale Djokovic si ritrova a dover fronteggiare nuovamente l’Italia, questa volta nelle vesti di Matteo Berrettini. Anche questo match risulta parecchio combattuto, con il tennista nostrano che, dopo aver perso i primi due parziali per 6-3 6-2, reagisce e si aggiudica il terzo set al tie break. Il quarto set risulta più che mai combattuto, ma alla fine Nole riesce a chiuderlo per 7-5 e a proseguire l’avventura nel torneo.

Il vero capolavoro, però, il pluricampione slam lo mette a segno in semifinale contro Rafael Nadal. Il match, infatti, si apre con un primo parziale vinto dallo spagnolo per 6-3, che pare come sempre lanciato nel suo dominio sulla terra. Djokovic, però, non ci sta e con lo stesso risultato rimette il match in parità per poi portarsi sul 2-1, dopo aver vinto il terzo set al tie break. Tutti attendono quindi una reazione di Rafa, ma non arriva e, con un 6-2 decisivo, Nole elimina per la seconda volta in carriera lo spagnolo dal Roland Garros.

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Se la semifinale è stata più che tosta, non da meno si prospetta anche la finale, visto che ad attendere il serbo c’è il greco Stefanos Tsitsipas che ha dominato per buona parte la stagione sulla terra nel 2021. Il classe 1998, infatti, si porta subito avanti, conquistando il primo set al tie break per poi, con un netto 6-2, portarsi avanti per 2-0. Ecco che Djokovic si ritrova a un passo dall’eliminazione come contro Musetti; difficile pensare che possa ripetere l’impresa di recuperare ben due parziali di svantaggio, ma mai porgli dei limiti e, infatti, mette in campo un’altra straordinaria rimonta, andando a vincere il suo secondo Open di Francia dopo un 6-3 6-2 6-4.

Tsitsipas e Djokovic, Roland Garros 2021
Tsitsipas e Djokovic, Roland Garros 2021

Dalla gioia di Wimbledon alla delusione olimpica

Djokovic arriva al terzo appuntamento Slam dell’anno, il prestigioso torneo di Wimbledon, con ottime chances di vittoria, vista la difficoltà dei tennisti ai vertici delle classifiche ATP ad adattarsi al gioco sull’erba e la non ottimale condizione di Roger Federer. Difatti, tranne un inizio di torneo contratto, quando si trova a dover rimontare lo svantaggio di un set contro il padrone di casa Jack Draper, il percorso del serbo fino alla finale è piuttosto netto e riesce a sconfiggere per 3-0 tutti i suoi avversari, compreso il finalista del 2018 Kevin Anderson al secondo turno e il sempre ostico Denis Shapovalov in semifinale.

Come in parte pronosticabile alla vigilia, Djokovic all’ultimo atto del torneo si trova di fronte l’italiano Matteo Berrettini, che ha dimostrato una predisposizione e un talento naturale per il gioco su questa superficie e che ha da poco trionfato all’ambito torneo del Queen’s. Il match si dimostra subito interessante con il romano che dimostra di potersela giocare con Nole, tanto che porta a casa il primo set al tie break. La battaglia continua, ma, a questo punto, il serbo riesce a mettere in campo tutta la sua esperienza e, sfruttando forse anche il fatto che il suo avversario si trovi per la prima volta ad un appuntamento così importante, mette in pari il conto dei parziali con un 6-4, per poi completare la rimonta con un definitivo 6-4 6-3, trionfando così anche nel territorio londinese.

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Djokovic e Berrettini
Djokovic e Berrettini

Il 2021, però, è un anno particolare per il mondo dello sport, visto che, a causa della pandemia da Covid, vede eccezionalmente giocarsi le Olimpiadi di Tokyo, inizialmente programmate per il 2020. Ecco che, quindi, la mente degli appassionati di tennis inizia a vagare e a ricordare che l’ultimo Grande Slam messo a segno nella storia ha un parallelismo importante con l’opportunità che ha Djokovic quest’anno: Steffi Graf, infatti, nel 1988, oltre ad aver collezionato tutti e quattro i titoli del Grande Slam, si è anche messa al collo la medaglia d’oro olimpica, centrando così per la prima volta nella storia il cosiddetto Golden Slam. Una coincidenza importante che porta il campione serbo a presentarsi in Giappone con altissime aspettative e con i fari puntati addosso.

L’avventura a Tokyo inizia nel migliore dei modi e Nole supera con facilità i primi turni raggiungendo così la semifinale, dove si trova di fronte Alexander Zverev. Anche in questo caso Djokovic inizia benissimo aggiudicandosi il primo set per 6-1. Sembra tutto intavolato per l’approdo in finale, quando il tedesco reagisce e si porta a casa il secondo parziale per 6-3, per poi completare la rimonta con un 6-1 decisivo. Golden Slam sfumato, così come il possibile “Bronze Slam”, visto che nella finale per il terzo posto il numero uno al mondo si arrende a Carreno Busta per 6-4 6-7 6-3. Soprattutto, però, per la prima volta nell’anno Djokovic mostra uno spiraglio di vulnerabilità: il campione è scalfito, il Grande Slam è a rischio.

Djokovic, n°1 del tennis mondiale
Djokovic, Olimpiadi Tokyo

US Open 2021, la fine di un sogno: anche i campioni sono umani

Novak Djokovic si presenta all’appuntamento con la storia: lo US Open 2021 prende il via. C’è grossa curiosità sulla sua condizione mentale, vista la delusione olimpica e, difatti, non inizia al meglio, lasciando per strada un set all’esordio contro il giovane norvegese Holger Rune. Dopo una convincente vittoria al secondo turno contro Griekspoor, ecco che si ripresenta l’incertezza e Nole è costretto a rimontare uno svantaggio iniziale di un set sia a Nishikori, sia a Brooksby per poter accedere ai quarti di finale. Va in scena, quindi, il remake della finale di Wimbledon contro Berrettini, il quale nuovamente riesce a portarsi a casa il primo set per 7-5, per poi subire anche questa volta il ritorno di Djokovic, che con un 6-2 6-2 6-3 accede alla semifinale dove lo attende Zverev.

Questa volta, a differenza delle Olimpiadi, i favori del pronostico tendono leggermente per il tedesco che pare in uno stato di forma eccezionale e, infatti, inizia subito al meglio vincendo il primo set per 6-4. Djokovic, però, nonostante il fantasma della semifinale a Tokyo, reagisce subito con un 6-2 6-4. Sascha non ha intenzione di mollare e con un altro 6-4 rimanda tutto al quinto set, che risulta un dominio del numero uno al mondo, il quale, con un 6-2, raggiunge la finale. Meno uno dal sogno, meno uno dalla gloria.

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Anche all’ultimo atto del torneo, Djokovic si trova di fronte un avversario già incontrato in un appuntamento importante dell’anno: Daniil Medvedev, che in finale all’Australian Open aveva subito una lezione di tennis dal pluricampione Slam. Questa volta, però, le braccia tremano; questa volta l’extraterrestre Djokovic scende in terra e viene pervaso dalle emozioni; questa volta Nole torna ad essere un essere umano e, subendo un triplo 6-4, è costretto a dire addio alla favola Grande Slam, alla ciliegina sulla torta che lo avrebbe differenziato da Federer e Nadal. Una delle più grandi delusioni del tennis degli ultimi anni, però, porta con sé qualcosa di poetico: nessuno, nemmeno uno dei fatidici Big Three, è esente dalla debolezza umana, ma, allo stesso tempo, questo significa che tutti i record e tutte le vittorie dei tre mostri sacri del tennis moderno sono ugualmente umane, ugualmente cariche di emozione.

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