Formula 1, il pagellone di Jeddah: Bearman fenomenale, Stroll scoraggiato

A cura di Lorenzo Ferrai
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Max Verstappen è già in fuga verso il titolo. L’olandese si impone anche in Arabia Saudita, davanti al compagno di squadra, e vola verso il suo quarto mondiale. Perez conclude secondo, precedendo un Leclerc capace di artigliare il giro veloce all’ultimo passaggio. Gran bell’esordio per Oliver Bearman, che conclude settimo dopo un’ottima rimonta, al debutto assoluto in Formula 1. Torniamo dunque con il pagellone del GP di Jeddah, dove diamo i voti ai protagonisti della seconda tappa del campionato 2024.

Magnussen uomo squadra

  • Oliver Bearman: 10 e LODE. Oggi la copertina se la prende lui. Che bello vedere un ragazzo di 18 anni che esordisce al volante della Ferrari (10), il sogno di chiunque. Manca la Q3 per 36 millesimi, così il team gli chiede di portare la macchina a punti e lui esegue il compito alla grande. Ma non solo, si mette alle spalle un sette volte campione del mondo (nonché futuro pilota rosso) come Hamilton. Fenomenale, proprio come il sorpasso rifilato a Tsunoda. È quasi un peccato pensare che in Australia, molto probabilmente, tornerà Sainz. Senza rancore Carlos, s’intende. DRIVER OF THE DAY.
  • Max Verstappen: 10. Pensavate che non figurasse. E invece non possiamo fare a meno di menzionarlo. Proprio è impossibile, perché Super Max trova sempre il modo per farsi notare, nonostante l’ennesima gara trascorsa da solo, senza mai essere inquadrato. Già perché tutte le vicende extra pista, che destabilizzerebbero chiunque, gli scivolano addosso. Come se non succedesse nulla. L’olandese mette il casco, entra in macchina e corre. Anzi, vince. INSENSIBILE.
  • Kevin Magnussen 9: Difesa vera da vichingo. È tornato il buon vecchio Kevin, feroce difensore che preferisce farsi abbattere piuttosto che cedere la posizione. Esegue alla perfezione il compito assegnatogli dalla squadra. Fa da tappo, apre il gap con Hulkenberg (8) e permette al tedesco di andare a punti. Lui era penalizzato, ma chi se ne importa. Il bene del team prima di tutto. UOMO SQUADRA.
  • Oscar Piastri 8: Capolavoro in partenza, dove passa Alonso e si piazza dietro i primi tre. Freddo e lucido nel mantenere i nervi saldi alle spalle di Hamilton. Probabilmente sarà impazzito per tutti quei giri dietro l’inglese. Invece è apparso molto maturo, aspettando saggiamente la sosta del britannico. Quarta posizione al traguardo, senza mai rischiare nulla. SOLLEVATO.
  • Charles Leclerc 7: Porta a casa il massimo risultato per una Ferrari seconda forza indiscussa. Aggressivo in partenza, chiudendo la porta in faccia a Perez (7), ma non può nulla contro il DRS della Red Bull (9). Fatica a prendere ritmo con la gomma dura, poi si mette a girare non lontano dai tempi di Checo. Grande colpo di reni finale, con il giro veloce artigliato all’ultima tornata. Ogni punto è importante, anche quando non sembra. Mentalità da campione. INTELLIGENTE.
  • Lewis Hamilton 6: Partiamo dal bellissimo gesto con cui si complimenta con Bearman a fine gara. Arpiona la sufficienza perché la difesa su Piastri è da scuola di pilotaggio. Chiude tutte le porte al ragazzino, che probabilmente sarà impazzito lì dietro. Ci prende così tanto gusto nel duello generazionale che si dimentica di cambiare le gomme. Strategia discutibile perché, in fin dei conti, non ha tratto nessun guadagno, poiché è rimasto inchiodato dietro gli scarichi di Norris (7). PETER PAN.
Yuki Tsunoda, AlphaTauri
Yuki Tsunoda, AlphaTauri @livephotosport

Tsunoda frustrato

  • Russell 5: Un grande passo indietro rispetto al Bahrain. Male in qualifica, dove stavolta non riesce a piazzare il guizzo. Anonimo in gara, quando non riesce nemmeno ad approfittare di un Alonso in crisi. Sesto al traguardo, nulla di tragico, però ci si aspettava qualcosa in più. Comunque quarto in classifica piloti, con più del punti del compagno. Dai George, puoi fare di meglio. UN PASSO ALLA VOLTA.
  • Racing Bulls 4: Che ne è stato delle belle prestazioni messe in mostra durante i test? Tsunoda perennemente nervoso che non riesce a superare un Magnussen nettamente più lento, benché aggressivo. Ricciardo (4) disperso e mai in gara. Credevamo potesse lottare per il quinto posto costruttori. La realtà dei fatti è decisamente un’altra. Vedremo in Australia. AGONIZZANTE.
  • Yuki Tsunoda 3: Ma come? Perché lui peggio del team? Beh, perché Ricciardo non è a proprio agio, ma almeno l’australiano non si innervosisce. Sta lì, zitto e buono (almeno davanti alle telecamere). Yuki invece trasuda sempre nervosismo e ciò lo porta spesso a commettere errori. Come se non bastasse, si fa infilare come un novellino dal Rampante Bearman. SAMURAI FRUSTRATO.
  • Stroll 2: Ecco il brutto anatroccolo di casa Aston Martin. È l’inevitabile altra faccia della medaglia in una gara dove un diciottenne si è preso la scena. Lo dobbiamo comunque ringraziare perché vivacizza un minimo la gara, anche se per poco. Però se le va proprio a cercare. Replica lo stesso errore commesso durante le libere. Un’assurdità. Lance, tutto bene? SCORAGGIATO.
  • Stake F1 1: Ma per caso si sono dimenticati come si svolge un pit stop? Dopo la sosta eterna di Bottas (3) in Bahrain, ieri è toccato a Zhou (4) fare le spese con un cambio gomme lentissimo, che ha rasentato l’anno luce. Che il team non versi in condizioni felicissime, è risaputo, ma l’inizio di stagione è tutt’altro che ordinaria amministrazione. La macchina non è al top, lo sappiamo, ma evitare anche gli errori ai box sarebbe meglio. A LEZIONE DI PIT STOP.
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